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OPENSEA MERGE ETHEREUM

Ethereum Merge: OK di Opensea | Ma sbatte la porta in faccia a ETHPOW…

Altra tegola sugli scissionisti che vorrebbero forkare Ethereum per rimanere in Proof of Work. Dopo tante defezioni importanti, da parte dei progetti principali che girano in questo ecosistema, ora incassano anche il niet di OpenSea, il più importante marketplace al mondo per quanto riguarda i non fungible tokens.

Non ci sarà pertanto speranza di vedere eventuali NFT forgiati sul fork PoW di Ethereum supportati da un marketplace senza il quale, almeno oggi, è davvero difficile farsi strada. Altra defezione importante, abbiamo detto, dopo quelle di Tether e di Chainlink, segno che la community anche business che ruota intorno ad Ethereum sembrerebbe essere decisamente compatta per il merge.

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Anche OpenSea contro il fork Ethereum PoW

Verrebbe da chiedersi a questo punto, fatto salvo Justin Sun, chi sia ancora disposto a supportare il fork di Ethereum che è nato da uno sparuto gruppo di anonimi “scissionisti” e che punterebbe a mantenerlo in Proof of Work. Un tentativo di fork di cui abbiamo già abbondantemente parlato sulle pagine di Criptovaluta.it e che dovrebbe quantomeno provare ad essere pronto per la data del merge, che all’hashrate attuale dovrebbe essere quella del 15 settembre prossimo.

OPENSEA SI TIRA INDIETRO POW ETHEREUM
Anche OpenSea si tira indietro

Una situazione che però ha ampiamente del paradossale, perché non solo i progetti più “tecnici” come Tether e Chainlink hanno già confermato l’assenza dal fork, ma perché anche quelli di vanità e legati al mondo NFT sembrerebbero essere dello stesso avviso.

Supporto totale anche da parte di OpenSea dunque per il merge che renderà Ethereum un sistema in Proof of Stake per il consenso, cosa che trova tra le altre cose l’appoggio maggioritario anche nella community legata a questo progetto. Con gli scissionisti (che non si è capito bene ancora se siano interni o esterni) che hanno riscosso almeno per ora scarsi consensi.

Senza supporto dei progetti commerciali non si va da nessuna parte

Inutile forse anche girarci intorno: impossibile pensare di avere un qualunque tipo di effetto sul mercato se i progetti commerciali si rifiutano di sostenere un tentativo di fork. Se così dovessero continuare le cose, l’evoluzione più probabile del tentativo di fork è un fallimento già sul nascere, con qualcuno che forse proverà a monetizzare il doppio token per poi non farsi più vedere.

L’unico effetto sorpresa possibile sembrerebbe essere quello legato a Justin Sun, che ha già dichiarato pubblicamente il suo sostegno a questo tipo di attività. Sostegno che però potrebbe essere non sufficiente affinché il progetto spicchi il volo sul serio.

15 giorni esatti al merge?

Così sembrerebbe, se così dovesse rimanere fino alla fine la situazione dell’hashrate che è dedicato al mining Ethereum. Tutto dovrebbe avvenire il prossimo 15 settembre, con la possibilità che ci siano oscillazioni di qualche ora e, cosa meno probabile, di qualche giorno.

Noi ne parleremo domani con Marco Crotta aka Blockchain Caffè, cercando di capire dove si dirigerà Ethereum dopo la più importante evoluzione della sua storia e anche di qualche questione tecnica che potrebbe essere sfuggita ai più. L’appuntamento è per domani, venerdì 2 settembre, alle ore 15:00, sul nostro canale YouTube.

Per l’hard fork sembrerebbe a questo punto impossibile prendere piede

Da un lato perché abbiamo alle spalle da analizzare anche quanto abbiamo visto accadere con Ethereum Classic, che di trazione effettivamente non ne ha mai avuta troppa. Dall’altro perché mancano proprio le basi per offrire quei “servizi” che hanno reso il mondo di Ethereum tanto popolare e tanto utile.

Difficile pensare in questo momento che le cose vadano diversamente, a meno di clamorosi stravolgimenti che al momento non sembrano essere all’orizzonte.

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