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Perchè Binance è bloccato da CONSOB ed eToro NO?

Con l’arrivo – a gamba tesa ma non troppo – di CONSOB contro Binance, si è riaperta in Italia una discussione in realtà ai limiti del surreale, dove il pur ottimo e famoso exchange guidato da CZ viene paragonato ad eToro.

O meglio, in molti non si capacitano del fatto che Binance sia costretto ad affrontare battaglie, legali e regolamentari che invece non sembrerebbero toccare il secondo. In realtà è tutto corretto, legalmente parlando – e la stance nei confronti della legge dei due intermediari è molto diversa. Cerchiamo di fare il punto di una situazione della quale, almeno a nostro avviso, si è parlato troppo e senza alcuna cognizione di causa.

Differenze tra eToro e Binance - l'analisi di Criptovaluta.it
Le differenze tra eToro e Binance ci sono – e almeno secondo la legge, è giusta la differenza di trattamento

Pur non avendo alcun tipo di pregiudizio nei confronti dell’exchange, è necessario fare chiarezza, per capire chi abbiamo davanti, a quali condizioni e perché tutte o quasi le authority di vigilanza sui mercati gli stanno chiedendo spiegazioni.

Mentre eToro (qui per ottenere un conto dimostrativo gratuito per sempre) continua invece indisturbato, anzi, con tanto di approvazione da parte delle stesse autorità che stanno invece mettendosi di traverso tra Binance e i suoi sogni di dominio del settore.

Che cos’è eToro, cosa offre e perché è diverso da Binance?

Quando parliamo di eToro e Binance stiamo parlando in realtà di due intermediari molto diversi tra loro, che occupano una posizione altrettanto diversa sul mercato che hanno anche un atteggiamento differente nei confronti del regolatore.

eToro è un broker e piattaforma cripto che opera con una licenza regolarmente ottenuta in Europa, nello specifico a Cipro, e con altrettanto regolare iscrizione presso lo specifico registro di CONSOB dedicato alle imprese straniere che possono operare in Italia. Binance in questo senso non ha invece nulla, almeno in Europa. Si potrà obiettare che trattando criptovalute non avrebbe alcun tipo di obbligo di ottenere licenza, ma le cose, nel caso di questo exchange, sono molto più articolate. E oltre che di licenza dovremo pertanto parlare anche di tipologia di prodotti offerta.

I prodotti offerti da eToro contro quelli proposti da Binance

Ci sono differenze enormi ed è tutta qui la diversità di atteggiamento da parte di CONSOB, FCA e tutte le altre authority di vigilanza sui mercati che si occupano anche di regolamentare gli intermediari. eToro offre infatti accesso diretto alle criptovalute (come possiamo fare sul mercato Spot di Binance) e questo è completamente coperto, come tipologia di transazione, dalla licenza CySEC di cui è in possesso.

La differenza con Binance si ha in relazione ai prodotti di quest’ultimo del circuito Futures e Derivati. Questi sono infatti prodotti che utilizzano leva finanziaria superiore a quanto consentito in Europa, dove ESMA impone per le criptovalute un massimo di 1:2. E quindi offrire agli investitori la possibilità di comprare futures o derivati fino a 1:125 è, per la legge europea, impossibile.

Il cuore della differenza tra Binance ed eToro è tutta qui – il secondo segue pedissequamente le regole di compliance che sono imposte dal regolatore non solo nei conti reali, ma anche con i conti demo che offre a chi vuole testare i suoi servizi. Conti demo che replicano per filo e per segno quello che avremo davanti una volta che saremo passati ad un investimento reale.

Quali sono le alternative che oggi Binance ha di fronte?

Data la rilevanza di Binance su scala mondiale – e dati anche i capitali che è riuscita ad accumulare successivamente al boom del comparto, sembrerebbe assurdo pensare che non troverà una strada per regolamentarsi in Europa. Rimane però difficile la posizione di taluni prodotti, come appunto quelli a leva superiore ai livelli consentiti da ESMA, che è l’authority che in Europa si occupa di fissare anche i canoni dell’investimento a margine.

Con una piccola segnalazione per lo stringatissimo comunicato emesso da CONSOB: attaccare gli stock token, che sono degli asset che replicano un’azione fisica e che vengono emessi da società tedesca in possesso di regolare licenza per operare in tutta Europa è stato, almeno a nostro avviso, quantomeno curioso. Non che CONSOB abbia questa grande rilevanza nel quadro europeo – così come non ce l’ha l’Italia per il mercato mondiale di criptovalute. Ma vedere un ente che dovrebbe regolamentare i mercati intervenire in modo così impreciso, non può che lasciare perplessi.

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