Kraken dovrebbe quotarsi in borsa nel 2026, ma intanto procede con round di finanziamenti privati, che quotano l’azienda intorno ai 20 miliardi di dollari. Secondo quanto è stato riportato da The Block infatti, l’exchange avrebbe accolto in due diversi round circa 800 milioni di dollari, per una cessione di equity intorno al 4%.
Tutto questo mentre il gruppo prepara una IPO che la renderà il terzo exchange, dopo Coinbase e Bullish, a essere quotato negli Stati Uniti. A investire ci sono stati diversi operatori istituzionali, tra i quali Jane Street, HSG, Tribe Capital. C’è anche un investimento da parte del family office del CEO Arjun Sethi e un accordo – racconta The Block – per un investimento da 200 milioni di dollari successivi di Citadel Securities.
Ok anche per Kraken
Nonostante le quotazioni delle principali criptovalute siano in ovvia sofferenza – gli exchange continuano ad attirare investitori. O almeno, continuano a farlo quelli che stanno tentando il listing in borsa. Tra questi Kraken, che potrà affacciarsi sulle principali piazze mondiali con una valutazione – privata – di 20 miliardi di dollari circa.
La quotazione è interessante su più aspetti: Kraken ha come business quasi unico l’offerta di una piattaforma per il trading e la compravendita di Bitcoin e crypto. Al contrario, ad esempio, di Coinbase, che invece ha introiti importanti anche da custodia (per gli ETF principalmente, ma non solo) e stablecoin, incamerando il grosso dei ricavi di Circle per USDC.
La valutazione a 20 miliardi porterebbe Kraken a valere poco meno di 1/3 di Coinbase, segnale di grande fiducia da parte degli investitori su uno degli exchange storici del comparto.
Per gli investitori “normali”
Il gruppo non è ancora quotato in borsa e pertanto si dovrà aspettare un po’ prima di poterne comprare le azioni. Vedremo se da qui alla quotazione del gruppo ci saranno altri aggiornamenti per quanto riguarda la valutazione che Wall Street e gli investitori privati riterranno equa.
Gli exchange sono tutti – a diverso titolo e livello – coinvolti anche in una sorta di convergenza verso il modello super App per i pagamenti e la gestione dei propri capitali. Avanzamento che dovrà andare però di pari passo con aperture anche legali negli USA a certi tipi di servizi.
Chi cercava comunque una buona notizia dal mondo crypto – in una fase poco incoraggiante per prezzi – potrà trovarla qui.
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