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RUBLO STABLECOIN

Blocco per 2 exchange crypto: aiutano la Russia a evadere le sanzioni

Una stablecoin usata per aggirare le sanzioni costa caro a due exchange.

La guerra tra blocco occidentale e Russia passa anche dalle crypto. Ieri le autorità britanniche hanno sanzionato Grinex e Meer, due exchange del Kirghizistan che servirebbero da infrastruttura per la stablecoin A7A5, legata al rublo e – secondo le medesime autorità – concepita proprio per aggirare le pesanti sanzioni alle quali è sottoposta la Russia in campo finanziario.

Le sanzioni agli exchange arrivano all’interno di un più ampio pacchetto, che include anche Capital Bank, sempre con sede in Kirghizistan. Non è la prima volta che le sanzioni colpiscono operatori crypto locali, russi o dei paesi dell’ex orbita sovietica.

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Sanzioni contro due operatori crypto

Dietro la necessità di imporre sanzioni c’è una stablecoin legata al rublo, A757, che avrebbe già fatto registrare volumi miliardari, almeno secondo i dati pubblicati dalle autorità britanniche.

Le stablecoin sono criptovalute il cui valore è ancorato a quello di una valuta classica, in genere tramite riserve, e che possono muoversi su blockchain, ignorando almeno fino al momento della conversione in valuta classica il normale circuito bancario.

Circuito bancario che almeno a livello internazionale è quasi completamente precluso ai cittadini russi e alle società dello stesso paese. Motivo per il quale i circuiti crypto sarebbero diventati così ghiotti.

Non è la prima volta che il Kirghizistan viene accusato di favorire l’aggiramento delle sanzioni da parte della Russia, non solo in campo strettamente finanziario ma anche in termini di limiti all’import. Le esportazioni del grosso dei paesi europei verso la pressoché irrilevante economia kirghiza sono aumentati a dismisura dall’inizio del conflitto e dall’applicazione delle prime sanzioni.

Cos’è A7A5?

Si tratta di una stablecoin ancorata al rublo russo della quale si era occupata già Elliptic qui, parlando di volumi superiori al miliardo di dollari giornaliero già a fine luglio.

Sarebbe stata creata da una compagnia Russia controllata dal governo che ha tra i suoi principali scopi proprio la fornitura di servizi per agire le sanzioni.

Tra gli azionisti principali Ilan Shor, già condannato per il furto di 1 miliardo di dollari da tre diverse banche moldave e che proprio per interferenze con le elezioni nel paese era stato posto sotto sanzioni.

C’è poi appunto A7, società che è controllata da Promsvyazbank, gruppo bancario specializzato nel settore difesa.

Le altre stablecoin come Tether sono ad oggi inutilizzabili per certi traffici, come testimonia il sequestro dei token che erano in possesso dell’exchange russo Garantex, per ordine delle autorità USA che è stato prontamente eseguito da Tether stessa.

Parte degli asset di Garantex sarebbero finiti proprio da Grinex, che è un exchange locale kirghizo oggi attivo, almeno secondo le autorità britanniche, come facilitatore dell’aggiramento delle sanzioni di cui sopra.

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