Crypto e Bitcoin contro finanza tradizionale: le 5 sfide che definiranno il futuro

Ci sono almeno 5 sfide che il mondo crypto più in generale dovrà affrontare nei prossimi mesi – per dimostrare di valere il confronto con quello della finanza tradizionale, ora che i paletti sono saltati e le interazioni tra i due mondi diventeranno molto più frequenti.

Dal mondo dei prestiti a quello del sound money, dalle stablecoin agli exchange – quello che si aspetta chi vi sta scrivendo è che ci saranno tante sfide e altrettante convergenze, con in mezzo i diversi parlamenti a cercare di dare le carte in una partita che potrebbe non essere più loro.

TradFi contro DeFi contro crypto: le 5 sfide da seguire

L’arrivo del Genius Act negli USA (sulle stablecoin) e del MiCAR in Europa ha fondamentalmente fissato un quadro dentro il quale potranno muoversi, in modo relativamente chiaro, anche i soggetti istituzionali. Diversi dei quali, è bene ricordarlo in questa circostanza, si stanno già attivando per entrare in un mondo potenzialmente redditizio e in alcuni casi più efficiente.

• Stablecoin

Sulle stablecoin si è già aperta una guerra importante. PayPal – che con il mondo crypto c’entra poco – ha lanciato già la sua. Stripe farà lo stesso, Klarna lo ha appena annunciato. Tante banche si sono unite in consorzio, tanto negli States quanto in Europa (e anche a livello globale) per lanciare il proprio prodotto.

Il duopolio Tether e USDC è a rischio? Probabilmente no, soprattutto nei loro luoghi “nativi”, ovvero la DeFi e il mondo del trading. Si dovrà vedere invece chi metterà a tavola la fetta più grossa della torta che è ancora in forno. Saranno utilizzate per i pagamenti di tutti i giorni? Le società crypto native hanno davvero quello che Warren Buffett chiamava moat, ovvero un fossato che li difende dai nuovi concorrenti?

• Depositi

I depositi bancari rendono poco o nulla e la DeFi in questo senso è molto più magnanima. Lì vigono ancora le regole del libero mercato e chi deposita guadagna delle percentuali molto interessanti. Per ora le interfacce della DeFi sono forse ancora troppo complicate per i normies, ma ci sono anche segnali di integrazione.

AAVE vuole diventare una sorta di banca. Morpho ha accordi con Coinbase e finirà anche come infrastruttura di qualche neobank. Le banche classiche potrebbero trovarsi, almeno tra i più giovani e scafati, in debito di ossigeno.

• Pagamenti: carte + DeFi è ormai una realtà assodata

Tanto gli exchange classici quanto quelli che invece hanno anche servizi decentralizzati sono attivi da tempo. Qui ad esempio trovi una guida sulle migliori carte di pagamento crypto – che ti testimonia come pagare con le crypto avendo come layer ultimo quello di Visa o Mastercard sia già nella disponibilità di tutti.

Ci sono poi soluzioni altrettanto interessanti in DeFi come quella di Bitget Wallet – con novità importanti delle quali vi ha parlato il nostro direttore proprio poche ore fa.

Nel complesso è un mondo che sembrerebbe aver già trovato una quadra e forse uno di quelli che spingerà di più sull’adozione.

• Blockchain pubbliche vs giardini privati

Stripe ha avviato già la sua chain. Circle la sta lanciando. JPMorgan ce l’ha da tempo. In tante altre ci proveranno: avere il controllo di una rete, spacciandolo per ambiente sicuro e più consono al business, è una tentazione troppo forte – e in pochi saranno in grado di resistergli.

Con poche eccezioni, siamo però relativamente certi del fatto che avremo poco impatto da parte delle chain private, che in senso strettamente tecnico sono forse quanto di meno interessante potrà mai esistere.

• Bitcoin: oro o no?

L’ultima sfida sarà forse la più interessante: Bitcoin ha davvero rinunciato a essere moneta e diventerà una sorta di store of value, una versione digitale dell’oro per chi vuole risparmiare al sicuro dalla svalutazione e dagli eventi peggiori che possano colpire l’umanità?

Per ora non sembra ancora che sia così. Ma le cose, nel mondo della finanza e del denaro, possono accelerare in modo importante.