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Crypto pillole: stiamo vincendo la battaglia dei PREZZI…ma a che COSTO?

Pensiamo di aver vinto, ma è solo un effetto placebo.

Mentre i vostri portafogli festeggiano, com’è giusto che sia, per le grandi performance registrate dai crypto asset nell’ultima settimana, noi preferiamo fermarci un attimo e riflettere su questioni più importanti di qualche gain speculativo. Abbandoniamo la veste di analisti per ragionare da un punto più filosofico, che però ha delle implicazioni tutt’altro che concettuali.

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Quello ci preme condividere con cui, sono i ricorrenti  spiacevoli epiloghi che si stanno verificando in campo privacy, termine a quanto pare sconosciuto sia dalle nuove e che dalle vecchie generazioni. Alcuni recenti avvenimenti ci spingono a credere che, ciò che credevamo essere un diritto inalienabile, si stia trasformando in un optional sempre più di lusso, da cui un giorno verremo brutalmente privati.

Non siamo qui per puntare il dito contro nessuno, né per cercare un antidoto (non è il nostro compito) ad un veleno, che involontariamente stiamo ingerendo ogni giorno a piccole dosi. Tutt’al più vogliamo farvi ragionare su cosa stia accadendo nei retroscena del mondo crypto, e come possiamo difenderci nel nostro piccolo e tutelarci prima che sia troppo tardi.

Abbiamo vinto la battaglia, ma stiamo perdendo la guerra della privacy nel mondo crypto

Bitcoin, Ethereum, e tutto il mondo crypto in generale, sono diventati più famosi che mai. La spinta degli ETF spot negli Stati Uniti, che ha reso popolari certi asset di investimento nei mercati regolamentati, unita al crescente interesse degli istituzionali, ha portato il mondo crypto sotto i riflettori come mai prima d’ora.

Oggi tutto il mondo conosce questo settore, seppur magari anche solo per sentito dire, ed in pochi rimangono ancora scettici di fronte ad una rivoluzione finanziaria più che evidente. Tuttavia, la fama ci sta dando la testa, ed è altrettanto evidente se ci rapportiamo a quella che era la filosofia cyberpunk tipica dei primi anni di vita di Bitcoin.

Ora, non vogliamo essere estremisti: ci sta pensare che BTC o le altre crypto non sostituiranno mai i classici sistemi di pagamento tradizionali, nonostante questo fosse il main focus all’epoca. E ci sta anche pensare che forse un sistema completamente trustless non sia effettivamente replicabile su larga scala, ma non è questo il punto.

Il fatto che il mondo crypto si stia “istituzionalizzando”, non dovrebbe portarci a credere che parallelamente, siamo costretti a perdere quella che è la condizione più importante quando si parla di denaro: la libertà di poter scegliere e soprattutto di poter scegliere di rimanere nell’anonimato 

Stiamo quindi vincendo una battaglia contro chi diceva che questi asset non sarebbero mai emersi, ma stiamo perdendo la guerra della privacy. Satoshi non se sarebbe fiero.

Gli ultimi eventi drammatici nel contesto della crypto privacy

Ne sono successe di cose, per spingerci a scrivere queste righe su un tema così delicato come quello della privacy.  Pochi giorni fa Roman Storm, famoso sviluppatore del protocollo Tornado Cash, è stato dichiarato colpevole di “trasmissione di denaro senza licenza” per aver scritto un semplice codice open source.

 È come se l’inventore della penna venisse condannato perché qualcuno l’ha usata per firmare un contratto truffaldino. Ma non è finita qui, quella di Tornado Cash è una storia ( in realtà più storica) che ha contaminato la percezione stessa della privacy on-chain, creando un precedente scomodo per il futuro. 

Parliamo ad esempio di quanto accaduto con Samourai, famoso wallet Bitcoin non custodial focalizzato sull’anonimato, i cui sviluppatori sono finiti nel mirino delle autorità con accuse simili a quello di Roman Storm.  Anche in questo caso, il vero bersaglio sembra essere lo strumento, non l’uso illecito che ne è stato fatto, danneggiando inevitabilmente il concetto di libertà finanziaria ( non intesa come ricchezza illimitata, ma come possibilità di spendere senza vincoli e senza controlli).

privacy crypto
Sempre meno strumenti per la privacyFonte dati: https://x.com/eth_everstake

Anche per quanto riguarda Monero, sebbene la recente storia dell’attacco del network al 51% non sia in realtà paragonabile ai casi Tornado Cash e Samourai, notiamo lo stesso disgustoso pattern. XMR, la privacy coin per eccellenza del mondo crypto, sta per essere bandita dai mercati europei entro il 2027.

Ed anche il suo network, da sempre il luogo perfetto per chi vuole rimanere nell’anonimato, continua a subire la diffidenza, se non l’ostilità, delle istituzioni. Il risultato è che diventerà sempre più difficile scambiarsi valore  in piena libertà, senza il timore di poter essere osservati.

Perché la privacy è FONDAMENTALE per costruire un futuro migliore per crypto

Qualcuno di voi obietterà che la “necessità di rimanere anonimo” sia solo un bisogno tipico di spacciatori, truffatori o gente che del mondo crypto ha sempre sfruttato la sua componente più oscura ( che oggi rappresenta una minima parte di ciò che si costruisce). In realtà non è affatto così.  Anche noi della redazione di Criptovaluta.it, che da sempre ci schieriamo dalla parte della legalità e della trasparenza, riteniamo che la privacy sia uno dei valore più imprescindibili in ambito digitale, di cui nessuno dovrebbe privarsi.

Pensate semplicemente a chi è in possesso di ingenti quantità di criptovalute, magari acquistate con lunghi sacrifici, ed ora si trova in mano di un valore economico che è pericoloso da esporre pubblicamente. Oppure, pensate ad un piccolo commerciante che accetta pagamenti in crypto, ma che risiede in un’area ad elevata criminalità: se i suoi guadagni fossero pubblici, qualcuno potrebbe rapinarlo o minacciarlo.

Ancora, un imprenditore che utilizza le crypto per pagare i suoi fornitori, potrebbe perdere un vantaggio competitivo se ogni transazione fosse pubblica, esponendo i suoi rapporti commerciali e i prezzi concordati alla concorrenza.

Non fraintenderci: ognuno può decidere di gestire la sua vita finanziaria nel modo in cui meglio crede, potenzialmente anche rendendo noti tutti i suoi public address. Il discorso è piuttosto che chiunque dovrebbe avere la libertà di poter scegliere!

Come possiamo sostenere gli ideali della privacy nel settore crypto

Come detto all’inizio, non è nostra intenzione combattere, nel senso più astio del termine, una guerra contro istituzioni o regolatori, dove scendono in campo anche questioni politiche, a cui preferiamo astenerci. Ad ogni modo, possiamo comunque contribuire a sostenere alcuni ideali, spesso dimenticati. Come? ognuno come può. Vitalik ad esempio ha scelto di supportare solo le tecnologie open source.

Vitalik supporto open source
Vitalik open sourceFonte dati: https://x.com/VitalikButerin

Da un punto di vista più “opportunistico”, potremmo valutare di aprire un nodo Bitcoin ( costa poche centinaia di dollari)  ottenendo un importante controllo sui nostri fondi e contribuendo allo stesso tempo alla solidità e alla decentralizzazione della rete.

Oppure, in modo ancora più semplice, potremmo smetterla di accettare le comode soluzioni munite di KYC che ci offrono dagli ambienti più centralizzati, seppur siano convenienti a livello di commissioni e più facili da utilizzare. Nessuno ci vieta di acquistare crypto in P2P da un nostro amico, o di passare per soluzioni non custodiali ( finchè ce ne sarà la possibilità).

È qui che ha senso il termine “nel nostro piccolo”, perché se ci stanno togliendo con violenza quella che un tempo era una libertà dal valore inestimabile, è anche colpa nostra che preferiamo sempre le cose semplici e più economiche.

Assaporate il mondo trustless, scambiate senza intermediari, e scoprite quanto di bello la tecnologia crittografica abbia da offrire. Perché essere liberi è una scelta, ma dobbiamo saperla rispettare ed onorare ogni giorno, come si fa con ciò che si ama davvero.

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Renzo
Renzo
3 mesi fa

Bravo Alessandro…. LIBERTÀ…. è la parola magica da che mondo è mondo … i cd padroni del vapore ed i loro … sgherri… lavorano soprattutto per … azzerarla… ma i popoli… quasi tutti … sono quasi contenti di perderla… restano solo i romantici idealisti che non molleranno mai anche a costo della propria vita come … William Wallace.
Ancora grazie e buona giornata. R.

Gianluca Grossi
Editor
Gianluca Grossi
3 mesi fa

Open Source (anche se sono vecchio abbastanza da essere di quelli del “free software”) privacy e decentralizzazione non dovrebbero essere negoziabili.

Guidare la ferrari in un recinto è disumano. E non dovrebbe essere il sogno di nessuno.

giuseppe
giuseppe
3 mesi fa

hai detto delle parole molto importanti. A questo punto forse conviene a chi detiene criptovaluta disfarsene? perchè fare quello che avete consigliato è difficilissimo