Nel corso degli ultimi giorni sono arrivati diversi annunci sul lancio di azioni tokenizzate, da parte di intermediari attivi nel mondo crypto. C’è Kraken che ha lanciato il servizio negli USA e c’è anche Robinhood che ha fatto di più, indicando agli utenti la possibilità di investire anche su società non quotate come OpenAI.
La questione ha causato non poche discussioni, sia ai piani alti della finanza USA, sia tra OpenAI (ad esempio) e Robinhood. C’è chi si lamenta, arrivando dal vecchio mondo della finanza e in parte controllandolo, dell’assenza di regole chiare. C’è chi si lamenta di proposte non sempre, dicono loro, trasparenti e più in generale si stanno avendo tutte quelle discussioni che si hanno… quando qualcosa sta cambiando un pezzo di mondo.
Non sarà però l’unico passaggio di asset della finanza tradizionale verso sistemi onchain. Ci sono categorie di asset che sarà ancora più divertente vedere muoversi proprio nel mondo onchain.
Chi vince e chi perde?
Chi vincerà e chi perderà da questo passaggio? Da un lato abbiamo gli exchange che stanno diventando ormai delle Super App che permettono di investire non solo in Bitcoin e crypto, ma anche appunto in azioni, addirittura talvolta tra quelle non quotate.
Bybit ti regala qui fino a 5k di bonus. L’intermediario ha lanciato la sua divisione europea, dove a breve saranno disponibili anche azioni e altri titoli tokenizzati.
- Gli exchange vincono quasi sicuramente
Perché il loro funzionamento si avvicina sempre di più a quello di un hub completo per gli investimenti. Per ora manca ancora molto – perché non è ancora agile farlo ovunque e perché gli asset stanno arrivando alla spicciolata. Il trend però è evidente: tutti, come ci ha detto anche Ben Zhou di Bybit, andranno in quella direzione. E a breve avremo ad esempio le azioni anche su quell’exchange.
- Alcuni network vinceranno, altri… perderanno
Tutti stanno cercando di lanciare azioni tokenizzate. Lo stanno facendo gli intermediari ma lo stanno facendo anche determinati network, come ad esempio Ondo. Non tutti riusciranno ad avere dei grandi volumi di scambi e numero di utenti tali da giustificare l’impresa.
Alcuni network poi saranno di infrastruttura – Ethereum e qualche layer 2, Solana e chissà quale altro.
Difficile però a questo punto, con l’intervento dei big, giustificare i piccoli network che hanno puntato tanto sulla RWA, almeno in termini di marketing e che infine non hanno mai ottenuto granché.
- Vincono gli utenti
Si avrà un nuovo modo di accedere a certi investimenti, un nuovo canale che è più pratico e – si spera – più economico. Si sbloccheranno infinite possibilità in DeFi e si avrà una gestione probabilmente più diretta delle proprie finanze.
Con un ma: dato che è necessario un intermediario che tokenizzi gli asset in questione, non sarà un possesso diretto di una quota di un’azienda, ma sarà una sorta di titolo derivato – molto diverso da quanto forse in tanti stanno pensando in questo momento.
Ci saranno tanti passi avanti da fare, ci saranno tanti altri intermediari che arriveranno e il mondo degli investimenti almeno per i piccoli retail non sarà più quello di una volta.
E a perdere saranno anche le società della vecchia finanza che hanno mancato il treno. Altre, invece, lo stanno guidando verso il futuro.
aspettate che arrivino il regolatore e l’opinione “pubblica” (con i loro tempi)… vi ricordate le ondate di FUD su Tether, “non ha le riserve che dice di avere”?
Ecco, moltiplicate per mille 😀
Per carità di azionario non ne so nulla, ma vedo degli attacchi mostruosi in arrivo da un punto di vista legale/burocratico. Sempre se la cosa prende piede, ribadisco, e i volumi iniziano a diventare consistenti: in questo caso, non credo la vecchia guardia si lascerà far fuori senza combattere. Tether dava un po’ di fastidio, fregarsi l’azionario immagino ne dia un pelo di più
Ci son dentro anche loro