Se le blockchain fossero aziende, quali incasserebbero di più? Quali sarebbero più invitanti per gli investitori? La classifica dei guadagni dei diversi progetti riservano molte sorprese. In aggiunta, chain diverse utilizzano modelli di retribuzione diversi e che non possono essere equiparati.
Servirà fare qualche sforzo in più per capire dove i partecipanti al funzionamento del network sono meglio retribuiti. Uno sforzo che potrebbe essere utile per capire capire dov’è che converrebbe investire se dovesse emergere un altro modello.
Chi guadagna di più nel mondo delle blockchain?
Defillama, uno dei siti più popolari per i dati onchain, offre una classifica a 24 ore e 30 giorni delle commissioni raccolte da ogni singola blockchain. È un buon punto di partenza per valutare le prestazioni finanziare di ogni singola infrastruttura:
| Blockchain | Commissioni raccolte a 30 giorni |
|---|---|
| BSC | 69,78 milioni di dollari |
| Ethereum | 40,08 milioni di dollari |
| Tron | 36,75 milioni di dollari |
| Solana | 26,87 milioni di dollari |
| Bitcoin | 10,67 milioni di dollari |
| Base | 9,66 milioni di dollari |
| Arbitrum | 3,24 milioni di dollari |
| Hyperliquid | 1,83 milioni di dollari |
| Avalanche | 1,62 milioni di dollari |
Primo aspetto importante: non sono grosse cifre. Se dovessimo proiettarle sull’anno, avremmo la blockchain che raccoglie più commissioni portare a casa 840 milioni di dollari. Una cifra non elevata, tenendo conto dell’anomalia che l’ha prodotta (BSC nelle ultime 24 ore ha realizzato 973.000$ di commissioni).
Secondo aspetto importante: le commissioni raccolte non vengono sempre distribuite a chi permette il funzionamento del network, che si tratti di validator o di miner come nel caso di Bitcoin.
Terzo aspetto importante: in alcuni casi i validator vengono retribuiti indipendentemente dalle commissioni raccolte dal network. È il caso di Ethereum.
I diversi modelli di retribuzione
C’è un altro aspetto di cui tenere conto. I modelli di distribuzione di quelle commissioni sono diversi – spesso da chain a chain.
Bitcoin: i miner incassano le commissioni, in aggiunta ai BTC di nuova produzione inseriti in ogni blocco. In questa fase quanto raccolto tramite commissioni è poco rilevante rispetto a quanto si incassa invece tramite emissione di nuovi Bitcoin.
Ethereum: le commissioni vengono distrutte. I validator vengono retribuiti tramite staking – che è costituito da moneta di nuova emissione. Un aumento di quanto raccolto da Ethereum come network non impatta direttamente sulla retribuzione dei validator.
BSC: è il modello forse più classico, perché le commissioni sono parte delle retribuzioni dei validator, insieme a altre fonti.
Solana: modello misto, che almeno a grandi linee retribuisce i validator anche in base a quanto raccolto dal network.
È un buon modello?
Non necessariamente per valutare il futuro valore dei token legati alle blockchain di cui sopra. Il prezzo delle criptovalute – o almeno di certe criptovalute – è sempre stato slegato da questo tipo di fondamentali. Un esempio classico è quello di Bitcoin. Nel grafico allegato l’unico momento di correlazione tra commissioni (in linea continua) e prezzo (in linea tratteggiata) è stato a fine 2023 – inizio 2024.

Per Ethereum si potrebbe fare un discorso parzialmente diverso: più commissioni pagate vogliono dire più $ETH distrutti (è questo il modello utilizzato da Ethereum di recente). E in effetti dei periodi di elevata attività sul network hanno portato l’emissione netta di nuovi $ETH a essere negativa. La cosa però ha sempre avuto scarso impatto sul prezzo.

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