Home / Bitcoin: sparito il 10% di coin | Gli exchange a secco

BITCOIN EXCHANGE SPARITI

Bitcoin: sparito il 10% di coin | Gli exchange a secco

A un mese esatto dall’avvio delle procedure fallimentari ex Chapter 11 di FTX possiamo tirare le somme su quanto avvenuto a livello di exchange e di riserve che gli utenti vi custodiscono. Un mese che ha visto una fuga importante di Bitcoin e delle altre criptovalute, segnale del fatto che la fiducia in questo tipo di intermediari si è ridotta in modo importante.

Siamo arrivati a una sorta di plateau? Dipende dall’angolo dal quale si guarda alla questione. I numeri secchi parlano di almeno un 10% di Bitcoin che avrebbero lasciato le riserve degli exchange. Numero importante, che racconta forse dell’avvio di un nuovo corso per un grande numero di utenti. Corso che prevede una gestione più diretta dei propri $BTC.

Una situazione che tra le altre cose sembrerebbe aver fatto del bene a Bitcoin, che possiamo trovare anche, a scopo speculativo, su eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli strumenti di trading – intermediario che ci permette di investire su 78+ asset del mondo cripto senza spendere una fortuna in commissioni e con accesso a strumenti avanzati di trading.

Possiamo sfruttare eToro anche per fare trading automatico grazie al CopyTrader, sistema che ci permette di investire copiando le posizioni e le strategie dei più bravi trader senza pagare nulla in più. Con gli Smart Portfolios invece abbiamo accesso al mercato cripto in panieri in stile ETF.

Ancora Bitcoin via dagli exchange: in 30 giorni -10%

Per dare una proporzione all’evento, stiamo parlando di circa 200.000 Bitcoin, che valgono circa il 10% del monte di circa 2 milioni di $BTC che vengono attualmente custoditi dai principali exchange su scala mondiale. Una somma impressionante per due ordini di motivi. Il primo è meramente quantitativo: sono tanti $BTC che sono stati portati altrove.

Bitcoin exchange riserve
In blu l’andamento dei Bitcoin sugli exchange

Il secondo è, se vogliamo, più di carattere narrativo. In molti, dopo l’incredibile fallimento di FTX, non sembrano sentirsi più sicuri nel custodire presso terzi i propri Bitcoin e le proprie criptovalute.

E questo sembrerebbe essere valido anche quando ci sono processi relativamente complicati di garanzia, come quelli intrapresi da Binance oppure ancora da Crypto.com.

Una situazione irreversibile? Se dovessimo puntare qualche denaro oggi, punteremmo sul fatto che in molti, tra qualche tempo, avranno quasi completamente dimenticato la questione, il che non vuol dire che in molti altri non avranno invece deciso che ai propri Bitcoin vogliono pensarci loro.

Cosa significa questo per gli exchange?

Dipende dalle modalità operative degli exchange stessi. Tali intermediari non sono in alcun modo autorizzati ad operare con riserva frazionaria, ovvero cedendo in prestito parte dei depositi dei clienti. E così dovrebbero comportarsi, anche se storicamente non sempre lo hanno fatto.

In aggiunta, per evitare che si inneschi il panico che negli scorsi giorni ad esempio ha cercato di travolgere (senza riuscirci) Crypto.com, le riserve dovranno essere mantenute immediatamente liquide, così da non rallentare mai le operazioni di eventuali prelievi richiesti dai clienti.

Discorso poi ancora diverso per chi opera come lender, ovvero quelle società in stile Celsius che raccoglievano capitali presso gli utenti e li prestavano a terzi, riconoscendo loro un piccolo tasso di interesse. Pensare che gli utenti tornino a fidarsi di tale attività, almeno finché la ferita sarà ancora fresca.

  • Emergeranno le banche?

In pochi nell’ambiente vogliono parlarne, ma a nostro avviso questa potrà essere una possibilità concreta. Le banche godono di fiducia e anche di maggiore regolamentazione e almeno in quei paesi dove sono più ricettive nei confronti delle novità potrebbero cercare di sopperire al fallimento degli operatori crypto native.

Sì, tanto in termini di exchange quanto in termini di servizi accessori, come ad esempio l’offerta di depositi retribuiti. Per tutto il resto, anche questo andrebbe ricordato agli astanti, i protocolli DeFi si sono dimostrati egregiamente in grado di offrire servizi sicuri ai clienti, che hanno funzionato come il proverbiale orologio svizzero anche nel mezzo del caos più totale.

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments