Il terribile 2022 che ci siamo appena lasciati alle spalle non sembra aver costretto le grandi imprese che guardano alla blockchain alla ritirata. Il caso di cui parliamo oggi è quello di Square Enix, una delle case di produzione di videogiochi più importanti al mondo. Impresa che ha già annunciato piani importanti per lo sfruttamento di questa tecnologia e che ha rinforzato e rinnovato i propri propositi all’interno della classica lettera riservata agli azionisti.
In soldoni ancora investimenti aggressivi e ancora apertura a queste nuove tecnologie anche per il gaming. Una conferma che forse in pochi si sarebbero aspettati, tenendo conto delle pessime performance, anche in termini di accettazione presso l’opinione pubblica, dell’intero comparto.
E invece possiamo aprire l’anno con questa ottima notizia, che potrebbe aiutare anche protocolli che sono nati proprio per il gaming, con i relativi token che sono disponibili anche su eToro – qui per testare anche il TRADING AUTOMATICO gratuitamente, intermediario che offre 78+ crypto asset, diversi dei quali proprio all’interno del mondo del crypto gaming.
Square Enix conferma il suo impegno per il gaming su Blockchain
Seguiamo la vicenda ormai da qualche mese e la prima buona notizia che possiamo darvi per questo avvio di 2023 è che in realtà l’impegno non solo confermato, ma probabilmente anche rafforzato, magari approfittando del fatto che con la calma tipica del bear market c’è forse maggiore spazio per costruire.
Al centro di questa notizia c’è Square Enix, una delle case storiche di produzione di videogiochi, una casa che ha prodotto e pubblicato gli storici titoli della serie Final Fantasy, così come alcuni episodi di Tomb Raider e tanti altri titoli che hanno fatto la storia del mondo dei videogiochi. L’azienda, in una lettera destinata agli azionisti, ha rinnovato i suoi voti di fedeltà alla blockchain e a tutti gli strumenti che permettono il gaming crypto.
Guardandola dal di fuori, crediamo che sia corretto dire che la blockchain abbia ottenuto riconoscimento importante come campo di sviluppo nel 2022, così come è stato evidenziato dal fatto che “Web3” sia diventata una buzzword tra le persone che gestiscono business. Ad ogni modo, l’anno che si è chiuso ha anche fatto registrare un’importante volatilità sul mercato cripto e su quello NFT, che hanno seguito gli importanti cambiamenti nello scenario macro.
Aggiungendo poi, ed è questa la parte più importante della missiva, il rinnovato impegno a cercare di sfruttare le opportunità di business che ad avviso di Square Enix sarebbero in questo comparto.
Il gruppo poco più di un mese fa ha annunciato il suo gioco con NFT integrati, al culmine di un cammino di avvicinamento al settore che ha visto diversi passi consequenziali, a partire dalla partnership con Oasys, uno dei protocolli ai quali guardare con maggiore attenzione nel corso del 2023.
Square Enix sarà da sola? Difficile fare previsioni
In realtà l’integrazione del mondo cripto all’interno dei videogiochi non ha ricevuto grande sostegno da parte dei videogiocatori, molti dei quali ragionevolmente preoccupati del fatto che questo tipo di strumenti siano in realtà funzionali ad un ulteriore monetizzazione dei titoli da parte delle case produttrici.
Del tema abbiamo ampiamente discusso all’interno di diversi approfondimenti su Criptovaluta.it, e continueremo a seguirlo ora che, nel 2023, si entrerà probabilmente nel vivo. Con diverse case che potrebbero seguire la via maestra che Square Enix sta provando a disegnare.
I videogiocatori continueranno ad esercitare pressioni, nella speranza di ottenere un’integrazione più equa e che non sia soltanto un’operazione estetica per seguire la buzzword del momento. Pressioni che chi vi scrive sostiene, invitando però a non buttare il proverbiale bambino con l’acqua sporca: c’è tanto che il mondo della blockchain può fare per il futuro del gaming.
Tomb Raider ragazzi, sembra strano ma non è Tomb Rider.
L’adozione di nft per le case videoludiche è ancora una chimera: hanno paura del mercato tra giocatori. Se posso comprare un oggetto/arma/calciatore da un altro giocatore non sono obbligato a comprarlo dallo store in game: questo vuol dire meno soldi per la casa produttrice. Inoltre ci sono questioni legali – buona parte dei giocatori è minorenne, e lasciare un minorenne libero di spendere centinaia di euro se non di più è una bella gatta da pelare.
Saranno le piccole case ad aprire la strada un giorno con un modello di business innovativo ed efficace; le grandi case seguiranno a breve. Ma non faranno da apripista!
Piccolo typo, già corretto e grazie. Ma adesso quando esce puntualmente il 12enne che ha speso 500 euro in skin come la gestiscono?
Per ora 99 volte su 100 sbolognano la responsabilità sui genitori (“Giovannino non doveva avere accesso alla carta di credito di papà, se l’ha avuto è colpa di papà, noi non possiamo farci nulla! Noi siamo vicini ai genitori per un gioco responsabile!11!1!!”)
Spesso i genitori non contattano nemmeno la banca per un chargeback sulla carta di credito perchè questo si tradurrebbe nel locco dell’account di gioco, e il ragazzo lo sa benissimo e minaccia i genitori di ritorsioni (pensate a che livello siamo arrivati, btw)
Con le crypto la gatta da pelare è più tosta perchè mentre è quasi impossibile per un minorenne avere una carta di credito all’insaputa dei genitori, avere 34 wallet crypto lo sa fa fare anche un 13enne mediamente abile. Per non dire del fenomeno delle ragazzine/i che si prostituivano per ricariche telefoniche e vestiti… so già quale sarà il prossimo cavallo di battaglia dei regolatori: “con le crypto i minori si prostituiscono”. Ne riparlaimo fra un paio d’anni 🙁
Non mi intendo molto di NFT ma so che quelli legati a certi quadri di autore sono molto costosi e quindi chiedo a Jacopo o a qualcuno della redazione se mettiamo il caso che un’opera di un famoso artista costi un milione è possibile acquistarne solo una parte? per esempio un numero di NFT per un valore di 50.000euro? Sempre che ci sia la possibilità e poi rivenderli quando hanno aumentato il loro valore. Se non erro ogni NFT è unico perchè legato ad un prodotto specifico e ne rappresenta il valore sottostante e segue il valore di mercato del prodotto reale. Essendo dei prodotti nuovi sono molto ignorante in materia ma sono sicuro che diventerà un nuovo asset che proporranno anche le banche tradizionali. Buona giornata
assolutamente sì, e c’è chi l’ha già fatto! Si chiamano fractional NFT e fanno appunto quello che dici.
Tempo fa sulla rete Wax un’azienda di cui ora non mi ricordo il nome si è messa in collaborazione con la più grande società americana certificatrice, che da anni certifica appunto l’autenticità di carte e figurine (di baseball, basket, Pokemon, Magic eccetera). Sostanzialmente funziona così: il proprietario di un oggetto molto collezionabile e di valore (come appunto vecchie figurine, francobolli, monete, carte da gioco eccetera) porta il suo oggetto alla società1, che lo spedisce alla società2 che ne certifica l’autenticità. Avvenuto questo la società1 tiene l’oggetto in cassa e crea un numero di NFT limitato (di solito dai 10 ai 100, ovviamente tutti numerati) di quell’oggetto. Questi NFT vengono messi in vendita sui classici mercati nft ad un prezzo scelto dal proprietario dell’oggetto fisico. Se un compratore riesce a comprare tutti gli nft relativi ad un oggetto, può “riscattarli” e mandarli alla società1 che in cambio gli consegna l’oggetto fisico. Oppure può comprare solo uno/alcuni nft e tenerseli, e quando vuole può rimetterli sul mercato al prezzo che vuole.
La stessa cosa può essere fatta con opere d’arte di qualunque tipo, ovviamente!
Grazie Jacopo per la risposta. Molto gentile come sempre