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BANCHE CENTRALI STABLECOIN

Stablecoin battono Bitcoin: sono loro il PROBLEMA delle banche centrali

I primi seri problemi per il sistema arrivano dalle stablecoin - e non dalla punta di diamante del comparto crypto.

Ci siamo: gli appassionati di Bitcoin l’avevano sognata da tempo, ma sono le stablecoin ad averla, infine, innescata. È ormai guerra, per quanto ancora fredda, tra mondo crypto e banche centrali. Ed è guerra fredda anche dove il legislatore sta aprendo al settore, come negli Stati Uniti.

È un problema di difficile soluzione, riguarda anche l’euro digitale e le diverse banche centrali stanno cercando di rispondere come possono. Con una mano del legislatore sì, ma spesso cercando di fare per conto proprio. Quella che stai per leggere è una storia che parte dal sistema bancario moderno, attraversa quello crypto e incontra anche degli importanti attriti con l’euro digitale.

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La missione impossibile delle banche centrali

Una prima premessa: cercheremo qui di offrirvi dei dati di fatto, perché la situazione è complicata e perché non vi è alcuna necessità di aggiungere condimento a un piatto già parecchio salato.

Il banking moderno: il sistema bancario moderno è complesso. È un difficile gioco di equilibri all’interno del quale le banche private sono un ingranaggio fondamentale della trasmissione delle scelte di politica monetaria all’economia.

Modificando i tassi di interesse di riferimento (e talvolta intervenendo a mercato con l’acquisto di titoli), la Banca Centrale sfrutta poi la diffusione, la capillarità e l’oligopolio delle banche per ottenere i risultati che si prefigge in termini di inflazione, accesso al credito, tentativo di raggiungere la massima occupazione.

Per la loro partecipazione a questo sistema, le banche classiche ricevono una sorta di oligopolio sui depositi, che vuol dire accedere a capitale molto poco costoso (dato che non pagano interessi, o se li pagano sono comunque molto al di sotto dei tassi di mercato).

  • Il primo problema: le stablecoin

Le stablecoin non sono state un problema finché sono rimaste a fare da stampella al mondo del trading. Al netto di qualche preoccupazione su eventuali scarichi sul mercato dei bond, fino a quando il mondo dei pagamenti e quello delle stablecoin erano separati dalla scarsa diffusione delle stable, il problema non si è posto.

Con l’apertura alle stablecoin da parte del governo USA, la questione si è però complicata. Ora tanto gli exchange quanto gli emittenti di carte, stanno guardando con sempre maggiore decisione a full stack in crypto stable. Ovvero, dove tendenzialmente chi paga e chi riceve il denaro rimangono sempre all’interno del mondo stable.

Perché è un problema?

Perché le banche perdono depositi e perché le banche centrali perdono parte della funzionalità del sistema nel trasmettere le decisioni di politica monetaria. Inoltre le emittenti di stablecoin, al contrario delle banche tradizionali, non prestano il denaro (e non possono prestarlo) che ricevono in cambio di nuovi token.

Si comportano – lo abbiamo già scritto su queste pagine – come delle narrow bank, anche se con ulteriori limitazioni. Storicamente le narrow bank – assolutamente incompatibili con il sistema bancario moderno – versavano parte degli interessi ai clienti.

È un problema, condiviso ma per questioni diverse, sia per le banche centrali che per le banche cosiddette commerciali. Lo stesso problema esiste per l’euro digitale, che si comporta sotto questo specifico aspetto proprio come una stablecoin. Ovvero che potrebbe ridurre l’utilità dei depositi bancari.

Si corre ai ripari

In realtà tutte le principali banche centrali stanno correndo ai ripari, per quello che è un problema che riportano in pubblico con la locuzione sovranità monetaria, che per le banche centrali non vuol dire solo monopolio (anche indiretto) sull’emissione di moneta, ma anche sul potere di trasmettere decisioni di politica monetaria.

  • USA: non solo OCC (che ha potere di vigilanza sulle banche) ha affermato che in caso di forti deflussi dalle banche interverrà a tutela delle stesse. Stephen Miran, nel board di Fed per conto di Donald Trump, ha affermato che il divieto del pagamento di rendimenti da parte delle stablecoin aiuterà proprio ad evitare questo.
  • Europa: l’euro digitale avrà dei limiti. Le banche italiane hanno chiesto un tetto massimo di 1.000€ per utente e si potrebbe arrivare anche a numeri più bassi. Lo scopo è quello di evitare appunto quanto sopra.

Altre banche centrali, almeno dove hanno potere di imporre le loro condizioni, cercheranno di fare lo stesso. Rimane la curiosa situazione dove a causare i primi veri problemi al “sistema” sono state le stablecoin, forse le più “fiat” tra le crypto – e non il resistente e baldanzoso Bitcoin.

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ghibly79
ghibly79
20 giorni fa

Io non credo che le stable abbiano fatto più “danni” ai depositi di Bitcoin, anche solo meramente per le proporzioni. Semplicemente con le stable possono interferire e controllare molto più facilmente, quindi iniziano a tentare di farlo su quelle.
La maggior parte dei bitcoin sono (ancora) in self custody, e le dimensioni di questo capitale “sottratto” ( xD) alle “politiche monetarie” (=furto e successiva riallocazione delle risorse, in genere carriva) supera quello in stablecoin di almeno un ordine di grandezza.

ghibly79
ghibly79
20 giorni fa

Anche perché il potere d’acquisto immagazzinato in stablecoin contribuisce al pool di valore diluibile, non è un completo opt out. Quindi quella potente leva di “politica monetaria” resta totalmente a disposizione.

la mamma di Antonio
la mamma di Antonio
20 giorni fa
Reply to  ghibly79

Sono d’accordo. Ma penso che come sempre la vera questione sia la percezione della realtà, non tanto la realtà. Banche centrali, banche private e compagnia cantante sono a loro volta fatte di esseri umani – lungimiranti sì, ma non troppo. Finché il nemico era BTC si sentivano minacciate fino ad un certo punto: certo, c’era qualche scappato di casa che andava all-in su BTC, qualche saggio investitore che ci metteva “non oltre il 5%!!!” ma la stragrande maggioranza della popolazione ne stava ben alla larga – vade retro strana roba digitale dei truffatori che potrebbe perdere il 10% in un giorno, noi vogliamo una roba che perda il 2%+ fisso all’anno, quella sì che va bene.
Il problema è che queste stramaledette stablecoin sono stabili davvero (lasciamo stare i crolli delle algoritmiche, il mondo se lo è già dimenticato), e quindi cosa cambia al pincopallino medio fra avere ventimila dollari in banca o quindicimila dollari sull’exchange in stablecoin e cinquemila in banca? Beh cambia che l’exchange gli paga qualcosa se le mette in stake, mentre la banca zero assoluto! (E poi che può dire agli amici che lui ha delle cripto, e questo fa molto.figo). Beh allora il pincopallino medio è davvero tentato dalle stablecoin, che risolvono il “problema” di Bitcoin (cambiare spesso di prezzo)… ma sono sempre dollari che in più rendono! Se il passaparola inizia a prendere piede, la vedo male per i depositi in banca…

Verissimo che il valore di tutti i BTC supera di gran lunga quello delle stable, ma BTC non diventerà mai (per loro) un vero concorrente delle fiat, le stable invece rischiano di diventarlo tra qualche mese (anno, toh). Poi magari hanno ragione loro, magari no, ma attualmente lo spauracchio credo sia quello.

Nota di colore: la mia banca mi sta proponendo dei buoni Amazon in regalo se da qui a febbraio aumento i liquidi sul mio conto corrente. Giuro: mi dà un buono Amazon ogni mille euro di nuovi depositi che gli lascio su.
Credo ogni commento sia superfluo 😀