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Morgan Stanley rivela: “Pronti ad investire in criptovalute”

Anche Morgan Stanley, tra le più importanti banche d’affari a livello mondiale, ha iniziato ad indicare le criptovalute come possibile classe di investimento, in una nota diffusa ai suoi investitori nella giornata di oggi. Nonostante vengano – giustamente aggiungiamo noi – indicati i rischi che potrebbero derivare da esposizione verso questo mercato.

Anche Morgan Stanley apre a Bitcoin & co.

La nota, che è firmata dagli analisti Lisa Shalett e Denny Galindo dice però molto di più di quanto ci si potrebbe aspettare da un’analisi superficiale. Afferma – e questa è la vera notizia – che la soglia di investibilità nelle criptovalute è stata ormai superata e che i token sono ormai a tutti gli effetti, sebbene molto speculativi, degli asset di investimento.

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Anche Morgan Stanley e i suoi clienti su Bitcoin?

Non è ancora detto, ma l’apertura è di quelle importanti. Dopo lo sdoganamento avvenuto da uno degli attori più tradizionalisti della finanza internazionale, è più che lecito aspettarsi che su Bitcoin e sulle altre principali criptovalute per capitalizzazione, possa iniziare ad accendersi un relativo entusiasmo.

Le criptovalute hanno raggiunto la soglia critica. Il framework di regole è in definizione, la liquidità aumenta, così come aumentano l’interesse degli investitori – soprattutto tra quelli istituzionali – e la varietà dei prodotti.

Parole che a chi segue Criptovaluta.it non sembreranno poi essere così decisive e innovative, ma che per un moloch della finanza internazionale, per una delle principali banche d’affari del globo, sono sicuramente rilevanti. Non è chiaro se Morgan Stanley, tuttavia, inizierà a breve ad offrire prodotti specifici nel settore.

Gli analisti del gruppo bancario hanno inoltre sottolineato come in realtà siamo in una fase ancora piuttosto delicata.

Con le criptovalute abbiamo una moltitudine di rischi, alcuni prevedibili e altri ancora da scoprire. Le caratteristiche del rischio indica come prudente una strategia di esposizione minima su questo comparto. […] Il nostro modello di riferimento non supera il 2,5% in termini di esposizione sulle criptovalute.

Una posizione molto cauta, com’era prevedibile da parte di un’istituzione di questo tipo, che dovrebbe però essere letta al contrario: anche le banche d’affari hanno dovuto arrendersi all’ubiquità delle criptovalute come Bitcoin e alle possibilità offerte da questo comparto in termini di crescita esplosiva.

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I mercati rimangono tiepidi

Tutto questo mentre i mercati rimangono piuttosto tiepidi. Sia Bitcoin sia Ethereum hanno parzialmente corretto, annullando in parte i guadagni che avevano portato a casa nel corso della scorsa settimana. Una correzione che si aspettavano in molti – anche in modo più violento a dire il vero – e che per il momento non implica alcun tipo di trend ribassista di medio o lungo periodo.

Le nostre previsioni sulle criptovalute rimangono più che valide e sicuramente una buona base sulla quale iniziare ad organizzare il proprio investimento. Ricordandoci, come ha appena fatto Morgan Stanley, che in realtà il settore oggi ha molto da offrire, anche in termini di criptovalute emergenti.

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