ArbiSmart: Arbitraggio Crypto, funziona o Truffa? Recensioni SHOCK

Arbismart è tante cose: un tempo veniva proposto come sistema per guadagnare dall’arbitraggio di criptovalute e oggi si è invece dotato di servizi più articolati. Sulla carta sarebbe un intermediario crypto con tanto di autorizzazione in Lituania, ma stanno davvero così le cose?

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E quanto viene raccontato, spesso a pagamento, altrove, è vero? Abbiamo analizzato in dettaglio quanto viene offerto da Arbismart – cercando anche tra le recensioni di chi è già passato e anche dall’esperienza che abbiamo noi con questo sistema.

E siamo pronti a raccontarvi l’Arbismart che abbiamo visto, cosa che abbiamo trovato necessaria dopo aver letto altrove di pezzi che, almeno a nostro giudizio, erano decisamente incompleti.

Cosa promette (ma mantiene?) Arbismart…

Le promesse fatte da Arbismart sono in realtà tante – molte delle quali incredibili. Ed è proprio sull’incredibilità di certi vantaggi che continua ad essere uno degli argomenti più discussi soprattutto tra i primi arrivati nel mondo crypto.

• Fai soldi senza fare nulla

Sit back and make a profit, ci dice il sito accogliendoci sulla pagina di registrazione. No experience needed, ovvero possibilità di fare soldi senza saperne nulla. Promesse che sono più che attrattive per chi è in cerca di guadagni facili.

• Compra le principali crypto ad un prezzo scontato

Tether, ma anche Bitcoin, Ethereum, Shiba Inu Coin e diverse delle principali criptovalute. Gli sconti arrivano fino al 50%, cifra anche questa ai limiti del credibile. Ma come si può accedere a certi sconti? Semplice: andando a bloccare la somma per periodi di depositi che vanno da 1 mese a 60 mesi.

• Un token per guadagnare

Ovvero $RBIS, token che si può acquistare per ottenere gli incredibili sconti proposti dalla piattaforma. Sul token – e sulle sue funzionalità vere e presunte – torneremo con maggiore dovizia di particolari più avanti nel corso della nostra guida.

• Rendimenti sulle crypto depositate

Anche qui si possono raggiungere percentuali enormi, almeno rispetto alla concorrenza. E non si tratta di percentuali promozionali. Sono percentuali accessibili a chi detiene, neanche a dirlo, token $RBIS.

• E cosa c’entra l’arbitraggio?

L’arbitraggio è stato per anni il cavallo di battaglia di Arbismart. Guadagnare dalla differenza di prezzo offerta dai diversi exchange crypto, in modo automatico e senza grossi rischi. Oggi però, almeno a guardare il nucleo di servizi offerti dal gruppo, sembrerebbe essere passata in secondo piano, almeno rispetto al token e ai guadagni che dovrebbe offrire.

Cosa offre davvero ArbiSmart?

Dopo essersi iscritti, è possibile cominciare ad utilizzare i servizi di ArbiSmart. Servizi che sono di diverso tipo e che abbiamo analizzato per quanto possibile.

• Deposito di criptovalute

È possibile depositare criptovalute, anche per comprare il token $RBIS. La lista di criptovalute supportate è breve e anche particolare, se vogliamo: BTC, USDT (solo su Ethereum), ETH, SHIB, XRP, il token di ArbiSmart, UNI, IMX, LINK, BNB, XLM.

• Non si possono vendere crypto

Visitando la sezione per vendere le crypto, non è possibile in alcun modo venderle e si viene accolti da una sezione che dice che ci verrà comunicato quando la vendita sarà appunto disponibile.

• Earn

Sono subito disponibili i programmi Earn. Possiamo bloccare le nostre crypto per un periodo variabile e ottenere rendimenti altrettanto variabili.

• Live Arbitrage

Una sezione che ha tutta l’aria di non essere più seguita da tempo. Sono presenti exchange con volumi zero (alcuni perchè falliti, come The Rock Trading).

• Acquisto del token RBIS

Che è il motivo di tanto scontento che si legge sulle recensioni online. Un token che è stato prima venduto senza listino e che ora vale una frazione della frazione del prezzo al quale in tanti lo hanno acquistato. Il token può essere acquistato anche con altre crypto.

• Comprare crypto a sconto

Si possono teoricamente comprare crypto con forti sconti. Vengono offerti sconti:

• del 15% per chi compra… almeno 10.000€ e le tiene in lock per 24 mesi;
• del 20% per chi ha in wallet almeno 5.000 RBIS;
• del 25% per chi ha in wallet almeno 15.000 RBIS;
• del 50% per chi ha in wallet almeno 50.000 RBIS;

A molti sembrerà un grande affare. In verità però c’è da discutere dell’utilità di tenere in lock quanto acquistato oppure di dotarsi di RBIS, token che come abbiamo già detto poco sopra, in realtà comporta delle questioni non banali nel calcolo… dei vantaggi.

Il token RBIS: tanti investitori hanno perso somme importanti

In realtà il lancio del token RBIS non è stato dei più felici. È stato per un periodo venduto direttamente dalla piattaforma in via esclusiva a prezzi importanti – c’è chi lo ha acquistato anche per 8€ al pezzo – e nel momento in cui scriviamo viene scambiato, in via molto teorica, a 0.0002022$. In via molto teorica, perché in realtà l’unico exchange al mondo che sembrerebbe avere scambi sopra lo zero è in realtà LATOKEN, exchange già conosciuto per i listing non esattamente brillanti.

Sempre nel momento in cui scriviamo, RBIS ha fatto registrare la bellezza di 380$ di volumi. Un progetto dunque che si può definire come più che morto e che difficilmente riuscirà a risollevarsi.

I difensori di ArbiSmart cercheranno di associarlo ad altre esperienze, come BNB di Binance, oppure ancora BEST di Bitpanda, o BGB di Bitget o ancora $CRO di CDC. Basterebbe dare uno sguardo al grafico ricavato da Coinmarketcap per rendersi conto di quanto avvenuto.

Pro e contro di ArbiSmart: perché non siamo per niente convinti

Questa sezione pro e contro non sarà uguale a quelle che siete abituati a leggere sulle pagine di Criptovaluta.it. Questo perché non siamo davanti – almeno secondo il nostro avviso – ad una piattaforma normale, nel senso di uno degli exchange che ci è capitato di recensire da queste parti. Ci sono diversi aspetti che non ci convincono e che riteniamo essere dei campanelli di allarme – e comunque delle motivazioni che dovrebbero farvi optare per altri tipi di intermediari.

• Exchange praticamente inesistente

Non è un exchange di criptovalute. Le crypto che depositiamo, almeno secondo quanto abbiamo visto dal nostro account, possono essere scambiate soltanto verso $RBIS, il token di cui sopra. Non possiamo fare swap da altre crypto a altre crypto – e non è possibile per il momento vendere.

• Arbitraggio?

A noi l’ipotesi arbitraggio crypto non ha mai convinto. Ci sono professionisti che si dedicano a questo tipo di attività su tutti i principali mercati – e che su quelli liquidi come BTC e le altre crypto top, lasciano davvero poco spazio agli arrangiati piccoli investitori. C’è un superalgoritmo? Che senso ha utilizzarlo per vendere servizi che prevedono lock di medio e lungo periodo? Non abbiamo mai trovato una spiegazione dettagliata del business model del gruppo, né conteggi trasparenti riguardanti l’operato in termini di arbitraggio.

• RBIS

La speranza è certamente l’ultima a morire. È però innegabile che ci sia stata una spinta importante per far acquistare un token che verrà ricordato come uno dei peggiori flop della storia delle criptovalute.

Le modalità di vendita saranno anche consentite dalla licenza di cui è in possesso, ma destano sospetto per un token che è organico al funzionamento di questo intermediario e che ha lasciato in molti insoddisfatti.

• Citazioni dai giornali

Sulla homepage di ArbiSmart campeggiano diversi link verso prestigiose pubblicazioni del mondo finanziario. Lo scopo è quello di offrire credibilità al progetto, ma andando a cliccare scopriamo che:

NASDAQ: la citazione di NASDAQ fa parte di un contenuto guest, che non è stato scritto direttamente da NASDAQ ma da Arbismart, tramite Dennis Müller.

Yahoo Finance: è in realtà il link ad un comunicato stampa ripreso da Yahoo Finance.

Binance: è il collegamento ad un contenuto automatico sul come comprare Arbismart, che non è listato dall’exchange.

Coinbase: il link rimanda in realtà ad una pagina generica dell’exchange.

BTC-ECHO: l’articolo è stato rimosso.

Altre pubblicazioni non fanno esattamente parte del novero del top del settore.

• Pubblicazioni a pagamento

Non vi è nulla di male nel fare pubblicazioni a pagamento. Tuttavia quando si compare su pubblicazioni che non hanno esattamente un buono storico… ovvero di quelle che pubblicizzano pre-sale ai limiti dello scam, il dubbio è certamente legittimo.

Non ci piace granché questo modo di pubblicizzarsi, al quale grandi exchange difficilmente ricorrono, soprattutto pubblicando degli articoli che superano un po’ quello che troviamo il limite corretto: non è mai a nostro avviso accettabile parlare di guadagni facili, soprattutto quando il contenuto è destinato ad un pubblico entry level.

• Trustpilot

Trustpilot è difficilmente tenero nei confronti degli exchange crypto. Tuttavia c’è una differenza sostanziale tra le recensioni che arrivano a Coinbase e Kraken – per citare due tra i più popolari – in termini negativi e che sono riconducibili in larga parte a truffe che abusano del nome di questi exchange – e quelle che invece sono arrivate a ArbiSmart.

I messaggi negativi riguardano principalmente il crollo di RBIS e delle promesse mancate di guadagno.

Alcuni degli utenti sono certamente inviperiti oltremisura per questioni che non dipendono forse da ArbiSmart, ma consigliamo a tutti di leggere le recensioni – tra positive e negative – prima di valutare di esporsi verso uno dei servizi offerti.

Le nostre considerazioni finali

ArbiSmart è un sistema che ha trovato una certa popolarità anche grazie a incessanti campagne pubblicitarie – anche attraverso canali meno ortodossi del solito. A nostro avviso quanto accaduto con RBIS e diverse delle promesse ancora fatte in homepage sono sufficienti per sconsigliarlo ai nostri lettori.

Mancano inoltre quelli che riteniamo essere i servizi di base di un exchange e mancano anche gli strumenti più utilizzati per l’investimento. Le possibilità di rendimento che diventano molto vantaggiose a fronte di lock estremamente lunghi espongono sia a rischi di controparte sia invece al rischio di movimenti importanti del mercato in quel lasso di tempo. Le pratiche pubblicitarie utilizzate da ArbiSmart sono poi un altro segnale che ci spinge a rimanerne più che lontani.

Gianluca Grossi, caporedattore di Criptovaluta.it

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