Mario si è stancato di parcheggiare i propri euro in banca e ricevere zero in cambio. Ha letto di sfuggita qualche articolo online, e sa che i suoi depositi (e quelli di altri milioni di risparmiatori) permettono all’intero sistema bancario di funzionare. E anche di comprare elicotteri e yacht a chi quelle banche le possiede o le amministra.
Da un lato vorrebbe una fetta (magari piccola) della torta. Dall’altro si è stancato di far fare la bella vita agli altri. Si è fatto convincere dal nipote e ora risparmia in stablecoin con rendimento. Mario fa preoccupare BCE e suo cugino Mike, che vive a Memphis, fa altrettanto preoccupare FED perché ha fatto le stesse scelte.
Le due banche centrali hanno ragione ad essere preoccupate, e forse hanno anche ragione a volerci dare un taglio. Narrow banking, depositi, o’ sistem e tanto altro ti saranno presentati in questo approfondimento nel modo più semplice possibile. Ed è forse il caso di prepararsi, dato che siamo davanti ad un passaggio storico in Europa e a un altro passaggio altrettanto storico negli USA (anche se di segno opposto).
La banca, i soldi di Mario, i rendimenti e gli yacht
I banchieri non fanno esattamente la fame. Le società che amministrano sono tra le più redditizie al mondo – e quando hanno problemi possono anche contare su salvataggi con soldi pubblici .
La storia di Bitcoin si incrocia con quella dei salvataggi pubblici delle banche. Nel primo blocco mai creato Satoshi Nakamoto lasciò un riferimento a una prima pagina di The Times del tempo, che recitava: “Chancellor on brink of second bailout for banks.”, ovvero “Il Cancelliere è sull’orlo di un secondo salvataggio per le banche.” Ma non è di Bitcoin che parleremo, ma di cosa ne è nato dopo e forse in sostituzione.
I banchieri, dicevamo, non se la passano male. Una parte dei loro ricavi viene da un sistema che tutti o quasi percepiscono come ingiusto, ma che è oggi necessario per il funzionamento delle politiche monetarie e più in generale del sistema finanziario.
Mario deposita, la banca ne tiene soltanto una parte e il resto lo presta in giro, in cambio di interessi. Di quegli interessi Mario non vedrà un centesimo. Ma così vanno le cose, cantava Giovanni Lindo Ferretti, e così devono andare.
L’alternativa del narrow banking
C’è un’alternativa al modello ottieni i depositi e poi presta. Si chiama narrow banking, dove narrow sta per stretto e riguarda un modello diverso: le banche tengono i depositi in asset sicuri (in genere obbligazioni statali a breve scadenza) e non vanno prestando in giro i soldi.
È il modello di Tether USDT, la più capitalizzata delle stablecoin, criptovaluta che segue 1:1 il valore del dollaro USA.
➡️ Tether riceve un bonifico (facciamo di 1.000.000$)
➡️ Tether emette 1.000.000 di token USDT
➡️ Tether usa quel milione per comprare debito USA a breve scadenza
➡️ Tether intasca gli interessi
Anche nel caso di Tether il nostro Mario non guadagna nulla. Può detenere USDT per scommessa “anti-sistema”, perché gli sono antipatiche le banche, perché è più facile comprare USDT che dollari, perché può utilizzarli in DeFi. Ha 1.001 motivi per comprare USDT, ma ricevere interessi su quello che deposita non è uno di questi, perché anche Tether non versa alcun interesse al cliente.
Ed eccoci qui con le stablecoin con rendimento
Bello il modello di Tether, no? Ma quanto sarebbe più bello, per Mario, se gli venissero riconosciuti anche dei rendimenti?
E infatti da tempo ci sono emittenti di stablecoin che propongono un modello simile a quello di Tether USDT (o di Circle USDC, che è pressoché identico), ma aggiungendo un ulteriore passaggio:
=> Paghiamo un interesse a Mario
| Modello | Dove vanno i depositi | Dove vanno i rendimenti |
|---|---|---|
| Depositi bancari | La banca li usa in larga parte per finanziare investimenti | Alla banca |
| Tether USDT / Circle USDC | Tether e Circle li investono in larga parte in titoli di stato a breve scadenza | A Tether e Circle |
| USDtb o altre stablecoin con rendimento | In titoli di stato a breve scadenza (direttamente o tramite fondi money market) | A Mario |
Soldi al popolo: tutti contenti, no?
Il popolo è alla fame, l’inflazione galoppa, i salari sono quasi fermi. Almeno ci sono i rendimenti delle stablecoin, no? Un corno.
In realtà i modelli 2 e 3 della nostra tabella di cui sopra sono un enorme problema per un altro attore di questo complicatissimo sistema: la banca centrale.
Il sistema nel quale viviamo oggi prevede infatti il funzionamento delle banche private come enorme ingranaggio al centro del sistema. I depositi sono benzinai poi per i prestiti – ed è da qui che passa la parte maggioritaria della creazione di nuova moneta.
Più in breve e senza approfondire: le banche centrali, con i modelli 2 e 3, hanno enormi problemi a gestire la loro politica monetaria. O meglio, più persone utilizzeranno i modelli 2 e 3, meno sarà efficace il controllo sul sistema monetario da parte della banca centrale.
Perché le banche centrali sono preoccupate (e no, non è perché odiano le crypto)
L’odio viscerale di diversi in BCE per il mondo crypto e le battaglie dello stesso istituto per contenere le stablecoin non sono consequenziali. Sono più frutto di una coincidenza, perché è assolutamente vero che le banche centrali avranno problemi in un contesto dove ci saranno sempre più Mario (e dunque sempre meno depositi).
Perché non c’entra nulla l’odio per le crypto? Perché in realtà c’era già stato un tentativo di narrow banking di questo tipo, con trasferimento di interessi ai depositanti.
Era il 2019 e TNB (acronimo che stava proprio per The Narrow Bank) aveva chiesto a Fed licenza bancaria. Il business model era molto semplice:
- Ottengo licenza
- Con la licenza posso depositare presso Fed e ricevere un interesse
- Distribuisco parte di quegli interessi ai depositanti, tenendo una piccola commissione per me
È un modello super-sicuro (i depositi presso Fed sono di fatto moneta), avrebbe reso i depositi presso The Narrow Bank molto più allettanti di quelli presso la concorrenza e però Fed negò la licenza, scrivendo che:
- Timori sulla possibilità che tali iniziative potessero rendere più difficile la trasmissione della politica monetaria;
- Timori sulla possibilità che una concentrazione di capitali in banche come TNB ne avrebbe impedito la trasmissione a altri mercati (compresi quelli dei prestiti);
- Timori sulla possibile fuga verso i depositi in stile TNB in momenti di stress per le banche tradizionali, fuga che avrebbe causato ulteriore stress al sistema.
In breve, non possono avere banche troppo sicure perché ne risentirebbero quelle un po’ meno sicure che animano il sistema.
Gli esempi di TNB e quelli delle stablecoin non sono perfettamente coincidenti, ma sono comunque un buon inizio per capire perché BCE si sta spendendo così tanto contro le stablecoin. E anche perché il GENIUS Act, la legge che norma le stablecoin negli USA, ha escluso per legge quelle che offrono… rendimenti.
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