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ETF Bitcoin pronti in Spagna | Saranno gestiti da Santander

Non solo Stati Uniti. La mania per gli ETF che replicano il prezzo di Bitcoin inizia a contagiare anche l’Europa, con l’ingresso possibile su questo mercato di uno dei più grandi gruppi bancari del continente.

Parliamo di Banco Santander, che starebbe per lanciare un suo exchange traded fund su $BTC, con tempi e modalità che però andranno investigate più a fondo. Una notizia ottima, nonostante sia relativamente facile investire in Bitcoin in Europa anche con strumenti finanziari di questo tipo.

Notizia bullish? Assolutamente sì, dato che la diffusione geografica di Bitcoin, anche per mezzo di grandi e grandissimi gruppi, continua ad espandersi. Possiamo investire su Bitcoin con la piattaforma eToro – vai qui per un conto virtuale al 100% gratuito e con tutte le funzionalità, anche per il trading automatico – intermediario che permette di investire su 37+ cripto-asset oltre al re del mercato.

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Cosa sta per fare Santander e perché sarà importante per il mercato di Bitcoin

Ormai anche i gruppi che tradizionalmente avevano fatto di tutto per rimanerne lontani, stanno cedendo all’onda di Bitcoin. Ultimo in ordine temporale ma non di importanza è Banco Santander, tra le banche più prestigiose d’Europa, che secondo quanto circolato su Ok Diario sarebbe ormai alle ultime fasi per la presentazione di un prodotto di questo tipo.

Unico gruppo in Spagna, paese relativamente tradizionalista quando si parla di asset cripto e più in generale di finanza. In Italia, almeno allo stato attuale, sarebbe fantascientifico parlare di un ETF di una SGR del nostro Paese su Bitcoin. Mentre in Spagna, almeno secondo queste indiscrezioni, potrebbe mancare davvero poco.

Un gruppo che – lo ricorderanno i lettori di Criptovaluta.it – in realtà è stato da quasi subito uno dei più attenti alle possibili evoluzioni del mondo cripto, così come rimarcato recentemente da Ana BotinCEO del gruppo.

Siamo leader del mondo delle criptovalute. Abbiamo emesso la prima obbligazione su blockchain. E ora siamo quasi pronti per offrire ETF sulle criptovalute.

Situazione vivace in Spagna, ma non ancora pienamente definita

La situazione in Spagna è, carte alla mano, sicuramente più vivace che in Italia, sebbene non ancora definita nei minimi particolari. L’ente che si occupa di vigilare sulle banche ha già richiesto piani dettagliati per gli istituti per le loro mosse nel mondo cripto da qui al 2024, così come uno dei partiti più di importanti, il Partido Popular, aveva richiesto la possibilità di pagare mutui con le criptovalute.

Tutto questo mentre in Italia, non ce ne vogliano le autorità, si continua a parlare di piramide di bit [sic] e di truffe. Come se Bitcoin e il mondo della finanza decentralizzata non fossero già una realtà concreta e decisamente integrata nel mondo della finanza classica.

Situazione vivace in Spagna che è però strettamente monitorata anche dalla banca centrale, che ha recentemente richiesto una summa di tutti i rapporti che le principali banche del paese intrattengono con exchange e servizi di custodia. Certo, l’Europa non è e non sarà mai il Klondike delle criptovalute, ma un’apertura della Spagna potrebbe innescare anche nel nostro continente un importante effetto a cascata, con tutto quello che ne conseguirà in termini di diffusione delle criptovalute. Tenendo anche conto del fatto che, come in America, uno strumento come un ETF riuscirebbe a rendere Bitcoin accessibile, o meglio, più facilmente accessibile anche agli istituzionali.

Intanto in Zimbabwe…

L’altra importante notizia che circola ormai da qualche ora riguarda la possibilità che lo Zimbabwe, paese dove l’inflazione è ormai a 4 cifre da diversi anni, potrebbe interessarsi a Bitcoin anche in qualità di mezzo di pagamento.

Difficile capire quanto ci sia di vero in un paese che rimane fondamentalmente autoritario e dove il controllo statale della base monetaria ha creato danni che richiederanno decenni per essere superati.

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