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Ripple: problemi a Washington. Senatrice cancella il crypto meeting. Brad Garlinghouse si lamenta

A Washington tira una brutta aria? Forse per Ripple, che si lamenta pubblicamente.

Si complica la posizione di Ripple all’interno del dibattito politico che dovrebbe portare tutto il settore crypto ad avere un trattamento migliore, negli USA, di quello che gli era riservato dalla precedente amministrazione.

Brad Garlinghouse ha affidato a X la sua frustrazione dopo un incontro cancellato dalla senatrice Cynthia Lummis e che – secondo quanto è stato riportato dallo stesso CEO di Ripple – non sarà semplicemente rinviato, ma annullato.

Brad Garlinghouse ha contestualmente invitato tutti a partecipare a uno space su X per discutere della situazione. Ma cosa sta succedendo davvero?

Il gran rifiuto della senatrice Cynthia Lummis

La senatrice Cynthia Lummis è uno dei personaggi più in vista del nuovo ciclo pro crypto degli Stati Uniti. Sosteneva il settore – pur con qualche eccezione – già durante la precedente amministrazione ed è stata sempre considerata la senatrice più aperta al comparto. Sta conducendo battaglie importanti per l’approvazione del Genius ACT sulle criptovalute stable e più in generale per una legislazione più aperta al comparto.

Non con tutti però, almeno secondo quanto è contenuto in uno dei tweet più recenti di *Brad Garlinghouse** – che è CEO di Ripple.

Sto andando a Washington per sostenere una legislazione a favore delle criptovalute, riguardante stablecoin e struttura dei mercati. Sono incoraggiato dal fatto di vedere i nostri politici che guardano alle crypto come dovrebbero essere – un’industria multichain.

Dopo un’introduzione che non lascia intendere alcun tipo di problema, ha però aggiunto:

Detto questo, la senatrice Cynthia Lummis, a capo del sotto-comitato per gli Asset Digitali, ha cancellato un meeting con me (e non accetta di fare un altro). Come leader nel Congresso e come senatrice da uno degli stati più crypto-friendly, spero che riconsidererai la cosa e che sarai un leader per tutto il mondo crypto.

Non è chiaro cosa sia successo, ma i rapporti più recenti di Ripple con la nuova politica USA pro crypto non sono stati sempre idilliaci.

Poco dopo l’insediamento di Trump si era consumato un curioso siparietto riguardante le riserve degli USA in crypto, che secondo il presidente degli USA avrebbero incluso anche XRP di Ripple.

Tuttavia fu un gigantesco equivoco, secondo fonti bene informate spinto da una società che si occupa di lobbying e che avrebbe tra i propri clienti anche Ripple. Non sappiamo per il momento se sia stata questa la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, per quanto sia ormai una storia che possiamo considerare come vecchia.

Attriti tra i diversi “sostenitori”

Gli attriti tra sostenitori di Ripple e altri crypto appassionati non sono esattamente una novità. Più volte Ripple ha attaccato frontalmente Bitcoin – con uno dei fondatori del progetto XRP che ha anche finanziato pubblicità di Greenpeace contro il mining.

Attriti che per ora sembrerebbero prevalere rispetto a quel desiderio di unità di almeno una parte degli interessati. Vedremo come evolverà la situazione.

Vale la pena di ricordare che la senatrice Lummis non è l’unica possibile interlocutrice a Washington per i progetti crypto e che questo diniego potrebbe essere in realtà cosa di poco conto.

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