A fine giugno xStocks, un protocollo abilitato all’emissione e alla gestione di azioni tokenizzate basate su equity statunitensi, ha debuttato in Europa tramite la blockchain di Solana con un lancio molto discusso tra le crypto community. Ne avevamo parlato in questo articolo, mettendo in risalto sia i vantaggi che i punti deboli del nuovo trend ibrido tra finanza on-chain e Wall Street.
Contestualmente con il primo lancio, le xStocks sono state rese disponibili per il trading anche all’interno degli exchange di criptovalute, così da dare l’opportunità, anche al pubblico retail meno navigato in DeFi, di poter investire su certi prodotti. Tra i CEX coinvolti in particolare spiccano Bybit, Kraken, Gate.io e Kucoin.
Ora il trend delle azioni tokenizzati sta per compiere un ulteriore passo in avanti verso una maggiore adozione. Secondo quanto riportato dallo stesso progetto, le xStocks sono pronte a sbarcare sulla blockchain di Ethereum, la rete più decentralizzata ed istituzionale di tutto il settore web3 con oltre $500 miliardi di asset in gestione. Approfondiamo il discorso di seguito.

xStocks l’idea folle di portare Wall Street nel mondo crypto
Prima di guardare avanti, vale la pena ripercorrere i primi passi del protocollo xStocks e analizzare i numeri registrati fino ad oggi. Per chi si fosse il lancio di questo progetto, parliamo di un emittente di azioni tokenizzate che si occupa di gestire asset digitali che replicano fedelmente il valore di un titolo azionario americano..
Il sottostante reale viene detenuto dalla società partner Backed Finance, mentre il protocollo emette queste cosiddette “xStocks”, ossia appunto token basati su prodotti come NVDA, TSLA, AMZN ecc. Si possono negoziare su protocolli decentralizzati della rete Solana come Raydium o Meteora, oppure direttamente dai CEX che abbiamo visto sopra.

Il vantaggio di portare le azioni on-chain è abbastanza intuitivo: si sbloccano nuovi mercati più trasparenti, convenienti ed aperti 24/7, senza limiti di orario e barriere geografiche.
Invece il maggiore difetto delle xStocks è che sono ancora poco liquide e poco diffuse per permettere scambi dell’ordine dei milioni di $. È un prodotto comodo per il pubblico retail, ma non ancora così rivoluzionario da portare tutti gli operatori di Wall Street a contrattare on-chain.
I numeri dietro questo nuovo trend e le altre piattaforme di tokenizzazione
Dal lancio le xStocks hanno ottenuto un modesto successo, senza riuscire però ad ottenere un’adozione davvero profonda nei vari strati del mondo crypto e delle piazze finanziarie tradizionali. Complessivamente il valore bloccato dentro questi asset tokenizzati ammonta ad oggi a $52,8 milioni, di cui $12 milioni solo su TSLAx, $5,8 milioni su NVDAx e $4,5 milioni su MSTRx. Le equity più piccole hanno trovato poco appoggio e poca liquidità a supporto.
Il volume degli scambi è stato più stimolante, circa $3,7 miliardi combinando insieme CEX e DEX (la maggior parte proviene dalle piattaforme centralizzati) . Dato che però deve essere rapportato a circa 60 sessioni giornaliere dal lancio, riportando un volume di poco più di $60 milioni al giorno. Bene ma non benissimo insomma, anche perché solo 26.571 utenti ad oggi possiedono xStocks, su una platea che conta milioni di teste.

La verità è che non c’è un grande bisogno di dover a tutti i costi commerciare on-chain questi titoli, quando esistono piattaforme tradizionali che offrono l’asset sottostante o altri prodotti simili crittografici. Non c’è neanche il “monopolio” di xStocks su questa narrativa delle azioni tokenizzate: ci sono molti altri broker che fanno la stessa cosa, e che puntano ad appiattire il gap tra Wall Street ed il mondo crypto.
👉Qui trovate una guida completa sulle migliori piattaforme di tokenizzazine degli asset reali a cura del nostro head of review Francesco Gallella
eToro si sta preparando ad abbracciare la tokenizzazione
Tra le altre maggiori piattaforme di tokenizzazione oltre ad xStocks, è da menzionare assolutamente eToro, che dal 29 luglio ha riferito pubblicamente di voler cavalcare questa nuova narrativa. La piattaforma, attiva nel settore dei mercati finanziari ormai da 18 anni, vuole dare la possibilità ai propri clienti di fare trading su azioni anche nei giorni festivi, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Oltre ai CFD e agli altri strumenti derivati di cui dispone, ora vuole aprirsi ai prodotti tokenizzati, come riportato dal suo CEO Yoni Assia. Sulla lista ci sono circa 100 asset da dover includere, tra cui titoli USA, ETF ed altro ancora. Seppur in un contesto meno degen della blockchain di Solana, su Etoro questo narrativa potrebbe prendere piede in maniera più attiva.
Ne approfittiamo per ricordarvi anche che il nostro direttore Alessio Ippolito è da poco stato eletto “popular investor” su eToro. Da ora potete seguire in tempo reale le sue strategie e copiare il suo portafoglio. Se volete farvi una cultura nel contesto dell’azionario, andate a dare un occhiata.
xStock su Ethereum: possibilità di espansione o solo altro fumo?
Tornando a noi, abbiamo detto che a breve le xStocks sbarcheranno anche sulla blockchain di Ethereum. Visto l’andamento ancora poco convincente di questo movimento, ci sarebbe da aspettarsi un altro flop in arrivo, o comunque un lancio che non scuoterà le sorti del mercato. In realtà, probabilmente questa tecnologia ha più possibilità di avere successo su Ethereum, piuttosto che su altre chain.
Questo perché Ethereum rappresenta ad oggi il network con più appeal istituzionale, vista il suo altissimo livello di sicurezza, la sua trasparenza e la sua componente di resistenza alla censura. Non è un caso che oltre la metà di tutti gli asset RWA siano stati emessi proprio sulla rete EVM. Ci possiamo dunque aspettare un buon debutto delle xStocks su questo ambiente, se non altro che attirerà più volumi di scambio ed una massa critica maggiore di utenti.

Al di là della chain sulla quale questi titoli tokenizzati gireranno, è importante comprendere che finchè non si creeranno casi d’uso davvero vantaggiosi, allora non si avrà quell’effetto “rivoluzione” di cui ancora molti parlano. Per intenderci, un conto è aprire un mercato da $50 milioni (che sono noccioline), come fatto fino ad ora, un conto è aprirne uno da magari $5 miliardi.
Ecco, se vogliamo raggiungere l’obiettivo, dobbiamo inventarci qualcosa di più che semplicemente permettere il trading di azioni on-chain. Magari, la buttiamo lì, aprire un mercato di prestito tokenizzato integrato con una propria stablecoin, coniata a partire da collaterali basati proprio su queste xStocks.
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