I crypto bro vincono contro il ban di GOOGLE: wallet ok, anche se ora…

Bello spavento. O forse, pericolo scampato. O forse ancora, abbiamo vinto noi perché abbiamo avuto una reazione scomposta e rumorosa. Voglio parlarvi del caso Google e del ban annunciato per App cripto che non sono dotate di licenza.

Una notizia che sembrava riguardare anche i wallet non custodial, che in Europa NON possono ottenere licenza. Un ban che sarebbe stato un duro colpo per la libertà degli utenti Android e più in generale per il mondo crypto più libero, quello che detiene i propri asset per conto proprio.

Abbiamo vinto, ma è soltanto una battaglia e – purtroppo – non la guerra. Quanto avvenuto ieri ci deve ricordare, dato che in molti lo hanno dimenticato, perché siamo qui e cosa cercavamo. No, non è soltanto un portafoglio bello cicciotto.

Google si spaventa e fa marcia indietro. Ora non dobbiamo abbassare la guardia

Il caso lo abbiamo raccontato ieri qui. In breve: Google ha aggiornato le sue politiche sulle App crypto, indicando che da ora in poi exchange, ma anche wallet, avrebbero dovuto ottenere regolare licenza. In Europa vuol dire ottenere la conformità MiCA, che però i wallet… non possono ottenere.

Sui social è successo di tutto nel giro di pochi minuti: reazioni scomposte come solo il mondo crypto sa offrirle e Google che è costretta a tornare sui suoi passi, dicendo che si è trattato di un fraintendimento e che tutto verrà sistemato.

Niente ban dunque per i wallet crypto, per custodial o non custodial che siano. Tempo di deporre le armi? Niente affatto, perché – ci aiuta in questo anche il pezzo di Alessandro Adami di questa mattina – siamo qui non solo per i soldi, ma per cambiare il mondo.

Torneranno all’attacco

Non sappiamo se si tratterà di entità commerciali come Google o Apple, oppure se si tornerà agli attacchi di carattere politico. La situazione è complicata, ma non per questo non meritevole di attenzione.

• Negli USA

In diverse leggi statali – e presto anche a livello federale – dovrebbero entrare in vigore leggi che tutelano l’autocustodia, ovvero la possibilità da parte dei cittadini di detenere crypto come preferiscono e per conto proprio, senza intermediari. Questo non vuol dire che entità commerciali come Google dovranno permettere la pubblicazione di App sui loro Store, ma sarebbe comunque un buon segnale.

• In Europa

Nonostante si sia parlato tanto degli effetti di leggi su internet e pagamenti che avrebbero limitato o bandito l’utilizzo dei wallet in autocustodia, per ora non sembrerebbero esserci problemi.

Va rilevato però come le norme liberticide hanno la tendenza a riproporsi anche dopo che sono state accantonate. Guardare Chat Control per verificare se affermo il falso o meno.

• Nel resto del mondo

La miriade di stati e leggi risulta in una miriade di atteggiamenti verso questi software. Non è possibile tracciare una linea unica né una tendenza chiara.

Ma cosa rischio?

In realtà se ti sei comportato correttamente, non rischi nulla, anche se i padroni del telefono che utilizzi (sorpresa, non sei tu) dovessero decidere che non potrai più utilizzare certe App.

Dato che il momento è comunque incerto e anche se abbiamo scampato il pericolo, salva la passphrase altrove. Anche nel caso in cui il tuo wallet sullo smartphone dovesse diventare irraggiungibile, potrai recuperarlo da PC – o da telefoni di altri produttori.

• Per il resto…

Per il resto il rischio è di trovarci in un mondo dove il denaro è sempre più controllato e dove pensiamo di aver vinto soltanto perché – come ha ricordato Alessandro questa mattina – Larry Fink compra Bitcoin.

È questa la battaglia che i pionieri volevano combattere. Si è poi trasformata in guerra. Ieri abbiamo vinto, in futuro dovremo batterci per continuare a farlo.