Gli ETF crypto negli USA stanno avendo un enorme successo. Ma ha davvero senso investire utilizzando strumenti di questo tipo, che in Europa esistono da tempo e che però non hanno mai avuto grande diffusione? (Per i più attenti: non sono tecnicamente ETF, ma il senso rimane lo stesso).
In realtà gli ETF non sono granché popolari in Europa per nessuno dei comparti finanziari che rappresentano. Anche sull’azionario i numeri sono molto più bassi di quelli americani – segno che c’è certamente meno attenzione verso questi veicoli.
Ha senso però utilizzarli per le proprie strategie di investimento? Dipende dai punti di vista e dipende dagli obiettivi. In generale però gli ETF hanno avuto una grandissima diffusione negli States in un pubblico che è più pratico e che investe guardando ai numeri più di quanto fanno gli europei.
Gli ETF hanno senso: ecco quando
Sarà un discorso sia generale, sia invece particolare sui singoli strumenti. E guarderemo insieme quando ha senso (e quando non ha senso) scegliere gli ETF per le nostre operazioni di investimento.
Abbiamo inserito tanti ETF nella nostra guida a 5 portafogli TOP per i mercati di oggi: leggila qui!
Sull’azionario: convengono sempre
Sembrerà una dichiarazione di quelle forti e troppo assolute per essere vere. Tuttavia la grande rivoluzione degli ETF, che sono diventati molto rapidamente gli strumenti più popolari per fare trading e anche investimenti di lungo periodo per il pubblico americano, è evidente per tutti.
Possiamo scegliere qualunque tipo di indice: da MSCI World se vogliamo un andamento che replichi le migliori borse mondiali, a un ETF su S&P 500 se vogliamo essere esposti verso gli USA. Ci sono anche prodotti sulle borse dei paesi più economicamente sviluppati che escludono gli USA.
Hai l’imbarazzo della scelta che è conveniente per tutta una serie di motivi:
- Costi di gestione: sono molto bassi, soprattutto sugli ETF che replicano indici molto liquidi;
- Pigrizia: non dovrai fare nulla, soltanto comprare e vendere l’ETF. Non dovrai ribilanciare il tuo investimento, non dovrai preoccuparti dei pesi specifici;
- Liquidi: gli ETF più utilizzati a livello europeo sono comunque molto liquidi e potrai venderli in qualunque momento senza trovarti davanti degli spread significativi;
- Comodità: sono molto comodi, perché con una sola quota di un solo prodotto puoi essere esposto verso tutti i mercati che preferisci.
Ci sono dei contro? In generale no, anche se:
- Devi controllare la composizione dell’ETF nel caso in cui si tratti di gestioni attive o di indici strani;
- Puoi commerciarli solo durante l’apertura delle borse. Anche le azioni singole avrebbero comunque questo tipo di problemi.
Da cosa stare in guardia:
- No a ETF poco liquidi: il rischio di pagare spread importanti è molto elevato;
- No a ETF con gestioni semi-attive: o comunque che replicano indici la cui composizione lascia troppo arbitrio al gestore;
- No a ETF dalle commissioni elevate. Perché talvolta si mascherano da ETF prodotti che sono delle gestioni nate per far guadagnare – tanto – i gestori.
eToro qui ti offre centinaia di ETF – che puoi inserire in portafogli anche con le criptovalute e con altri asset come le materie prime.
Sulle materie prime
Principalmente sull’oro: per tutti i motivi di cui sopra, è un’ottima idea. Sull’oro puoi investire fondamentalmente in due modi: o comprando CFD oppure altri tipi di contratti derivati.
Se la tua posizione è di medio o lungo periodo, i tanti ETF (che in realtà sono ETC, piccola differenza tecnica) sull’oro sono un’ottima alternativa.
Sulle crypto: no
Sembrerà una posizione assurda e di retroguardia, dato che questi prodotti stanno avendo tanta diffusione negli States. Tuttavia il nostro pubblico è già abituato ad utilizzare crypto exchange e ad avere, il più delle volte, dimestichezza anche con i wallet crypto.
Gli ETF crypto, a meno che non ci siano altri tipi di costrizioni (siamo un soggetto, ad esempio, che può operare solo in borsa), non hanno senso perché:
- Hanno costi di gestione che impattano direttamente sulla convenienza dell’investimento. Non sono altissimi, ma comunque impattano.
- Possono essere negoziati solo durante la settimana e a borse aperte. Il che vuol dire potersi potenzialmente trovare con asset fortemente svalutati al lunedì. O che comunque avremmo potuto vendere o voluto vendere per svariati motivi.
Capitolo Paniere: ci sono diversi ETF/ETP già attivi in Europa in forma di paniere. Ovvero hanno al loro interno diverse criptovalute, spesso seguendo indici propri del gestore. Anche in questo caso però non è sempre utile rivolgersi a questo tipo di prodotti. Anzi, il grosso delle volte è sconveniente. Sia per le questioni di cui sopra, sia perché questi prodotti almeno in Europa sono poco capitalizzati.
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Non sono assolutamente d’accordo con l’idea che non conviene dare ETF su crypto. Questa tesi è tipica di chi tra trading con le cripto. Ma se invece vogliamo fare holding? e se magari non siamo molto esperti di crypto, wallet e sicurezza nesperti e vogliamo minimizzare i rischi?
Allora gli ETP in crypto sono senza dubbio lo strumento migliore per questo motivi:
– si comprano e vendono facilmente sui classici canali banche e grossi broker
– hanno commissioni di gestione bassi (mediamente lo 0,25%)
– hanno una tassazione ridotta (26% invece che 33%)
– essendo degli ETP si possono acquistare su banche e broker in regime amministrato quindi senza sbattimenti per fare dichiarazioni fiscali
Se vuoi semplicemente fare holding magari facendo acquisti ripetuti per accumulare nel tempo l’ETP è lo strumento più semplice ed economico.
Buongiorno Vincenzo:
– Hanno commissioni alte, lo 0,25% per tenere ferma roba _non_ è economico.
– Si comprano e vendono facilmente… ok
– Hanno una tassazione ridotta: per ora non è vero, siamo con entrambi al 26%
– Ok sull’ultima, ma ci saranno novità
Per me personalmente avere accesso solo durante l’orario di borsa e commissioni così importanti sono un no-no. Però è chiaro che se esistono, anche con capitalizzazioni modeste come nel caso europeo, a qualcuno piacciono.
– il TER medio degli ETF del 25% per chi investe in ETF è un valore normale. Certo per una crypto no, ma vogliamo vedere quanto paga di spread in una giornata ad alta volatilità?
– la tassazione per il 2026 è del 33% lo ha stabilito la finanziaria.
– per il normale risparmiatore che non fa trading è fondamentale avere il regime amministrato senza sbattimenti fiscali
– per chi vuole fare accumulo è assolutamente indifferente se si può fare trading H24.
– Coinshares Phyisical Bitcoin a 1653 milioni di euro di AUM non si sento di definirla modesta capitalizzazione
se cerchi la semplicità e basta, come dici nel tuo post, hai probabilmente ragione. Fai due click sul pc, non devi imparare nulla di nuovo, non devi cambiare il 730 di una virgola, fine.
Questa semplicità la paghi cara però, sia in termini economici che in termini di reale possesso. Dato che sembra comunque che per te Bitcoin sia solo uno strumento speculativo non sprecheremo parole su insequestrabile, incensurabile, privato; a te va benissimo che lo tenga qualcun altro per conto tuo, con tutti i rischi annessi (sì, ce ne sono, ma non ci/ti interessano)
Ora, lo 0.25%… certo, se ci metti 100 euro stiamo parlando del nulla. Se ci metti 100mila euro (cifra a caso) ci lasci giù 250 euro all’anno. Per molti anni, se vuoi fare holding come dici.
Rimane la sottile ironia di pagare un intermediario perchè ti compri e tenga un qualcosa che è stato creato proprio per permetterti di eliminare l’intermediario… ma con l’ironia non ci si mangia, certo!
La distinzione ETF, ETC e ETN è invece rilevante perché è diversa la tassazione: se per ETC è ETN è identica a quelle delle azioni e degli altri strumenti finanziari, per gli ETF bisogna fare distinzione tra plusvalenze e minus valenze. Le minus sono redditi diversi di capitali quindi sono tassate come gli altri strumenti, le plus invece sono redditi di capitali per cui vanno ad imposta sostitutiva al 26% senza possibilità di compensarle con le minusvalenze. E il calcolo della plus e delle minus deve essere fatto operazione per operazione quindi se chiudo 3 operazioni in plus queste saranno tassate subito al 26% (se sono in regime amministrato) e le minus rimarranno accantonate fintantoché non si realizzeranno delle plus.
Quindi ritengo che gli Etf su azioni debbano essere utilizzati con cautela perché ad esempio estremizzando se ho solo etf quando chiudo un’operazione in plus vengo tassato e quando la chiudo in minus la minus rimane lì in attesa di essere compensata con plus di altri strumenti che non tratto ma dopo 4 anni scade: risultato inefficienza fiscale assoluta che può arrivare a costare il 52% del guadagno.
Etc su cripto: corrette molte analisi nell’articolo ma molti le usano perché hanno minus da compensare derivanti da altri strumenti.
Se vado sulle Crypto sono costretto al regime dichiarativo quindi sono già obbligato a fare la dichiarazione dei redditi per cui a questo punto potrebbe convenirmi avere tutti i portafogli in regime e quindi compensare i risultati tra di loro perché confluiscono tutti in dichiarazione dei redditi con tutti i vantaggi ulteriori del regime dichiarativo rispetto a quello amministrato
Gli altri problemi citati nell’articolo sono però soggettivi, se non faccio trading quotidiano anche il problema della differenza oraria di apertura delle contrattazioni è poco rilevante… Certo se sparano 2 missiloni nel weekend crolla tutto e con gli etc non riesci ad operare… Ma quanti se ne sono fregati e hanno mantenuto le posizioni quando è successo nei mesi scorsi rispetto a quelli che hanno liquidato… La maggior parte
Ciao, o non ti ho capito io oppure secondo me stai facendo confusione tra armonizzati e non armonizzati. Mi pare che gli ETF armonizzati vadano in compensazione con il resto dei titoli.
Detto questo: ok ottimizzare fiscalmente (che non è questo il caso, una persona normale se vuole un ETF/ETP/ETN su Bitcoin farà bene a comprare quello di iShares in Europa e non quello in America).
I problemi da me citati sono in parte chiaramente soggettivi.Tuttavia avere un mercato aperto 7/7 e 24/24 al quale hai accesso per 6 ore al giorno 5 giorni a settimana non è il massimo. C’era chi – correttamente – sollevava problemi con i mercati asincroni con il nostro di tanto (USA, JPN), figurarsi se non è una questione fondata sulle crypto.