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NFT: prenotazioni per gli alberghi | L’idea dell’azienda italiana

Takyon ha lanciato un sistema di prenotazione per soggiorni in albergo basato sui Non Fungible Token. L’azienda italiana, che si definisce come il primo exchange dedicato ai viaggi, sta compiendo una piccola rivoluzione nel settore turistico.

I clienti possono prenotare un soggiorno presso una struttura ricettiva sotto forma di NFT. Il titolo può essere utilizzato per andare in vacanza, ma può anche essere liberamente rivenduto ad altri utenti. Quella dei biglietti NFT non è una novità assoluta, con le imprese ricettive che si preparano ad adottare la blockchain e i suoi vantaggi. E c’è già chi potrebbe pensare a speculazioni sui viaggi.

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Prenotazioni NFT, ora anche in albergo

Takyon si descrive sul sito ufficiale come The First Travel Exchange, una piattaforma dove poter acquistare e rivendere viaggi, come se si trattasse di qualsiasi altro oggetto di proprietà. I titoli sono venduti sotto forma di NFT, e i clienti possono utilizzarli oppure venderli liberamente ad altri utenti.

Abbiamo voluto creare un paradigma del tutto nuovo, nel settore della ricettività. Dobbiamo superare la logica dei titoli nominali per abbracciare il concetto di titolo legato ai Non Fungible Token. I clienti saranno liberi di vendere e scambiare le loro prenotazioni.

Così Antonio Picozzi presenta gli innovativi servizi di Takyon, di cui è e co-fondatore e amministratore delegato. A fargli da sponda è il socio Giuseppe Monteleone, che annuncia con orgoglio il rilascio del primo NFT a firma Takyon: un soggiorno presso un’esclusiva struttura sulle rive del lago di Como.

NFT ALBERGHI DI TAKYON
Un’altra intelligente applicazione della tecnologia

Nomi italiani per un’impresa tutta italiana, che lanciando l’iniziativa sottolinea per voce dei suoi titolari (il terzo è Niccolò Francesco Marino) i vantaggi tangibili per gli utenti. Grazie a questa piccola rivoluzione i titoli di viaggio diventano dei veri e propri asset digitali, con la blockchain a certificarne la proprietà. Questo vuol dire ad esempio, che è possibile vendere un titolo di cui si è possessori, e gli altri utenti possono acquistarlo anche senza conoscere affatto il venditore.

Vantaggi tangibili anche per gli albergatori, che in questo modo snelliscono la laboriosa trafila che sta dietro al tradizionale processo delle prenotazioni e delle eventuali disdette. Gli operatori turistici si assicurano inoltre un incasso immediato, mentre i clienti sono decisamente più tranquilli sapendo che possono tentare di vendere il titolo nel caso si trovassero impossibilitati a partire.

La blockchain al servizio del turismo

Non posso partire? Non c’è problema: vendo il biglietto e recupero nel wallet quanto speso per l’acquisto. Ma pensandoci bene si potrebbe fare di più: si può comprare un pacchetto per una destinazione molto gettonata durante la bassa stagione, quindi quando i costi sono più bassi, per rivenderlo in alta stagione a un prezzo più alto. Una speculazione sui viaggi a tutti gli effetti.

Ma al di delle innumerevoli declinazioni che potrà prendere l’iniziativa ci fa piacere notare come un’azienda italiana stia portando avanti questa piccola rivoluzione. Piccola perché in realtà quelli che chiamiamo biglietti NFT esistono da tempo, e sono molto in voga all’interno di manifestazioni quali concerti, partite di calcio e grandi eventi.

Per tornare invece nel settore del turismo abbiamo visto diverse compagnie aeree adottare soluzioni simili. L’argentina Flybondi ad esempio si è affidata ad Algorand per i suoi NFTicket, titoli di viaggio che i clienti possono liberamente vendere o cedere ad altri, in maniera del tutto simile a quanto introdotto dall’italiana Takyon per gli alberghi. Di possibilità sbloccate da questo mondo potrebbero essercene davvero d infinite.

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