Home / ONU e FT contro Tether | Paolo Ardoino: “Difesa vecchia guardia”

ONU e FT contro Tether | Paolo Ardoino: “Difesa vecchia guardia”

ONU e Financial Times contro Tether: usato per riciclaggio. La risposta del CEO Paolo Ardoino.

Arrivano nuove e pesanti accuse per Tether, questa volta dalle Nazioni Unite, che all’interno di un lungo report indicano in USDT uno dei veicoli più utilizzati per determinate operazioni di riciclaggio di denaro, e nello specifico nei token stable che girano su rete Tron.

Un’accusa che è stata ripresa da Financial Times, testata da sempre non morbida nei confronti del mondo crypto e Bitcoin e che parla di un utilizzo crescente di Tether all’interno di schemi di riciclaggio sempre più sofisticati.

E ci sarebbe anche il ritorno di vecchie modalità di riciclaggio nel sud est asiatico, che utilizzano i casinò e le piattaforme di scommesse online per ripulire importanti somme di denaro. Abbiamo anche raccolto la risposta di Paolo Ardoino, CEO di Tether a riguardo.

Tether: arrivano accuse dalle Nazioni Unite

Le accuse contro Tether sono contenute in un relativamente lungo report delle Nazioni Unite e in particolare dall’ufficio regionale del Sud Est Asiatico e Pacifico. All’interno accuse piuttosto elaborate che mettono al centro di operazioni di riciclaggio e di scam proprio l’utilizzo di Tether.

I casinò e le attività correlate con un altro volume di cash sono state veicolo per il riciclaggio bancario sottotraccia e per quello di denaro per anni. […] Lo sviluppo di casinò digitali scalabili e di soluzioni basate sulle crypto hanno super-caricato l’ambiente delle attività criminali nel Sud Est Asiatico e in particolare nel Mekong.

In altre parole, se grandi sigle del crimine asiatico sono tornate alla ribalta con le operazioni di riciclaggio, lo avrebbero fatto anche grazie all’esistenza oggi di sistemi come quello offerto da Tether, che permette di scambiare moneta ancorata al dollaro in modo relativamente semplice.

Un’accusa che – per quanto Tether sia in grado di difendersi piuttosto bene da sola – non sembra però tenere conto dell’irrilevanza dei volumi di utilizzo delle crypto in ambito criminale, almeno rispetto al circuito bancario classico.

Crypto e casinò sono il punto di minore resistenza per i gruppi del crimine organizzato.

Il tutto con la collaborazione anche di casinò che avrebbero regolare licenza nell’area.

La risposta di Paolo Ardoino

Abbiamo contattato Paolo Ardoino per una risposta sul tema, indirizzata tanto a Financial Times quanto all’agenzia delle Nazioni Unite coinvolta in queste accuse.

Come al solito il Financial Times sembra scrivere notizie basate su conoscenza scarsa dei fatti e decisamente favorevoli alla vecchia guardia della finanza tradizionale, la quale si trova travolta dal successo delle nuove tecnologie e sta annaspando nel cercare di non essere obliterata da queste. Condivideremo molto volentieri con l’UN le informazioni riguardanti l’uso di Tether e la nostra collaborazione con decine di agenzie di polizia in tutto il mondo per combattere l’uso illecito delle criptovalute. Abbiamo dimostrato, anche con recenti annunci, come Tether abbia bloccato centinaia di milioni collaborando con le massime autorità mondiali. Questo è possibile tramite la tracciabilità della Blockchain. In pratica Tether è la scelta più stupida per fare attività illecita. Infatti la verità è che il sistema bancario è usato in quantità oceanica, in quanto non trasparente come la Blockchain e molto più inefficiente nella tracciabilità. Questo si vede anche dalle multe colossali che sono state fatte nei loro confronti negli ultimi decenni.

Un commento che fa riferimento anche a recenti impegni di Tether anche in termini di congelamento fondi proprio per alcune delle truffe indicate nel report.

Financial Times gioca a difendere un sistema finanziario che fatica a tenere il passo con il mondo della blockchain? Vieni a dirci la tua sul nostro Canale Telegram Ufficiale.

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments