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Ethereum, Litecoin e stablecoin NON sono security! | Lo dice CFTC

Ethereum, Litecoin e almeno due stablecoin sarebbero certamente commodity e non security. Il colpo a SEC arriva da un'altra agenzia governativa.

Torniamo sull’annosa (e forse anche un po’ noiosa) questione che riguarda la categorizzazione di certe criptovalute negli USA come commodity o come security. Cosa che sembrerà poco importante, ma che in realtà lo è, in particolare sotto il profilo regolamentare.

CFTC, nel recente complesso di accuse verso Binance, ha ribadito delle questioni che hanno fatto tanto discutere il settore, diviso in due schieramenti opposti anche gli appassionati, ancora una volta posizionati lungo la faglia che divide Bitcoin dal resto del mondo, crypto e non.

È appunto CFTC, l’agenzia federale che negli USA regola il mercato delle materie prime (e dei derivati) a ritenere che non sia soltanto Bitcoin a non essere titolo finanziario, ma tante altre criptovalute, a partire da Ethereum e per finire anche su alcuni stablecoin.

CFTC vuole Bitcoin, Ethereum, Litecoin e stable sotto la sua ala

Sì, è una lotta tra diverse agenzie, una lotta che ha come posta il controllo di un mercato miliardario e che nei prossimi anni potrà diventare ancora più ricco.

Il motivo del contendere dovrebbero ormai conoscerlo tutti i lettori di Criptovaluta.it: negli USA si dibatte, o sarebbe il caso di dire dibattono le agenzie, sulla natura finanziaria di Bitcoin, Ethereum e più in generale di tutto il mercato cripto.

Non è una questione, direbbe qualcuno, di lana caprina, ma una questione che incide direttamente sull’agenzia che dovrebbe regolamentarne i relativi mercati. Nel caso in cui dovesse passare l’idea delle commodity, ovvero di categoria affine alle materie prime come l’oro, sarebbe CFTC ad occuparsi del mercato. Nell’altro caso invece sarebbe SEC. Delle due soluzioni, è più congeniale per gli appassionati la soluzione CFTC, in quanto l’ente tende a muoversi meno, ad essere meno aggressivo e a non richiedere molti degli obblighi vigenti invece nel caso di presenza di titoli finanziari.

Lotta CFTC + SEC
Una guerra dove le cripto saranno armi del conflitto

CFTC è tornata, seppur indirettamente, sulla questione, e lo ha fatto all’interno del lungo documento di accusa nei confronti di Binance.

Binance, sotto la direzione e il controllo di Zhao e con l’assistenza volontaria e sostanziale di Lim, ha sollecitato e accettato ordini, accettato collaterale a margine, e gestito una piattaforma per il trading di futures, opzioni, swap e trading commodity a leva che include digital asset che sono commodity, inclusi Bitcoin, Ether e Litecoin.

È sull’inclusi che dovrebbe fermarsi la vostra attenzione: è una lista che non è completa. Per questi tre si ha la certezza, e potrebbero anche essercene degli altri. Più avanti si torna sulla questione:

Un asset digitale è qualunque cosa possa essere conservata e trasmessa elettronicamente e sia associata con diritti d’uso o di proprietà. Gli asset digitali includono le valute virtuali, che sono rappresentazione digitale di valore che funzionano come mezzo di scambio, unità di conto e/o riserva di valore. Certi asset digitali, come BTC, ETH, LTC e almeno due stablecoin fiat come Tether e Binance USD, così come altre valute digitali citate in questo documento, sono Commodity, così come definito da […]

Piuttosto chiaro e doccia fredda per una SEC che vorrebbe invece estendere il proprio dominio anche a diversi degli asset che qui sono inclusi ed elencati.

Una buona notizia? Sì, ma solo collateralmente

Si tratta di una buona notizia per i motivi citati poco sopra: CFTC ha un impianto di regole e di obblighi decisamente meno complesso e lascerebbe maggiore libertà, negli USA, anche a chi fa intermediazione su questa categoria di asset.

Dall’altro lato però – e su questo torneremo anche con alti approfondimenti – si tratta di una guerra per pezzi di territorio finanziario da occupare. Niente fratellanza o amicizia, o ancora una volta solidarietà da un regolatore, ma soltanto uno strumento tramite il quale stanno cercando di combattere le ingerenze di un’altra agenzia. In una lotta che chi segue le cose americane dovrebbe ormai considerare come solita e comune.

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