Continua il trend che sta tenendo il mercato crypto – e anche quello azionario – in stato di sovra-eccitazione. Upexi, una delle società che ha già investito nelle scorse settimane in Solana, ha annunciato un’ulteriore raccolta di capitale per una cifra di 200 milioni di dollari.
L’obiettivo è quello di portare a casa altri $SOL e arrivare ad un totale di 1,65 milioni di token. Upexi non è l’unica società che sta accumulando Solana. Anche Defi Development Corp ha piani simili (e già messi in pratica) e con ogni probabilità ne arriveranno anche degli altri.
Quanto vale un acquisto di questo tipo? Che tipo di impatto può avere sul mercato? Continueranno a comprare? E – come dice qui Franklin Templeton – questo tipo di società sono davvero un rischio per il mercato crypto, nel caso in cui dovesse presentarsi un bear market?
Un piano da 200 milioni di dollari
È un nuovo piano quello annunciato da Upexi. Piano che in realtà è stato già messo in opera e che ha fruttato al gruppo 200 milioni di dollari raccolti tramite emissione di debito convertibile e di azioni ordinarie.
200 milioni di dollari che saranno utilizzati per l’acquisto di ulteriori token Solana, che il gruppo h a intenzione di utilizzare in staking, ovvero per sostenere il protocollo e al tempo stesso guadagnare delle rendite proprio in $SOL.
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È un piano in realtà molto simile a quello che è stato implementato da Strategy, la società che si occupa di acquistare a mercato Bitcoin e che ne ha in cassa 597.325 – per un controvalore ai prezzi attuali di oltre 70 miliardi di dollari.
Per le società che si occupano di acquisti sul mercato altcoin, numeri probabilmente impossibili da raggiungere, ma che sono comunque importanti nell’ottica di mercato, perché permettono di avere pressione sui prezzi pre qualità di acquisti che sono comunque interessanti.
Quali sono i rischi per il mercato?
Ne abbiamo già parlato più volte su queste pagine. Il vero rischio è che in realtà le società che stanno acquistando ora – in un momento di grande euforia – criptovalute, si trovino poi nella necessità di vendere vuoi per sostenere il prezzo delle azioni, vuoi invece perché ci sono debiti da pagare in seguito ai bond emessi per completare gli acquisti.
Sono situazioni che andranno seguite molto da vicino, in particolare quando l’entusiasmo che si fa registrare ora sui mercati dovesse finire per venire meno.
Succederà? Non è detto, ma così come avvenne con i fondi di investimento privati a tema crypto nel precedente ciclo, anche le nuove società quotate potrebbero esacerbare certe dinamiche di mercato.
Con una grossa differenza però, che almeno per il momento dovrebbe placare gli animi: questa volta non si tratta di investimenti con leve molto elevate e allo scopo di fare pump e dump dei token. Si tratta di investimenti di respiro più ampio, che puntano sulla possibilità che ci sia un lungo bull market che si autoalimenta.
Funzionerà? Per ora queste mosse piacciono tanto a Wall Street. Le preoccupazioni, nel caso, dovranno arrivare quando certi meccanismi smetteranno di funzionare.
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