Ieri il nostro buon GG vi ha parlato di come Base, blockchain L2 di Ethereum gestita dal noto exchange leader Coinbase, sia sul punto di considerare il lancio di un token per il proprio network. A detta di Jess Pollak, co-fondatore del progetto, la chain starebbe esplorando alcune strategie per incentivare la partecipazione della community e rafforzare l’ecosistema, attraverso appunto il debutto di una nuova criptovaluta.
Tutto è ancora un pò vago, e non ci sono informazioni concrete su tempistiche, governance o progettazione della moneta. C’è chi già parla di airdrop in arrivo per tutti gli early adopters di Base, con diversi farmer/influencer che ne approfittano per pubblicare alpha su “come posizionarsi per diventare eleggibili”.
Qui invece noi preferiamo rimanere con i piedi per terra, non perché ci piace andare controcorrente ma perchè preferiamo leggere i dati ed i fatti piuttosto che le voci di corridoio. In questo articolo ti spieghiamo perché dovresti prendere questo hype per l’airdrop molto con le pinze, e pensarci due volte prima di dedicare tempo e capitali in qualcosa che ad oggi è ancora molto incerto.
Quello che sappiamo sul token di Base
Fino ad ora sappiamo poco o nulla sulla futura moneta nativa della rete Base. Sarà verosimilmente una risorsa di governance, così come per gli altri token dei layer-2 di Ethereum, ed in tal caso avrà un’utilità limitata meramente alle decisioni della collettività, senza grossi incentivi di carattere economico.
Difficilmente la crypto avrà un rapporto diretto con le revenue del network, e ancor più difficilmente sarà legato in qualche modo a Coinbase, che può vantare direttamente una propria equity nel mercato azionario. Detto ciò, mancano ancora molti pezzi del puzzle: nulla riguardo tokenomics, data di lancio, mezzo di distribuzione e quant’altro.

Quello che è certo è che l’outlook normativo negli USA è ora molto più favorevole rispetto al passato, con Paul Atkins, commissario pro-crypto nominato da Donald Trump, a capo della macchina regolamentativa SEC .
Questo nuovo dettaglio potrebbe aver giocato un ruolo chiave dando a Base la fiducia necessaria per valutare il lancio di un token: un’operazione che, sotto la gestione dell’ex capo Gary Gensler, sarebbe stata percepita come troppo rischiosa perché facilmente inquadrabile come security.
Possibile airdrop in arrivo per Base?
Non è stata mai menzionata la possibilità di un lancio tramite airdrop, ma allo stesso tempo possiamo dire che un’ipotesi del genere non sembra così insensata. Molti altri competitor hanno seguito questa direzione, con risultati degni di nota, e non escludiamo che anche Base possa optare per una distribuzione che premi a community.
Il “problema” sorge nel momento in cui realizziamo che questo token potrebbe arrivare sul mercato a distanza di lunghi mesi, se non anche potenzialmente anni. In genere quando si fanno annunci così mirati come quello di ieri di Jesse Pollak, dietro c’è un secondo fine. L’obiettivo di Base in questo caso, esattamente come fatto ripetutamente da altri layer-2, sarebbe quello di creare hype e spingere metriche in aumento per la propria rete, così da accumulare più fees possibili.

Entrare a gamba tesa e farmare Base con molte transazioni e volumi di scambio può essere molto pericoloso: il rischio appunto è quello di spendere molte risorse per ottenere, forse, un premio tra un tempo indefinito. La storia del pessimo airdrop di Linea, dovrebbe avervi insegnato qualcosa, soprattutto perchè anche Base non ha un’ottima reputazione in termini di campagne incentivi, in particolare dopo l’ultima deludente iniziativa “On-chain Summer”
Altro grosso problema
Il quadro si complica se pensiamo che Base rappresenta una delle reti con più utenti attivi dell’intero panorama on-chain. In media nell’ultimo mese, secondo i dati di Token Terminal, sono stati registrati indirizzi pari a circa 20 milioni di unità, dato tra l’altro in ribasso rispetto al top di giugno 2025. Posizionarsi per questo airdrop potrebbe essere molto impegnativo, in quanto ci sarà molta competizione da affrontare.
Genuinamente, anche facendo le cose come si deve, risulta difficile poter scalare le classifiche ed ottenere un’allocazione elevata. Gli airdrop più remunerativi sono quelli dove ci sono pochi utenti attivi e c’è abbastanza spazio per dividere il premio equamente senza distribuire noccioline. Su Base stentiamo a credere che, pur ipotizzando una quotazione FDV molto elevata al listing, ci sarà abbastanza da mangiare per tutti.

Ricordiamo inoltre che Base è il secondo L2 di Ethereum per capitali bloccati con oltre $15,7 miliardi in gestione.
Conviene skippare?
A nostro avviso si. L’unico motivo per cui potrebbe valerne la pena è provare a rientrare entro la classifica top 1% degli address di base per transazioni e volumi, ma non è così semplice, e come detto prima, potrebbe significare dedicare molte risorse in attesa di un premio che magari arriverà tardi.
Molto meglio focalizzarsi su quelle narrative che adesso stanno spingendo di brutto. Citiamo ad esempio il meta dei perpetual DEX come molte campagne a punti disponibili ed indizi, come il recente lancio airdrop del token di Avantis, che ci fanno pensare che qui si stanno facendo i veri affari. Su molte di queste piattaforme ci sono molti meno utenti, ed anche con un capitale contenuto si possono ottenere belle soddisfazioni.
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