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Ethereum road to 10M TP/s: la VERA SCALABILITÀ sta per arrivare!

Ethereum vuole fare sul serio: è qui che si gioca la vera partita del progetto

La scalabilità è da sempre lo zoccolo duro di Ethereum, quel fattore limitante che impedisce alla rete di splendere e dimostrare tutto il suo potenziale. Attualmente, la capacità massima di traffico che la blockchain riesce a sostenere è pari a 21,4 transazioni per secondo (TP/S), in base a quanto riportato nei dati Glassnode. 

Se contiamo anche i rollups, ovvero i network di ridimensionamento L2, questo valore sale complessivamente a 195 TP/S. Sicuramente un numero che consente di ospitare molta più attività on-chain di quella che il L1 da solo riesce a gestire, ma ancora troppo lontano dall’obiettivo di creare un computer finanziario globale su larga scala. Così Ethereum è lenta, ed incapace di competere con le reti centralizzate ad alto throughput. 

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Ultimamente però, tra gli ambienti degli sviluppatori, si è discusso molto di come risolvere  questo problema, ricorrendo tra l’altro ad una tecnologia non nuova al mondo EVM, ma applicata finora solo ai L2. 

In questo modo nel giro di pochi anni  l’ecosistema Ethereum potrebbe essere in grado di raggiungere il target delle 10 milioni di transazioni per secondo, rompendo così una volta per tutto l’irrisolto trilemma delle blockchain. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, e come effettivamente potrebbe riscrivere la storia del settore blockchain.

Prima tutti sui L2: ora si torna a sviluppare su Ethereum L1

Sin dal 2021, dal debutto delle prime blockchain di secondo livello come Arbitrum e Optimism, tutta la community di sviluppatori Ethereum si è focalizzata principalmente sul “portare” nuova scalabilità dall’esterno. Per diversi anni il focus è stato unicamente sui L2, visti ed interpretati come la migliore soluzione per alleggerire il carico dalla mainnet.

E difatti, c’è stato un notevole miglioramento. Sono stati introdotti una marea di rollups, che hanno aiutato a ridurre la domanda simultanea di blockspace e a distribuire l’attività di rete su una platea più ampia di network.

Con l’introduzione dei blobs, i costi di commissione on-chain si sono ridotti moltissimo, (soprattutto dopo l’aggiornamento Dencun), passando da decine, se non centinaia di dollari di fees sul L1 nei momenti di congestione, a poche unità di centesimo sul L2. E finalmente anche i piccoli capitali hanno potuto iniziare a interagire in modo sostenibile con l’ecosistema Ethereum, senza dover pagare un salasso di commissioni.

fees layer-2 Ethereum
Fees medie L2Fonte dati: https://l2fees.info/

Arrivati a questo punto però, ci si è resi conto di dover fare un passo indietro. L’esperienza utente è stata migliorare, ma ora è necessario fare un ulteriore scale-up, tornando a lavorare sul L1. La stessa Ethereum Foundation all’inizio di quest’anno ha confermato di essere tornata a dedicare la maggior parte delle proprie attività di sviluppo proprio sulla rete principale.

Perchè? Perchè per portare la scalabilità ad un nuovo livello, non basta più delegare sui L2. Bisogna rivoluzionare il sistema a monte e creare una base più solida senza cambiare le leggi immutabili che hanno contraddistinto Ethereum fino ad ora.

Missione: aumentare il limite del gas su Ethereum per la scalabilità 

Uno dei temi centrali emersi nel nuovo ciclo di sviluppo del layer 1 è l’aumento del gas limit, ovvero la quantità massima di lavoro computazionale che ogni blocco può contenere. Per anni, questo parametro è stato mantenuto deliberatamente basso per evitare eccessive pressioni sull’infrastruttura dei nodi, favorendo decentralizzazione e stabilità. 

Un gas limit più alto permette infatti ai blocchi di  includere più operazioni simultaneamente, processare più dati, e offrire throughput più elevato, ma richiede una maggiore capacità hardware. Tuttavia, nel contesto attuale, è diventato essenziale rendere Ethereum più “capiente” per poter essere in grado di ospitare un ecosistema più grande e maturo.

Per 4 anni, dal 2021 fino al 2025, il gas limit è rimasto invariato a 30 milioni di unità di gas, poi ad inizio di quest’anno, c’è stato il primo aumento a 36 milioni, seguito da un boost successivo a 45 milioni. Ora si punta a portare il valore a 100 milioni entro il primo trimestre 2026.

gas limit ethereum
Scalabilità gas limitFonte dati: https://etherscan.io

Già di per sé, un incremento così consistente di questa metrica dovrebbe dare un enorme contributo ad Ethereum, permettendogli di gestire una mole ben più ampia di domanda on-chain. Ma non è finità qui: ci sono altre innovazioni in ballo. 

Vitalik e la proposta per un nuovo execution layer

Il 20 aprile 2025, Vitalik Buterin ha pubblicato un post sul forum “Ethereum Magicians” in cui proponeva di sostituire progressivamente la storica Ethereum Virtual Machine (EVM) con RISC-V, un’architettura di istruzioni open-source ampiamente utilizzata nel mondo hardware. 

L’idea è nata dall’esigenza di semplificare radicalmente l’execution layer di Ethereum, rendendolo più adatto alla generazione di prove crittografiche (ZK-Knowledge Proofs) e migliorandone al tempo stesso l’efficienza.

Vitalik proposta Ethereum
Vitalik – semplificare il L1Fonte dati: https://x.com/VitalikButerin

Nel post, Vitalik ha raccontato di aver iniziato a riflettere su questa transizione a partire dal concetto di modularità introdotto con il vecchio passaggio al Proof-of-Stake: per semplificare, oggi Ethereum è divisa in due strati principali, il consensus layer e l’execution layer. Quest’ultimo, secondo il co-fondatore della rete, è diventato troppo complesso e difficile da aggiornare. 

Per questo propone di riscrivere l’esecuzione in RISC-V, un linguaggio più pulito e standardizzato. L’EVM resterebbe compatibile attraverso un interprete on-chain scritto in RISC-V, ma Ethereum farebbe un deciso passo avanti verso un modello più semplice, efficiente e sostenibile nel lungo periodo.

Non si va a migliorare in modo diretto la scalabilità e la capacità di rete, ma si creano le condizioni tecniche per renderla possibile. Come? ospitando nuove tecnologie di verifica crittografica come le zkVM.

La vera svolta per la scalabilità: l’integrazione della tecnologia zkVM

Nel modello attuale, ogni full node deve rieseguire tutte le transazioni contenute in un blocco per verificarne la correttezza. Questo approccio garantisce sicurezza e integrità, ma impone un pesante carico computazionale e limita il numero massimo di transazioni per secondo.  Con l’avvento delle zkVM si ribalta completamente questo paradigma.

Invece di eseguire tutto da zero, i nodi ricevono delle prove matematiche, le cosiddette prove a conoscenza zero che certificano la correttezza dell’intero blocco. A quel punto, ai nodi basta verificare la prova piuttosto che l’intero set di informazioni rendendo l’operazione molto più leggera, veloce e scalabile.

E il bello è che questa tecnologia non è lontana dalla realtà. Soluzioni come SP1 di Succinct già oggi riescono a produrre una proof in meno di 12 secondi per un blocco Ethereum. Il tutto avviene compilando un client esistente in RISC-V, semplificando enormemente l’intero processo di validazione e rendendo possibile l’adozione su larga scala.

Justin drake scalabilità ethereum
Justin Drake ZKVM e real-time provingFonte dati: https://x.com/0xJaehaerys/

Ecco in questo momento, come spiegato Justin Drake, ricercatore della Ethereum Foundation in una recente conferenza, l’obiettivo della rete è ora quello di diventare uno ZKL1 completo.

Con questa nuova struttura interna, Ethereum sarebbe capace di reggere addirittura 1 Ggas/s, pari a circa 10.000 transazioni per secondo, senza compromettere la sicurezza né la decentralizzazione. 

La roadmpad di Ethereum per i prossimi anni

Ma tutto questo non basta. Anche con un Layer 1 in grado di sostenere 10.000 transazioni al secondo grazie al gas limit aumentato e alla verifica ZK in tempo reale, Ethereum resterebbe comunque lontana dal competere con i grandi sistemi legacy. L’obiettivo dichiarato, è ben più ambizioso: costruire una rete realmente modulare ad esecuzione parallela, capace di sostenere fino a 10 milioni di transazioni al secondo.

Come si ci riesce? Non sicuramente da un momento all’altro, ma seguendo una precisa roadmap che riassumiamo così di seguito:

  • Phase 0- 2025:  Lancio dei primi client zk opzionali (ZK-client), senza incentivi esterni
  • Phase 1- 2026:Introduzione delle esecuzioni “ritardate” nel protocollo. Le prove diventano parzialmente incentivate: chi attesta le transazioni può iniziare a ricevere delle ricompense. Parallelamente aumento del gas limit da 30 milioni a 100 milioni.
  • Phase 2- 2027: Le prove ZK diventano obbligatorie. Produrle diventa economicamente vantaggioso e parte integrante della sicurezza del network.  Implementazione dello ZK inter-layer proving, con prove calcolate in parallelo . Transizione dell’execution layer all’architettura RISC-V
  • -Phase 3-  2028: Viene introdotta una funzione nativa (EXECUTE precompile) per verificare le prove ZK direttamente all’interno degli smart contract. Creazione di rollup e validium nativi su Ethereum. Sviluppo di hardware specializzati per dispositivi leggeri.

Solo questa combinazione di soluzioni, tutte già in fase di sviluppo, potrà permettere a Ethereum di diventare finalmente la blockchain più veloce e potente mai esistita. Un computer finanziario globale, non più solo  teorico, ma finalmente realmente scalabile per il mondo esterno.

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