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USDC risponde alle critiche… | “Riserve al sicuro” e stablecoin è stabile!

Il bear market e le incertezze derivanti dal mondo macro sono da sempre fonte di FUD piuttosto articolato. I primi bersagli sono sempre o quasi gli stablecoin e dopo Tether è, questa volta, anche il turno di USDC.

Diverse polemiche hanno attraversato social e riviste specializzate nelle ultime settimane, con il gruppo che ha deciso di fare chiarezza sullo stato delle sue riserve, se mai ce ne fosse stato il bisogno.

Sulla solidità di USDC, come vedremo, c’è poco di cui discutere. Un bicchiere d’acqua fresca durante l’incendio dei mercati, segno che comunque non tutto è da darsi per perso. Potremo investirci con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale con il TOP dei servizi per il TRADING – intermediario che ci offre la possibilità di investire su 75+ cripto asset, i migliori asset scelti dal broker in questione.

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USDC è solido? La risposta dell’azienda

Un tanto atteso e benvenuto approfondimento che ha trovato ospitalità da Forkast e che ci aiuterà a fare un po’ di chiarezza per quanto riguarda la situazione delle riserve di USDC, il secondo degli stablecoin a livello mondiale per quanto riguarda la capitalizzazione di mercato, subito dopo Tether.

Situazione Circle USDC
Una situazione per ora tranquilla

Il FUD, se così vogliamo chiamarlo, ha iniziato a circolare già da qualche settimana, ripreso a nostro avviso con una certa leggerezza anche da personaggi molto visibili, e da lì in poi è stato oggetto di un’escalation importante, che ha costretto l’azienda a parlare più volte pubblicamente di come sono gestite le riserve che ne garantiscono l’ancoraggio al dollaro.

  • Tutte le riserve sono presso istituzioni terze

Seguendo in questo senso tutte le normative negli USA. E quindi sono in un certo senso fuori dalla disponibilità di USDC e di Circle, l’azienda che gestisce il progetto. È una misura di sicurezza sicuramente incoraggiante, che fino a prova contraria riuscirà effettivamente a mantenere il token ancorato al dollaro USA.

  • Le riserve non sono state mai prestate a terzi

Una delle preoccupazioni più importanti in un momento di contagi e fallimenti per il comparto. Non essendo nelle disponibilità dell’azienda, i dollari che sono a riserva per il mantenimento del peg non sono stati mai prestati a terzi. E anche questo dovrebbe contribuire a tranquillizzare gli animi, in un momento piuttosto delicato per tutti i mercati finanziari.

I ritorni sono interessanti

Va chiarita un’altra questione che riguarda USDC: l’azienda che lo gestisce non è un’opera caritatevole e deve cercare di incamerare profitti. Questo avviene utilizzando una parte delle riserve per comprare titoli di stato USA a breve scadenza, titoli che sono correttamente considerati come tra i più sicuri a livello mondiale.

Tali ritorni vengono incamerati dall’azienda – e questa è la fonte principale per il gruppo. Fonte che deve far fronte alle spese del business, nonché a diversi piani di incentivi per rendere il protocollo più diffuso. E questa era stata una delle preoccupazioni di chi ha diffuso notizie preoccupanti sul gruppo. Per ora non dovrebbero esserci grossi problemi: i dollari di backing per USDC rimangono comunque separati da queste operazioni.

L’attacco di Taibbi

Parte del FUD è stato rintuzzato da Matt Taibbi, con un articolo che ha avuto un buon grado di circolazione nelle ultime ore. Si avanzano polemiche sullo stato delle licenze in tre stati USA, polemiche in realtà poco fondate perché in uno di questi tre stati Circle ha oggettivamente licenza e negli altri due non è prevista.

Con qualche polemica invece più fondata sull’ingresso di BlackRock e sullo status effettivo delle riserve degli utenti nel caso di fallimento del gruppo. Questioni che su Criptovaluta.it continueremo a seguire giorno per giorno, sempre allo scopo di offrire un’analisi indipendente di quanto sta avvenendo sul mercato.

Anche i gruppi più solidi possono avere problemi, ed è più che giusto preoccuparsi. Tuttavia meglio evitare di credere a qualunque polemica venga innescata da social intossicati da una fase di prezzi non entusiasmante per nessuno.

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