C’è un po’ di stanchezza tra gli istituzionali che stanno investendo in Bitcoin? Gli inflow stanno decelerando rispetto al boom del mese scorso e c’è un altro dato che sembrerebbe segnalare l’arrivo di una fase di relativa calma, dopo che per settimane gli investitori più articolati hanno letteralmente distrutto il pulsante buy sulle loro piattaforme.
Il dato aggiuntivo – e interessante – riguarda nello specifico il premium che in genere c’è su Coinbase rispetto al prezzo di Binance e di altri exchange. Un prezzo più alto tendenzialmente indica che c’è maggiore domanda istituzionale – in quel comparto Coinbase domina di gran lunga anche per questioni… legali – che però oggi non c’è. E che potrebbe appunto segnalare una relativa stanchezza da parte di questi investitori.
Addio premium: gli istituzionali rallentano?
Non ne possiamo avere la certezza, ma il segnale sembrerebbe essere relativamente chiaro. Partiamo dagli ETF su Bitcoin, che ormai da qualche giorno soffrono un predominio di quelli su Ethereum, segnalando un appetito degli investitori di una certa stazza più per il comparto alt che per BTC.
Il secondo dato, che è stato raccolto anche da Coindesk, riguarda il prezzo di BTC su Coinbase e su altri exchange. Quando questo è più alto su Coinbase, nonostante siano attivi MM che fanno da arbitraggio, è comunque segnale chiaro di una maggiore attenzione degli istituzionali per questo mercato.

Ora il premium è sparito – evento relativamente raro – e possibilmente segnale di una stanchezza comprensibile per almeno due ordini di motivi. Il primo è nella grande quantità di investimenti che si sono fatti registrare nel corso delle ultime settimane, durante le quali abbiamo vissuto una stagione in verità molto particolare per quanto riguarda gli afflussi.
Il secondo è l’avvicinamento alla fase morta del mercato estivo. Agosto non è mai stato un granché per i volumi. E se questo dovesse confermarsi essere il trend, potremmo assistere ad un abbassamento delle operazioni sugli exchange e anche tramite gli ETF, salvo poi ripartire a settembre.
È necessariamente un problema?
No, anzi. Il fatto che un eventuale rallentamento degli istituzionali – che potrebbe essere comunque temporaneo – non abbia danneggiato granché il prezzo di BTC è un ottimo segnale.
Nel momento in cui pubblichiamo questo breve approfondimento BTC rimane in quota 119.000$. E anche a metà luglio avevamo avuto, come dimostra il grafico che alleghiamo, un rallentamento del premium. Che è coinciso sì con investimenti non stellari negli ETF, ma che comunque non ha causato grossi sconquassi al prezzo di BTC.
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