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Bitcoin per il popolo Ucraino | Come donare Btc in Ucraina

CONTENUTO A SCOPO BENEFICO: Bitcoiners per l’Ucraina, ma si può donare anche attraverso Ethereum e Tether su rete Tron. Come avevamo anticipato, le criptovalute e Bitcoin avrebbero giocato un ruolo rilevante all’interno del terribile conflitto che sta avendo luogo da qualche giorno in Ucraina, in seguito all’invasione russa.

Gli sforzi di tutti i principali soggetti legato al mondo delle criptovalute hanno ora un canale di sbocco ufficiale, perché l’Ucraina ha ufficialmente attivato wallet verso i quali è possibile donare liberamente. E tramite i canali bancari quello che sta accadendo oggi non sarebbe mai potuto accadere.

Attivazione wallet Ucraina
L’Ucraina attiva wallet ufficiali per le donazioni in Bitcoin, Ethereum e USDT

Nessuno avrebbe potuto donare per la resistenza ucraina con questa velocità, con questa immediatezza e a costi così bassi. E, cosa più importante, nessuno avrebbe potuto farlo in sistemi completamente permissionless, ovvero senza che nessuno si possa frapporre.

Anche noi di Criptovaluta.it abbiamo donato – e dimostreremo dopo come – durante quello che è un punto di svolta per il mondo ad ogni livello. Geopolitico, ma anche finanziario. E tutti, ancora oggi, possono farlo.

L’Ucraina attiva tre diversi wallet per le donazioni in criptovalute

Questa è la vera novità di ieri. Fino ad allora infatti si erano attivate solo fondazioni e gruppi di interesse, che avevano comunque già ricevuto una quantità importante di donazioni da tutto il mondo. La svolta è arrivata con l’attivazione di tre diversi wallet, uno su Bitcoin, uno su Ethereum e uno su USDT via Tron. Wallet che sono stati, in senso positivo, presi d’assalto dalle donazioni.

Stai dalla parte del popolo ucraino. Da adesso accettiamo donazioni in criptovalute. Bitcoin, Ethereum e USDT.

Questo il Tweet ufficiale che è stato poi confermato anche da fonti indipendenti come veritiero e che ha dato il via alle donazioni in criptovalute per il popolo ucraino.

Come si dona?

Semplicemente inviando Bitcoin, Ethereum o Tether con una normalissima transazione. Gli indirizzi sono i seguenti.

  • Bitcoin: 357a3So9CbsNfBBgFYACGvxxS6tMaDoa1P

A questo indirizzo sono già arrivati oltre 35 Bitcoin donati da 3.700 wallet diversi.

  • Ethereum: 0x165CD37b4C644C2921454429E7F9358d18A45e14

A questo indirizzo possono essere donati sia Ethereum (ne sono arrivati quasi 1.700 nel momento in cui scriviamo il nostro approfondimento e circa 800.000$ in USDT).

  • Tron: TEFccmfQ38cZS1DTZVhsxKVDckA8Y6VfCy

E questo è stato confermato anche da Justin Sun, che è leader del progetto Tron e che ha anche donato 200.000 in apertura.

Una risposta importante da parte della community legata alle criptovalute, con le donazioni che continuano ad arrivare e che probabilmente lo faranno per tutta la durata del conflitto.

Lo abbiamo fatto anche noi, nel nostro piccolo, donando attraverso il canale Bitcoin che è stato attivato dall’Ucraina, e ne spiegheremo i motivi ulteriori nel seguito di questo approfondimento.

Un punto di svolta per le criptovalute e Bitcoin: il denaro libero e neutrale per tutti

Qualcuno sta sollevando polemiche sull’utilizzo politico delle criptovalute e di Bitcoin, prendendo però a nostro avviso una cantonata. Bitcoin è lì che funziona per chi vuole donare qualcosa a qualcuno, per entrambi i lati e senza che ci sia alcuna costrizione. E senza che ci sia alcun tipo di limitazione, cosa che non sarebbe stata possibile attraverso i classici canali bancari.

Le donazioni, e lo abbiamo scritto anche in un nostro Tweet, sono partite e arrivate di sabato, mentre attraverso i soliti canali questo non sarebbe stato mai possibile. Né per tempistiche, né per libertà, perché inviare denaro all’estero e in zone di guerra solleva sempre qualche sopracciglio da parte delle banche.

E segnalazioni, e indagini, e in alcuni casi anche minacce di chiudere i conti. Chi non è d’accordo su come si stiano utilizzando i network di Bitcoin e di Ethereum dovrà mettersi l’anima in pace: sono nati per restituire a tutti la libertà di inviare valore verso chi preferiscono, senza l’intromissione di banche, stati, governi e di avversari politici. Una libertà che in queste ore potrebbe giocare un ruolo fondamentale per chi si sta difendendo da un’invasione.

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