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DubaiCoin? Truffa confermata! Il successo? ANCHE COLPA dei giornali !

Sempre attenzione a saltare sull’ultimo coin del momento. Anche quando a vantarne le proprietà tecnologiche e/o commerciali sono siti che hanno una reputazione. Il caso di oggi è quello di DubaiCoin, pubblicizzato a destra e manca come token ufficiale di Dubai, cosa che gli è valsa, negli scorsi giorni, anche un incredibile aumento di valore.

Oggi però arriva la brutta notizia. Il governo di Dubai ha infatti dichiarato di non avere nulla a che fare con il token in questione, che sarebbe un’iniziativa privata – e molto probabilmente truffaldina, orchestrata ad arte.

DubaiCoin è una truffa - approfondimento di Criptovaluta.it
Una truffa amplificata ad arte dai giornali

Un colpo per chi vi aveva investito – e in particolare per la credibilità di un’industria editoriale che non sempre, almeno a nostro avviso – si comporta come dovrebbe nei confronti dei propri lettori. Noi di Criptovaluta.it avevamo deciso di passare la mano, fiutando un’operazione non troppo limpida. Altri han preferito saltarci sopra – per qualche click – non curandosi di chi avrebbe potuto perdere il proprio denaro.

Un piano articolato per spacciarsi come token ufficiale di Dubai

Il piano messo in piedi da chi ha organizzato lo scam è di quelli ben articolati. Tramite il popolare portale di comunicati stampa PRNews è stato diffuso, a nome di ArabianChain, gruppo in realtà legittimo e che si occupa di blockchain – un comunicato che presentava il suddetto DubaiCoin, con un coinvolgimento diretto da parte del governo dell’Emirato.

Una notizia che però – almeno ai giornalisti più attenti – era sembrata quantomeno sui generis. Mancavano infatti comunicati ufficiali da parte del governo dell’Emirato e di qualunque entità collegata, direttamente o indirettamente, con ministeri ed enti pubblici.

Tuttavia il tam tam è partito in rete – spinto anche da testate piuttosto popolari – che per non saperne né leggere né scrivere – hanno deciso di far rimbalzare la notizia in cambio di qualche click. Un pessimo comportamento – proprio mentre Coinbase lancia la sua piattaforma contro le fake news, che dovrebbe combattere chi fa parte del ciclo FUD per suo tornaconto personale.

Ricetta perfetta per il disastro – con il token che è stato acquistato da molti sul mercato secondario e direttamente dai truffatori. Nel frattempo il sito internet collegato al progetto è sparito – dei guadagni del 1.000% fatti registrare nelle prime ore non è rimasto nulla e le quotazioni di DubaiCoin sono sparite anche da Coinmarketcap.

Una truffa come tante che purtroppo sfruttano il mondo delle criptovalute, questa volta con la complicità di qualche sedicente esperto, che invece avrebbe dovuto provare a tutelare i propri lettori. Cosa che, lo ripetiamo, non è stato fatto – con tutti i soggetti indirettamente coinvolti che hanno provato a correre ai ripari nel peggiore dei modi.

Notizie sparite da molti siti popolari esteri

Nel frattempo è stata corsa ad eliminare qualunque tipo di news fosse collegata con il progetto. Un comportamento che riteniamo essere doppiamente scorretto. Perché tutti possono prendere un abbaglio, a patto che poi ne rendano conto pubblicamente, facendo ammenda e scusandosi con i propri lettori. Un percorso di crescita che è integrato in Criptovaluta.it, dove in caso di refusi o errori segnalati dai nostri lettori, ci abbiamo messo sempre la faccia.

Invece si è preferito, per molti, nascondere la polvere sotto il tappeto, nella speranza che nessuno si ricordi di questa pessima figura. Una pessima figura che è costata moltissimo in particolare a chi ha investito in questo sedicente token. Un sedicente token che in realtà non esiste e che non è in alcun modo collegato a Dubai e alle sue autorità pubbliche.

Perché noi di Criptovaluta.it non abbiamo pubblicato la notizia su DubaiCoin?

Vi facciamo entrare, seppur virtualmente, nella nostra redazione e nel nostro modo di lavorare. A meno che non si tratti di rumors da confermare – che indichiamo comunque sia nel titolo sia nel testo – verifichiamo sempre da almeno due fonti indipendenti quanto riportiamo all’interno dei nostri articoli.

E nel caso in cui non fosse possibile confermare le notizie che circolano – preferiamo passare la mano e perdere una notizia con molto hype, piuttosto che esporre i nostri lettori al rischio di perdere il proprio denaro. Un modus operandi che, a quanto pare, non è molto diffuso nell’industria. Noi continueremo per la nostra strada, certi di essere dalla parte del giusto e di metterci sempre la faccia in tutto quello che raccontiamo ai nostri lettori. Anche quando sbagliamo.

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