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BCE preme sui parlamenti per l’Euro Digitale, ma è già rimasta sola e guarda alle crypto

BCE non sa che pesci prendere e prova a cambiare in corsa. E intanto partono pressioni politiche per...

BCE sembrerebbe aver puntato sul cavallo perdente, tant’è che si rincorrono voci di cambiamenti di piano all’ultimo minuto per evitare una disfatta ideologica, tecnologica e in ultimo monetaria. Mentre gli USA, il Giappone e addirittura (sono ancora voci) la Cina abbracciano il denaro tokenizzato delle stablecoin, a Francoforte qualcuno inizia a sentirsi un po’… preso in giro.

Tutto questo dopo aver stanziato più di 1 miliardo in consulenze, aver attivato team di sviluppo per riscoprire l’acqua calda e in ultimo a poco più di 2 mesi da quella che avrebbe dovuto essere la data di presentazione dell’intero stack dell’euro digitale.

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Cosa sta succedendo a Francoforte? Un uccellino ci dice che…

Sono fonti informate dei fatti e che operano in uno dei parlamenti nazionali che dovranno necessariamente approvare l’arrivo dell’Euro Digitale. C’è un pressing che mai si era visto prima per l’approvazione di leggi che permettano la nascita dell’Euro Digitale.

Pressioni da Cipollone, Lagarde e da tutte le persone che sono riuscite a mettere in campo per cambiare le inerzie e i destini di un progetto che per ora non ha convinto quasi nessuno, se non appunto i vertici di BCE.

Tutto questo mentre i messaggi che arrivano dal settore bancario privato sono poco confortanti, almeno per BCE: le banche non sono affatto convinte di un sistema che teoricamente le taglierà fuori e all’interno del quale ci saranno soltanto per promesse politiche della stessa BCE.

Anche la popolazione non sembrerebbe essere granché interessata: la storiella dell’Euro Digitale che dovrebbe da un lato garantire sovranità monetaria e dall’altro una crescita dell’Euro come valuta internazionale è difficile da vendere. Anche perché in Cina, unico paese di certe dimensioni economiche ad aver implementato tecnologie di questo tipo, stanno tornando sui propri passi.

Lo yuan digitale è stato un flop nonostante regalie e pubblicità per promuoverlo. E ora la Cina, almeno secondo indiscrezioni che arrivano da giornali credibili come Bloomberg e Financial Times, potrebbe annunciare già la prossima settimana un cambio di piano. Ovvero un’apertura alla tecnologia che BCE vorrebbe far sparire dal pianeta, quella delle stablecoin.

Euro Digitale su blockchain pubblica?

È notizia di un paio di giorni fa il ritorno di BCE alla considerazione della possibilità di utilizzare blockchain pubbliche come Ethereum e Solana. Il “come” indicato da FT è diverso dal stanno guardando a Ethereum e Solana, ma lascia comunque la possibilità di *comprendere cosa sta succedendo dalle parti di BCE.

Una confusione totale, condizionata anche dal cambio di passo degli USA con il GENIUS Act e anche dall’apertura del Giappone a queste tecnologie. RLUSD di Ripple sbarcherà a Tokyo, segnale di un rinnovato interesse del Giappone per queste tecnologie, anche qui probabilmente frutto dell’aver fiutato un importante cambiamento sul fronte politico.

Tra tutte, sarà proprio BCE a rischiare di rimanere con il cerino in mano. Ci sarà ora da considerare se deciderà di tornare sui propri passi, oppure forzare la mano nel disinteresse della popolazione, nell’ignoranza della politica e contro le banche private stesse.

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