Ribellione rientrata, anche se soltanto dopo estenuanti trattative. La truppa repubblicana si compatta e fa passare l’ordine del giorno – una questione meramente procedurale – sul GENIUS Act, la norma che negli USA andrà a regolare emissione e riserve delle stablecoin, criptovalute il cui valore è legato a quello del dollaro (o di altra valuta classica).
I voti sono stati 215 sì e 211 no. Non si tratta di un voto di approvazione, ma soltanto di un voto procedurale necessario per passare alla votazione, che avverrà nei prossimi giorni. La legge era di particolare interesse per Donald Trump, che più volte ha sollecitato i membri del Congresso ad accelerare per l’approvazione, convocando i ribelli che avevano votato no martedì direttamente nello Studio Ovale.
La legge sulle stablecoin viene ritenuta fondamentale dal governo degli USA al fine di rendere il dollaro valuta di riferimento anche nel mondo digitale e nella DeFi, status del quale comunque già gode.
Un passo avanti, non definitivo
Si tratta di un passo avanti importante, tant’è che i mercati lo hanno battezzato con un certo entusiasmo, che ripaga della grande preoccupazione che invece aveva colto i mercati stessi martedì, quando invece si era votato per il no.
Ci ha pensato poi Donald Trump, convocando 11-12 ribelli all’interno dello Studio Ovale, invitandoli a tornare si propri passi e facendo con ogni probabilità qualche promessa.
Quale promessa? L’inserimento – secondo Eleanor Terrett (una delle più attendibili giornaliste del settore) – di un linguaggio fortemente anti-CBDC nel CLARITY Act, legge che regolerà più in generale il mondo crypto negli USA, dato che il GENIUS Act (quello dedicato al mondo stable) non può essere più emendato. Ed è per questo motivo che invece il CLARITY avrà un passaggio più difficoltoso, con gli stessi ribelli che hanno affermato alla stampa di volere l’inserimento di un linguaggio chiaro contro le CBDC prima di farlo passare.
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Ora toccherà di nuovo alla House votare per l’approvazione di un testo che è più permissivo di quello del MiCA (che impone il 60% di riserve in banca e non in titoli) e che però potrebbe comunque modificare il quadro delle stablecoin negli USA. Non è infatti ancora chiaro se Tether deciderà di emettere una stablecoin specifica negli USA o meno.
Discussione… scontata?
Sono in pochi a credere che ci sia una possibilità per i democratici di far fallire la proposta di legge. Una legge che i mercati interpreteranno inequivocabilmente a favore di quelle società che già emettono stablecoin negli USA e che sono già 100% compliant.
Tra queste Circle e anche Ripple, che emettono rispettivamente USDC e RLUSD, con livelli però molto diversi di diffusione. Società che però inizieranno a incontrare nuovi competitor, tra i quali diversi gruppi bancari USA, che sono già pronti a entrare in un comparto molto ricco. Tra queste JPMorgan, che ha già annunciato la volontà di integrare queste tecnologie.
Non è detto dunque che si tratterà di una vittoria soltanto per le società crypto native, ovvero società che sono nate proprio allo scopo di offrire stablecoin.
Stallo record
Intanto per il CLARITY Act è stato stallo record. I gruppi hanno dovuto riunirsi più e più volte per portare a casa il risultato. Alla fine delle trattative l’unica a rimanere contraria è stata Majorie Taylor Green, Georgia, ritenuta una fedelissima di Trump.
Il voto sul GENIUS Act è atteso per oggi. Per il CLARITY Act invece Mike Johnson, speaker della House, ha affermato che si farà di tutto per portare a casa il risultato all’inizio della prossima settimana.
Reazione crypto
Dopo aver toccato di nuovo i 120.000$, lo stallo ha portato Bitcoin e il resto del mondo crypto a una leggera correzione, poi soltanto in parte recuperata.
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