Anche il London Stock Exchange, la borsa di Londra, starebbe considerando l’estensione del trading a 24 ore su 24. Lo riporta qui Financial Times, citando come motivazione parziale anche la natura delle criptovalute, che possono essere scambiate 24 ore su 24 (e 7 giorni su 7, aggiungiamo noi).

Siamo però – sempre secondo quanto riporta il popolare giornale finanziario – ancora in alto mare. LSE dovrà infatti prima individuare gli strumenti tecnologici necessari per permettere scambi estesi a tutta la giornata, nonché un ok da parte del regolatore. Non secondari inoltre gli impatti sulla liquidità, che come ricorda correttamente FT è oggi concentrata nelle fasi di apertura e di chiusura delle contrattazioni. Manca però per il momento una conferma da LSEG, che si è rifiutata di commentare.

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Le borse seguono la “DeFi”

Comunque andrà a finire, sarà una vittoria per il mondo della DeFi – un mondo ignorato dai grandi circuiti bancari nel corso degli scorsi anni e che invece oggi detta legge e costringe in tanti, soprattutto tra i vecchi della finanza tradizionale ad adeguarsi.

Già a New York si parla da tempo – con qualche impegno fattivo da parte di SEC, di estendere il trading a tutti i giorni della settimana, con un orario che potrebbe arrivare a 24 ore su 24. Ora tocca alla seconda borsa più importante al mondo, quella di Londra, che pur sta vivendo qualche difficoltà dopo l’uscita dall’UE.

Il punto è sempre lo stesso: dato che ora, anche se per via sintetica, si possono scambiare azioni 24 ore su 24 su circuiti crypto, senza adeguarsi le borse rischiano seriamente di perdere volumi e dunque liquidità, a favore dei circuiti crypto.

Ne abbiamo anche parlato in una recente intervista con Gracy Chen di Bitget, CEO che ha confermato l’impegno anche di questo crypto exchange a diventare un hub per gli investimenti a tutto tondo, dove oltre alle crypto si potranno trovare anche asset dei mercati tradizionali, come azioni e ETF.

Chi rimane fuori

In realtà a muoversi sono state con maggiore celerità (e probabilmente con maggiore spavento), tutte le borse principali: dal NYSE al NASDAQ, passando ora per Londra, almeno secondo quanto racconta il Financial Times. Qualcosa si era visto in precedenza in Svizzera e in borse minori europee, senza che però si arrivasse effettivamente a qualcosa di concreto.

Ora i tempi sono maturi: se gli USA si muovono in questa direzione è molto difficile che le altre borse di una certa rilevanza possano resistere.

E chi rideva del mondo crypto e della sua infrastruttura sarà costretto a fare buon viso a cattivo gioco e a adeguarsi.

Non è detto che basterà: i circuiti DeFi infatti sono in grado di offrire molto di più rispetto al semplice trading 24/24. Possono attingere a liquidità, protocolli dove le azioni si possono mettere a collaterale di prestiti, prestare, mettere a rendimento. Qualcosa che le borse classiche non sono ancora pronte a fare.