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Banche USA contro Ripple e Circle: troppo oscura la richiesta di licenza!

Arriva la risposta delle banche allo sbarco crypto nel mondo della grande finanza.

ABA, l’associazione che raccoglie le principali banche degli USA – e che tutela i loro interessi – ha inviato una lettera contestando la possibilità che vengano accordate licenze bancarie a diversi gruppi crypto, tra i quali Ripple (tramite una sua controllata) e Circle (per il suo USDC). La lettera cita mancanza di trasparenza nella documentazione inviata per la richiesta e la necessità di avere un dibattito pubblico nel caso in cui dovessero venir meno delle regole che da tempo tutelano il settore bancario.

Le richieste citate sono in realtà diverse. Oltre alle richieste di Circle e Ripple, c’è anche la richiesta da parte di Fidelity, gestore di fondi che è particolarmente attivo nel mondo crypto, con due ETF già quotati su Bitcoin e Ethereum e con uno in attesa su Solana.

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ABA contro crypto: chi la spunterà?

I rapporti del settore bancario con quello crypto non sono mai stati granché. I vecchi padroni dei circuiti che muovono il denaro hanno – sempre o quasi – vissuto le crypto come alternative non solo anarcoidi, ma anche di autentica minaccia al loro oligopolio.

Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca sono cambiate molte cose, a partire dalla possibilità per diversi gruppi crypto di avvicinarsi all’ottenimento di una licenza bancaria, per quanto limitata.

Subito dopo l’elezione che ha visto Trump diventare per la seconda volta presidente, Fed ha rimosso alcune limitazioni (di carattere più etico-morale che tecnico), che hanno portato sia Ripple, sia Circle a richiedere licenza, limitatamente per la gestione delle proprie stablecoin.

La cosa però non sembrerebbe essere piaciuta al settore bancario classico e tradizionale. ABA ha infatti inviato al regolatore una lunga lettera che indica diverse problematiche legate alla possibile approvazione della richiesta di licenza dei soggetti di cui sopra.

  • Dettagli troppo scarni

Secondo ABA nelle richieste di approvazione ci sono troppi pochi dettagli sul business model e su come saranno gestite le operazioni.

  • Cambiamenti alle policy richiedono dibattito pubblico

Secondo ABA, il ricorso a una procedura quasi completamente segreta, non permetterebbe di avere quel dibattito pubblico necessario per il cambiamento delle policy di OCC.

Un attacco al settore crypto?

Gli appassionati del settore crypto – che mediamente non nutrono grande affetto per il mondo bancario, vedranno in questa mossa di ABA l’ennesimo attacco al settore crypto, o comunque un tentativo di conservare una sorta di oligopolio che potrà essere trasmesso anche nel settore stablecoin, dove diverse banche classiche stanno già cercando di mettere piede.

Altri invece, più equilibrati, ci vedranno la reazione stizzita da parte di un settore bancario da sempre sottoposto a regole molto stringenti e che ora vorrebbe tutelarsi dall’arrivo dei punk delle criptovalute, che potrebbero giovarsi di un contesto regolamentare molto più aperto rispetto a quello del passato.

Quel che sappiamo di certo è che si sta per aprire una guerra importante negli Stati Uniti, che potrebbe effettivamente cambiare il mondo finanziario e dei pagamenti.

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