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GENIUS ACT

Primo passo GIGANTESCO per le crypto stable negli USA. Passa in Senato il Genius ACT

Primo passaggio per il Genius ACT negli USA. Ed è un successo.

Il GENIUS Act – la possibile e probabile nuova normativa che negli USA regolamenterà il settore stablecoin – ha fatto un importante passo avanti. È passato infatti in prima lettura al senato USA, 62-32, per quello che è stato definito come un avanzamento storico del primo complesso normativo organico sul tema.

I repubblicani sono riusciti dunque a racimolare diversi voti tra i democratici per superare soglia 60 – soglia che una volta superata impedisce il filibustering – che di fatto è in grado di interrompere qualunque processo di produzione normativa negli States.

Il cammino di questa legge sarà comunque ancora lungo e articolato e prima di cantare vittoria – per chi ritiene positivo uno sviluppo legislativo di questo tipo – ci saranno da attendere anche altri passaggi.

Cosa prevede il GENIUS Act?

Il Genius ACT è una proposta di legge bipartisan – ovvero co-firmata da appartenenti a entrambi gli schieramenti – che propone una complesso di regolamentazioni per le stablecoin, ovvero le criptovalute che hanno il loro valore ancorato a una valuta classica, in questo caso il dollaro USA.

Tra le norme inserite nel più complesso sforzo legislativo ci sono quelle sulle riserve: sarà imposto ai gestori di detenerle in cash oppure in titoli cash equivalent – come bond USA a breve scadenza. Una situazione che dovrebbe creare pochi problemi ai principali gestori – Tether e Circle di USDC.

=> La soglia dei 60 voti

Era importante superare la soglia dei 60 voti – e non quella della maggioranza semplice. Il processo di approvazione delle leggi negli USA prevede infatti che soltanto sopra quella soglia può essere superato il cosiddetto filibustering – che di fatto impedirebbe l’avanzamento di qualunque legge.

Il filibustering è una tattica abusata in Senato che prevede dibattiti interminabili – spesso su questioni procedurali – e che ha una lunghissima storia. Per citare il caso forse più divertente, il senatore Storm Thurmond, per impedire l’approvazione del Civil Rights Act, parlò per 24 ore consecutive.

Il filibustering può essere superato con un voto di 60 su 100 senatori a favore. E questo è stato il caso.

Dato che nessuno ha voglia di passare 24 o più ore in dibattito – oggi il filibustering può essere anche silente. Un senatore annuncia la sua volontà di fare filibustering, costringendo di fatto il Senato a votare almeno 60 a 100 sì. Cosa che si è verificata in questo caso.

Cynthia Lummis soddisfatta

Si è detta soddisfatta Cynthia Lummis, senatrice che è co-sponsor della proposta di legge e che da tempo si batte all’interno del perimetro del mondo crypto.

Gli asset digitali sono il futuro e siamo un passo più vicino all’assicurarci che l’America sia pioniera.

In passato Cynthia Lummis era stata critica di Tether, citando però dati e ricerche successivamente smentite. Sempre Lummis è storicamente vicina all’ambiente di Bitcoin più oltranzista.

Proteste per Trump

Tra gli insoddisfatti la senatrice Elizabeth Warren, che in molti dei nostri lettori ricorderanno a capo dell’esercito anti-crypto, citando la caratterizzazione di se stessa che fece proprio la senatrice.

Non ci sono scuse per il Congresso affinché sia fatta passare un legge che turbo-caricherà la corruzione di Trump.

Il coinvolgimento di Donald Trump nel mondo crypto era stato citato da diversi senatori democratici come motivo per ostacolare l’avanzamento della legge. Almeno con questa prima lettura non sembra che la posizione di Warren sia stata raccolta da un numero sufficiente di senatori democratici.

Si dovrà comunque ancora votare anche in Senato, trattandosi – nel caso del voto di ieri – di un voto preliminare.

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