Per fare il debutto in borsa ci si deve mettere il vestito buono. Nel linguaggio della finanza, questo vuol dire anche presentarsi in forma, magri, quasi ai limiti. E sarebbe per questo che secondo quanto riporta Coindesk l’exchange starebbe procedendo con quantità importante di licenziamenti.
Sarebbero stati più di 400 da ottobre scorso, il che equivale a circa il 15% della forza lavoro – e non è chiaro se si arriverà nel futuro di breve periodo a numeri più importanti. I licenziamenti inoltre sarebbero arrivati dopo l’arrivo del nuovo CEO Arjun Sethi, che tra le altre cose dovrebbe traghettare il gruppo al suo debutto in borsa.
Tra 2025 e 2026 dovremmo vedere altri due exchange quotarsi in borsa: dopo Coinbase, le cui azioni sono già scambiate al NASDAQ, sarà il turno di Gemini e poi di Kraken. Segno di un ambiente che viene percepito, da parte delle società che operano nel mondo crypto, finalmente come sicuro e al riparo da cause legali intentate dalle agenzie federali, molte delle quali ritenute pretestuose dalle stesse corti che hanno poi dovuto giudicarle.
Cura dimagrante per Kraken, ma non c’è nessuna crisi
Presentarsi con i conti a posto al debutto in borsa può fare la differenza. Ed è proprio per questo motivo che Kraken avrebbe già licenziato oltre 400 dipendenti, riducendo così la propria forza lavoro di oltre il 15%. Una quantità di dipendenti importante, che sarebbe stata allontanata progressivamente da inizio ottobre 2024, in vista appunto della quotazione in borsa che dovrebbe arrivare al massimo nel 2026.
Gli exchange crypto stanno cercando di capitalizzare al massimo un nuovo contesto – politico e presto normativo – negli USA che dovrebbe permettere loro di operare con maggiore tranquillità e comunque con maggiore chiarezza in termini di regole.
Kraken ha recentemente lanciato negli USA anche il trading di azioni, trasformandosi così in un operatore multi-mercato, strada che è stata già intrapresa ad esempio da Bitpanda in Europa e da Crypto.com negli Stati Uniti.
Sarà questo probabilmente la strada seguita da diversi operatori del settore, che tra quotazione in borsa e listing di azioni puntano a diventare intermediari a tutto tondo del mondo della finanza.
Una diversificazione che aiuterà anche nel caso di brutti momenti che potrebbero dominare il mercato crypto per quanto una situazione dove a crypto che vanno male corrispondono indici azionari che vanno bene è per ora ai limiti dell’impensabile.