Delle bolle non si butta via niente, un po’ come del maiale. Se ti stai chiedendo perché così tante società del mondo biotech stiano investendo in crypto, ti stai facendo la domanda giusta, all’interno di quello che è un tema fondamentale di questo ciclo e che tanti giornali stanno riportando senza i necessari approfondimenti.
È il tema delle DAT, società che investono in criptovalute dopo aver avuto dei trascorsi in comparti distanti da quello degli asset digitali. Il grosso di queste società – è facilmente deducibile dal nome – appartengono al settore biotech, settore che è stato oggetto di una delle più folli corse agli investimenti a partire dal 2020 e fino al 2022 e che oggi ha lasciato centinaia di società quotate in borsa, prive di ogni valore e per questo particolarmente appetibili ai più rapaci investitori del mondo crypto.
Medicina d’avanguardia, crypto e strani giri di denaro
Non tutte le società che sono diventate DAT sono del settore biomedico. Il caso di Brera Holdings (diventata Solmate) è emblematico: amministra club sportivi (tra cui la Juve Stabia in Italia) e si è trasformata in una società che investirà in Solana. Bitmine, la società che vede oggi Tom Lee a capo e che investe in Ethereum, era già nel settore del mining. Stiamo però veleggiando qui dove le acque sono più calme e dove gli investimenti sono più solidi.
Ci sono infatti oltre 200 società quotate negli USA che si sono trasformate in DAT – e che arrivano tutte o quasi dal settore biotech e biomedico. Società che presentavano tutti gli stessi problemi prima dell’arrivo dei crypto bro e che oggi provano a reinventarsi.
Anche se siamo nelle due principali borse mondiali, ovvero il NASDAQ e il NYSE, creare delle colonne di fumo legale che non permettano di vedere granché non è poi così difficile.
Da eventuale investitore in criptovalute sarà il caso però di capire cosa sta succedendo, quali sono i segnali importanti e, infine, comprendere il valore vero di certi veicoli.
Tutte nelle medesime condizioni
Avevamo aperto dicendoci che delle bolle non si butta via niente. Tra il 2020 e il 2022 le borse americane hanno visto arrivare centinaia di nuove quotazioni tramite IPO, SPAC e altri metodi per quotarsi in borsa.
È stata una bolla poco discussa in Europa, perché in larga parte ha coinvolto investitori privati che amano correre rischi e che potevano permettersi di perdere denaro. In aggiunta, al suo picco, il settore capitalizzava per per meno di 10 miliardi di dollari, non esattamente una bolla di quelle che fanno tremare la finanza globale.

Il grosso delle società che poi si sono trasformate in crypto treasury hanno tutte le stesse caratteristiche:
- Sono arrivate in borsa con quotazioni stellari: certificando così la grande attenzione ai tempi per il settore biomedico;
- Hanno proposto farmaci in approvazione negli USA, spesso poggiando il marketing su studi traballanti;
- NON hanno ricevuto ok da FDA (l’agenzia che si occupa dei farmaci negli USA);
- Hanno visto il loro valore crollare, spesso sotto 1$, soglia che è di grande importanza per chi è quotato al NASDAQ.
Se si rimane sotto il dollaro per più di 30 giorni si riceve infatti dal NASDAQ un avviso: se entro 180 giorni non si tornerà credibilmente sopra il dollaro per azione, il titolo verrà rimosso dai listini.
L’arrivo dei crypto bro (fondi, VC, ma non solo)
Perché gettare via una società che è comunque quotata in borsa e che può dunque essere utile per il marketing?
Società quotata al NASDAQ investe [CIFRA] in Bitcoin/Ethereum/Solana/Avalanche
È un titolo per i giornali molto più appetibile di:
[SOCIETÀ] si quota in borsa, investirà in Bitcoin/Ethereum/Solana/Avalanche etc
Ed è qui che arrivano i PIPE, i cosiddetti Private Investment in Public Equity: il nome è complicato, ma il meccanismo è facile da capire.
Gruppi di investitori privati raccolgono denaro e comprano azioni di nuova emissione della società quotata. Spesso tali accordi sono pagati direttamente nella crypto che sarà oggetto dell’investimento – e altrettanto spesso arrivano da investitori che ne avevano già a disposizione.
I vecchi investitori vengono diluiti (dopotutto vengono emesse nuove azioni), ma sono più che contenti del risultato, dato che avevano in portafoglio carta straccia digitale.
L’entusiasmo di mercato fa il resto
Almeno per i primi casi, i comunicati stampa (troppo spesso forgiati con oculate omissioni o con ampio ricorso agli eufemismi) hanno scatenato gli acquisti, che hanno portato le quotazioni a livelli molto elevati e comunque superiori a ciò che l’aritmetica suggerirebbe.
Le quotazioni hanno infatti raggiunto anche multipli dell’effettivo controvalore in crypto detenute. Un premium per l’entusiasmo, che nel caso di Strategy di Micheal Saylor o Bitmine di Tom Lee può essere giustificato dalle capacità dei due leader. In tanti altri casi no.
Il ruolo, spesso opaco, delle fondazioni
Talvolta i token che finiscono nelle casse di queste società arrivano direttamente dalle Foundation che accompagnano certi progetti crypto.
La Foundation di Avalanche è stata molto chiara sul tema, ne ha dato ampia pubblicità e ha venduto token ad almeno due DAT.
Altre invece sono state meno pubbliche: per individuare il loro impegno è necessario scartabellare le comunicazioni a SEC da parte delle DAT: token venduti a prezzo scontato, per quantità spesso non rivelate – e con processi che potrebbero essere più trasparenti.
È avvenuto più volte per la Foundation di Solana (sia nel caso di Solmate, sia nel caso di Helius), che ha siglato accordi che prevedono la vendita di token $SOL a prezzo scontato.
Altre volte non è chiaro l’impegno della Foundation relativa, come in The House of Doge, all’interno di accordi che però integrano società che faranno da appoggio a ETF sulla stessa crypto negli USA.
La questione non finirà qui. Per chi si è mosso nei bassifondi della borsa americana – non è il caso delle società qui quotate – ci sono in corso indagini da parte di SEC e FINRA per insider trading.
Interrogato sul tema da Criptovaluta.it®, Matt Hougan di Bitwise ha commentato:
Credo che ci siano stati degli accordi scorretti, c’è stata talvolta mancanza di trasparenza, e chiunque abbia agito in modo illegale dovrebbe essere punito, e c’è un rischio che queste storie vengano fuori. Le migliori DATs stanno facendo le cose alla luce del sole.
Un movimento che ovviamente non è un problema intrinseco del mondo crypto, ma che riguarda più il funzionamento dei mercati tradizionali.
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