Questa è la storia di due amici. Francesco ha mandato un messaggio al suo amico Paolo e gli ha consigliato di comprare subito $ETH, dato il prezzo molto favorevole. Mandato il messaggio al suo amico, Francesco si fionda sull’exchange e compra 1 intero $ETH pagandolo 3.750$. Paolo, che utilizza un altro exchange (questione di comodità, dice), fa lo stesso, ma spende 3.900$.
L’exchange ha fregato Paolo? Non necessariamente. Rispondere alla domanda quanto costa 1 $ETH è in realtà molto più difficile di quanto potrebbe sembrare. E vale lo stesso per Bitcoin e per qualunque asset crypto. E in realtà vale lo stesso anche per il grosso dei mercati che avvengono in simultanea su più piazze (come il Forex). La risposta è dipende. Non esiste un solo prezzo, in condizioni di stress i prezzi delle diverse piazze possono divergere significativamente – e potrebbero farlo anche in situazioni non di stress, se non fosse per il remunerativo business dell’arbitraggio – condotto in larga parte da società specializzate.
Al contrario di una nota catena di supermercati, gli exchange sono isole
Tu non sei un’isola, ricordava un noto spot di un’altrettanto nota catena di supermercati. Nel caso degli exchange le cose sono diverse. Molto diverse. E sono mitigate soltanto in parte dalla certosina (e remunerativa) opera di certi operatori di mercato.
Nel momento in cui ti scriviamo – in assenza di turbolenze di mercato – c’è uno scarto di circa 9$ tra il prezzo di 1 $ETH su Bybit e su Binance. Sono due degli exchange più liquidi al mondo – e non può trattarsi di un “errore”.
| Exchange | Prezzo 1 $ETH |
|---|---|
| Bybit | 3.821$ |
| Binance | 3.830$ |
| Coinbase | 3.830$ |
| Bitget | 3.821$ |
| MEXc | 3.826$ |
| Kraken | 3.826$ |
Perché accade questo? Perché in realtà ogni exchange è come se fosse una piazza a se stante. E anzi, è una piazza a se stante, con diversi trader sopra, con equilibri tra compratori e venditori leggermente diversi e con i prezzi che appunto possono divergere. Nel caso di Ethereum (lo stesso vale per Bitcoin e per altri asset top) siamo avanti a mercati molto liquidi e sottoposti a costanti operazioni di arbitraggio (vedremo più avanti cosa vuol dire). Nel caso di crypto meno liquide e meno scambiate, le distanze possono farsi più importanti
| Exchange | Prezzo 1 $ZEN |
|---|---|
| Binance | 15,45$ |
| Bybit | 14,77$ |
| Coinbase | 15,50$ |
| Bitget | 14,77$ |
| MEXC | 14,79$ |
| HTX | 15,41$ |
Abbiamo preso il caso di $ZEN perché mentre scriviamo è oggetto di un forte rialzo – ovvero di un aumento di volumi e volatilità che – da copione – aumenta le divergenze tra i prezzi su diverse piazze.
Non ho capito: com’è che funziona?
Immagina un arcipelago di 5 isole. Su ogni isola c’è un mercato del grano. Dato che gli stessi sacchi di grano non possono essere presenti su più isole, li tratterai come 5 mercati diversi. Su ogni isola ci sono tot venditori di grano e tot compratori.
Dato che l’appetito per la farina può essere diverso su ciascuna delle isole, e dato che il numero di venditori (o la quantità di grano in vendita) è quasi certamente diversa, capirai bene che può succedere che i prezzi inizino a allontanarsi.
Una grande occasione per chi ha una barca per andare da isola a isola
Prima abbiamo parlato di liquidità e di possibilità di arbitraggio che tengono i prezzi su certi asset molto vicini, anche tra diverse isole/exchange.
Se un exchange vende Ethereum a 3.500$ e uno a 3.495$, è molto conveniente comprare un Ethereum sul secondo exchange, venderlo sul primo e incassare 5$ senza aver fatto (quasi) nulla. Si chiama arbitraggio, e da un lato è un’attività redditizia per chi “porta gli Ethereum da isola a isola”, dall’altro permette di tenere i prezzi più allineati.
Facendo l’esempio delle isole e del grano. Se sull’isola 1 il grano è venduto a 1€ al sacco e sull’isola 2 a 2€ al sacco, ci saranno persone che si organizzeranno per comprare il grano sull’isola 1 e venderlo sull’isola 2.

Ci sarà dunque pressione sugli acquisti sull’isola 1 (che contribuirà a alzare il prezzo) e pressione sulle vendite dell’isola 2 (che contribuirà a abbassare il prezzo). Ripetendo questa operazione per un numero sufficiente di volte, i prezzi diventeranno… molto vicini.
C’è anche però la questione dell’efficienza
Il marinaio che decide di comprare il grano sull’isola 1 e venderlo sull’isola 2 deve però tenere conto di diversi rischi:
- Quanto tempo ci metterò a spostare il grano?
- Quale sarà il prezzo del grano quando sarò sull’isola 2?
Non sono rischi da poco. In condizioni normali questo viaggio è redditizio e anche prevedibile. In condizioni di alta volatilità e di prezzi che dunque si muovono MOLTO rapidamente come venerdì scorso, sia 1 che 2 nel mondo crypto diventano molto più incerti.
I tempi possono allungarsi: le principali chain possono congestionarsi (capita a Bitcoin e Ethereum) e quindi lo spostamento da exchange 1 a exchange 2 diventa più incerto. Più è incerta la tempistica, più è difficile prevedere che prezzo si troverà a mercato quando si arriverà sull’exchange 2.
Cosa fanno i marinai / arbitraggisti in condizioni di questo tipo. Tendenzialmente evitano il viaggio. Ovvero non portano più crypto dal punto dove costano meno a quello dove costano di più.
È troppo rischioso – e così viene meno uno strumento che è utile, anzi fondamentale affinché i mercati diversi vadano a riallinearsi.
E allora? Quanto costa un Ethereum o un Bitcoin?
La risposta è dipende. I prezzi possono divergere in modo importante tra diverse piazze. Quando piattaforme come CMC, Google o anche TW ti offrono un prezzo – o indicano la fonte dello stesso prezzo, oppure fanno una media tra i mercati più liquidi.
Nei momenti di grande agitazione sui mercati la risposta è ancora più incerta.
Nota bene: in realtà il funzionamento del mercato è molto più complesso (non è raro che ci siano pool condivise e altri tipi di accordi tra operatori). Quanto ti abbiamo raccontato qui è però una rappresentazione fedele, per quanto semplificata, di ciò che accade sui mercati.
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