Qualche tempo fa qualcuno fece notare che l’improvviso interesse dell’Unione Europea per gli unhosted wallet e la scelta degli exchange come interlocutori privilegiati non prometteva nulla di buono. Altri, sempre schierati con chi sapete voi, fecero notare che si trattava in realtà delle legittime preoccupazioni di un super stato sì, ma con lo stesso amore per i propri figli di un padre attento e premuroso.
Ora, almeno secondo i documenti che stanno circolando in queste ore, siamo finalmente alla resa dei conti. E, lo ammettiamo, avremmo preferito avere torto. Cripto tasse per 2,5 miliardi di euro potenziali di gettito, con gli exchange, neanche a dirlo, a fare da ponte tra l’individuo tassabile e le casse dell’Erario.
Qualcosa di prevedibile? Assolutamente sì. Qualcosa che sarà l’ennesimo regalo per gli exchange offshore? Probabile. Tutto questo mentre i mercati ignorano la notizia, segno inequivocabile della scarsa rilevanza alla quale l’Europa si è auto-condannata. Noi potremo comunque continuare a fare trading o investimenti nel mondo cripto, ricorrendo ai servizi di società europee come eToro vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con STRUMENTI PREMIUM – intermediario che ci offre cripto e Bitcoin a listino in un contesto ideale anche per la speculazione.
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Tasse, tasse e ancora tasse sulle cripto in UE: 2,5 miliardi di gettito previsti
Si era partiti con il desiderio nobile di proteggere gli utenti. Poi si era passati ad un attacco frontale, a mezzo stampa e pure legale, contro gli unhosted wallet, o in altre parole i wallet dei quali siete unici custodi. Poco dopo si è finiti finalmente, e come ampiamente prevedibile, a parlare di tasse. Ulteriori? Probabilmente sì, perché l’UE, secondo un dispaccio che sta circolando in questi giorni, prevederebbe addirittura nuove entrate per 2,5 miliardi di euro.
Nuove entrate che saranno a carico, almeno nelle intenzioni del legislatore, di detentori di Bitcoin e di criptovalute non appena questi andranno a realizzare dei profitti. Ma c’è di più, perché a fare da ponte tra gli appetiti dell’Unione Europea e dei paesi membri ci saranno proprio loro, ovvero gli exchange.
Gli stessi exchange che devono applicare le norme relative al Know Your Customer, ovvero identificare chiunque abbia a che fare, saranno quelli che agiranno o da esattore in via diretta, oppure in reporter di quanto abbiamo comprato, venduto e/o guadagnato. Cosa che per chi sogna tassazioni eque e tutti che paghino le loro tasse potrà sembrare cosa buona e giusta, ma che nasconde al tempo stesso delle insidie.
Gli obblighi informativi saranno molto gravosi per gli exchange
Ulteriori complicazioni per chi vuole aprire il suo exchange e non può permettersi, per essere competitivo, enormi uffici che si occupano di compliance, ovvero di seguire ogni regola e capriccio del regolatore.
Pagare le tasse? Ok. Sta di fatto che a poche settimane dalla debacle di FTX, che pur era regolarmente registrata in Europa e che pur non è ancora oggetto di inchiesta o indagine nello stesso continente.
Ci saremmo aspettati un altro tipo di impegno in Europa, da inguaribili sognatori quali siamo. E invece la cosa rimarrà probabilmente un sogno ancora per un po’, mentre in UE sono più preoccupati di mettere le mani in tasca agli hodler di un comparto che ha fatto il -80% in un solo anno. Chissà come avranno calcolato quei 2,5 miliardi di gettito.
Più uno Stato è in difficoltà più alta è la pressione fiscale. Negli anni hanno messo in ginocchio quello che era il bene rifugio per eccellenza degli italiani l’immobiliare. Comunque queste non sono tasse ma per capirci chiamiamole col loro vero nome “TANGENTI”. Buona giornata
Oltretutto in difficoltà per i propri errori… E a noi oltre al danno degli errori di altri, la beffa di doverli pure pagare.
Giornata matematica oggi, si perché la domanda che chiude l’articolo è interessante e potrebbe essere l’unica reale previsione dei prezzi a cui possono arrivare Bitcoin e cripto.
Si perché se le imposte sono previste per 2,5 miliardi e tenendo conto della tassazione in vigore oggi in Italia che è del 26% e quindi di 1/4 della plusvalenza, sapendo quante persone investono in BTC in Europa sarebbe possibile ricavare un ipotetico target di prezzo.
Ci sono diverse incognite, la prima il prezzo iniziale di BTC a cui è stato acquistato, considerato che più del 50% dei wallet sono in rosso e che il massimo di btc è stato di 69k si potrebbe fare una media di partenza e quadruplicarla.
Considerando poi che fino a che la legge è questa in Italia possono essere tassati valori al di sopra dei 51k la cosa potrebbe anche semplificarsi.
Poi la seconda incognita quanto ogni investitore ha messo di partenza, si potrebbe fare comunque una media.
Non so se mi seguite.
Dai Jacopo facci il conto!😃
La UE non ha la minima idea dell’argomento di cui parla. Questi numeri hanno la stessa identica affidabilità di uno che dice di esser stato rapito dagli extraterrestri per 58452165 secondi
Intanto in Italia già dal 31.12 probabilmente pagheremo il bollo dello 0,2%. Meno male che non valgono fiscalmente i passaggi da cripto a cripto , altrimenti che casino sarebbe stato.