Ethereum combatte ancora con una price action che non è mai decollata veramente nell’ultimo ciclo di bull market, ma dai dati on-chain arrivano segnali rassicuranti che evidenziano un andamento prospero della tecnologia blockchain sottostante. Ethereum come asset avrà i suoi difetti, ma come infrastruttura possiamo dire che continua a macinare numeri record, seppur ovviamente con qualche limite da superare, primi su tutti quelli della scalabilità e della redditività.
Sta crescendo l’adozione, ma soprattutto gli utenti iniziano ad apprezzare il ruolo della rete come layer di settlement che alimenta una vasta gamma di casi d’uso in DeFi, e non solo. Molte metriche sono ai massimi storici, altre li stanno per approcciare, e sebbene tutto questo non in influisca sulle performance di ether nel breve periodo, non possiamo comunque esimerci dal mostrarvi l’ottimo percorso che sta compiendo il secondo progetto crypto più noto al mondo. Vediamo nel dettaglio qualche dato più da vicino.
Ethereum: le stablecoin rendono la chain un gioiello della DeFi
Il contesto in cui Ethereum risplende più di tutti è senza ombra di dubbio quello delle stablecoin crypto, settore che ha registrato un successo senza precedenti nell’ultimo biennio, Secondo i dati di Token Terminal, la blockchain di Ethereum ha appena chiuso il suo trimestre migliore di sempre in termini di volumi di trasferimento stable, sorpassando quota $5 trilioni.
Questo record è arrivato contestualmente grazie alla crescita esplosiva degli emittenti Tether, Circle ed Ethena, che con le rispettive monete USDT, USDC ed USDe hanno visto aumentare il tasso di utilizzo nel mondo on-chain. Pensate che solamente ad agosto, i trasferimenti in USDC hanno superato il controvalore di $1,1 trilioni, in oltre 10 milioni di singole transazioni.

Oro tokenizzato: in aumento la supply su Ethereum
Un’altro dato che estrapoliamo dal database di Token Terminal riguarda l’andamento della supply di oro tokenizzato deployato su Ethereum. Da inizio anno questa fornitura, che deriva da due monete specifiche, ossia XAUT di Tether e PAXG di Pax Gold, è praticamente raddoppiata con un aumento del 100%.
Il valore dei lingotti tokenizzati disponibili sulla chain ha superato ufficialmente la soglia dei $2,5 miliardi, complice anche un forte apprezzamento della materia prima sottostante che viaggia a $3.800 l’oncia con una performance del +10% solo nel mese di settembre.

In rampa di lancio l’adozione del network
Un modo per valutare quanto una rete stia migliorando in termini di adozione, è misurare l’andamento del numero di indirizzi che detengono almeno $1 di controvalore di ETH sulla chain. Questo indicatore infatti, ci mostra quanto si muova la domanda per interagire con la rete a livello quotidiano, essendo ether una risorsa essenziale per approvare transazioni in qualità di gas token.
Focalizzarsi su soglie minime, come un singolo dollaro di controvalore, ci aiuta a riflettere il meno possibile l’effetto speculazione, così da analizzare la crescita secondo una lente organica. Attualmente non siamo ufficialmente ai massimi storici, anche se li abbiamo toccati appena un mese fa. Rimane comunque molto bullish vedere come la base di utenti si allarghi sempre più nel tempo. Per la cronaca, anche gli address con controvalore uguale o superiore a $100.000 sono vicini ai massimi.

Indice Realized Cap ai massimi storici su Ethereum
A fine agosto la capitalizzazione di mercato di Ethereum ha raggiunto un nuovo massimo a $583 miliardi, ma solo per un brevissimo lasso di tempo con un movimento da “tocca e fuggi”. I prezzi della moneta hanno poi inciampato nelle sessioni successive, finendo per annullare l’entusiasmo e riportare ETH presso quotazioni leggermente più modeste.
Nel frattempo però, un altro indice di capitalizzazione è volato sui massimi storici: parliamo del “Realized Cap”, metrica che calcola il valore complessivo della rete non basandosi sul prezzo spot, ma sull’ultimo prezzo on-chain a cui ogni ETH è stato movimentato. In pratica rappresenta un indicatore che suggerisce quanto capitale sia stato realmente allocato nella rete.

Stupisce il fatto che, nonostante le correzioni di breve termine, la Realized Cap sia ampiamente su nuovi massimi, segno che gli investitori mantengono una certa convinzione bullish sull’asset e tendono a trattenere coins acquistate a livelli di prezzo sempre più alti.
Record di investimenti istituzionali su ether
Dall’ultimo trimestre del 2024 ad oggi, gli analisti più attenti avranno sicuramente notato il forte aumento dell’esposizione degli investitori presso strumenti derivati come futures basati su Ethereum. In particolare, l’open interest su borse crittografiche quali Binance, Bybit, Bitget, OKX è cresciuto di ben $20 miliardi in questo periodo, triplicando il valore iniziale delle posizioni in gioco.
Ma la metrica più sorprendente riguarda l’open interest su mercati come il Chicago Mercantile Exchange (CME), che ricordiamo essere la principale borsa valori regolamentata per i derivati crypto negli Stati Uniti, adottata principalmente da un pubblico istituzionale. Ecco, sul CME la somma dei contratti aperti ha letteralmente spiccato il volo, passando dai 300.000 ether di ottobre 2024 fino agli attuali 2 milioni. Un salto che si traduce in un ingresso di $7 miliardi di capitale nella piattaforma americana.

Parliamo di un segnale molto importante perché ci mostra come Ethereum stia diventando appetibile anche di fronte ad attori che fino a poco anni fa non avrebbero mai cercato esposizione su un asset così volatile. È la prova del nove che sta ottenendo una certa legittimazione istituzionale, con ETH che non viene più percepito come un token instabile, ma come una sorta di tech stock di un ecosistema blockchain ad alta potenzialità.
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