Qualcuno parlerà di mercimonio di influenze politiche. La verità però è che negli Stati Uniti il lobbismo è legale, a patto che sia alla luce del sole, e dunque possiamo sapere chi sta finanziando la nuova sala da ballo della Casa Bianca. Sì, ci sono diversi player del mondo crypto – tra i quali Ripple, *Tether, Coinbase, e i fondatori di Gemini, ovvero i gemelli Winklevoss. Una truppa che in larga parte aveva anche sostenuto lo sforzo elettorale di Donald Trump con copiose donazioni.
Non sono da sole però: ci sono tante altre aziende del mondo cosiddetto normale e comunque distante anni luce dal mondo crypto. Ci sono infatti anche Apple, Comcast, Microsoft e Google. Qualcosa di, lo ripetiamo, normale negli USA, ma che data la particolare simbiosi che stanno vivendo il presidente Donald Trump e il settore crypto… non mancherà di suscitare qualche polemica.
La sala da ballo della discordia
È una sala da ballo che sarà annessa alla Casa Bianca e che è stata già oggetto di scontro politico tra democratici e presidenza. Sarà grande, forse enorme per gli standard europei, e i lavori sono già in corso. A interessare di più però gli investitori crypto sono i finanziatori di tale opera. Secondo quanto è stato infatti riportato da diversi outlet americani, hanno partecipato al finanziamento – per lavori complessivi da 300 milioni di dollari – anche diversi player del mondo crypto.
Nella lista figurano Coinbase ma anche Tether, insieme anche a Ripple e a una donazione che sembrerebbe essere in via personale da parte dei gemelli Winklevoss.
Rapporti tra presidente e crypto sotto analisi
La recente concessione della grazia a CZ di Binance ha rianimato vecchie polemiche riguardanti i rapporti – per l’opposizione eccessivamente idilliaci, tra Casa Bianca e mondo crypto. Rapporti che funzionerebbero in larga parte – sempre secondo le analisi più ciniche – grazie a copiose donazioni che sono avvenute sia durante la campagna elettorale sia invece dopo – come in questo caso.
Rimane però il fatto che, almeno questa volta, non sembra sia stata una questione esclusivamente legata al mondo delle criptovalute. Ci sono state anche altre aziende che – per gli stessi identici motivi – hanno deciso di donare.
Si potrà inoltre – a voler vedere il bicchiere mezzo pieno – sottolineare come in realtà sarà qualcosa che rimarrà comunque al popolo americano, e non possedimento personale di Donald Trump.
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