Non tutto il mondo crypto si sta godendo il cambio di atteggiamento da parte degli USA e – a cascata – di tante altre giurisdizioni. Il tema metaverse è rimasto largamente ai margini di questa parte del ciclo e anche i protocolli più solidi ne stanno risentendo. Animoca Brands, secondo un’indagine di The Big Whale (qui dietro paywall), avrebbe avviato un piano di licenziamenti di circa il 50% dei dipendenti. Sarebbero stati rimossi inoltre da ruoli esecutivi i fondatori Arthur Madrid e Sébastien Borget, che però dovrebbero rappresentare comunque l’immagine dell’azienda nel futuro.
La mossa arriva dopo una forte riduzione di una base di utenti già non eccellente – nel tentativo da parte di Animoca Brands di rivitalizzare il protocollo e renderlo economicamente sostenibile. La notizia non ha avuto grande impatto sul valore del token, che sta seguendo i modesti rialzi del comparto di oggi.
The Sandbox: arriva la scossa
The Sandbox è il più rappresentativo dei metaverse crypto dello scorso ciclo. È però un lontano ricordo il prezzo raggiunto alla fine del 2021, quando un singolo $SAND era arrivato a valere 6,9$. Oggi viene scambiato a 0,28$, anche se non sarebbe questa la preoccupazione principale che ha portato a un importante round di licenziamenti.
Si tratterebbe di circa il 50% della forza lavoro, con conseguente chiusura degli uffici in Turchia, Thailandia, Corea del Sud, Argentina, Uruguay e anche Francia.
- Mai più metaverse?
Oltre alla rimozione dei due co-fondatori da ruoli immediatamente esecutivi, ci sarà anche una sorta di ritirata dal metaverse, con il progetto che inizierà a focalizzarsi su progetti Web3 scegliendo, afferma la stessa indagine, sul network Base.
Non tutte le ciambelle riescono col buco
Il mondo crypto è stato anche mondo di sperimentazioni, di trend inventati e poi seguiti in massa anche da investitori istituzionali. Di progetti partiti con il turbo e che poi hanno incontrato difficoltà importanti a continuare nella crescita.
Il settore metaverse è forse il più emblematico di questi tentativi: mentre Facebook cambiava nome in Meta, tanti progetti di questo tipo finirono per raggiungere delle quotazioni stratosferiche, pur se a fronte di una partecipazione relativamente scarsa di giocatori.
Nodi che, dopo vendite di terreni per cifre stellari, e dopo l’arrivo anche di tanti top brand a popolare questi universi virtuali, sono tutti inevitabilmente venuti al pettine.
Un’altra testimonianza del fatto che non si fa sempre bene a seguire investitori quadrati e che svolgono (o dovrebbero svolgere) una due diligente prima di investire denaro.
Vedremo se il piano di Animoca Brands funzionerà e se ci si potrà dimenticare della vocazione un tempo metaverse di un brand che inizierà a fare altro.
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