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Il mondo crypto sta CAMBIANDO: ecco cosa CONTA davvero oggi!

A volte occorre fermarsi e riflettere su cosa abbia davvero valore.

Non sappiamo esattamente se in meglio o peggio, ma è evidente che il settore crypto non sia più lo stesso degli ultimi anni. Oggi l’outlook è completamente diverso, con centinaia, se non migliaia, di progetti in più che popolano lo spazio web3, e con un maggior senso di maturità. Sono cambiati i metro di paragone per identificare cosa sta andando bene e cosa no, così come gli stessi investitori iniziano a prezzare in modo differente i vari avvenimenti sul mercato.

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C’è ancora quella componente pazza ed imprevedibile che accompagna le sessioni speculative, ma forse piano piano stiamo iniziando a ragionare in modo più razionale. Ora troviamo diversi fattori che pesano sulla bilancia e  che permettono di dare un giudizio più coerente a progetti che fino a poco fa venivano spinti solo dall’euforia del momento, senza reali criteri di valutazione.

Premessa: ci sono troppi progetti, e troppa fuffa in giro

Se avessimo intrapreso questo discorso nel 2021, forse non avrebbe avuto troppo senso. All’epoca il mondo crypto iniziava già ad affermarsi agli alti piani della finanza, ma nel complesso il settore appariva ancora poco maturo e con un’innovazione tecnologica che doveva ancora esprimersi al massimo.

Iniziavano a circolare i primi veri grandi esperimenti della DeFi, ma solo in un contesto di esplorazione primordiale, senza veri e propri “game-changer”. Nascevano ogni giorno nuove idee, e non c’era verso di valutare la bontà di quelle innovazioni se non nel “presunto potenziale” che avrebbero potuto offrire agli investitori. Insomma, viene lanciato il progetto X, si crede che questo potrà fare Y nel futuro, e sulla base di questo il mercato dava una sua valutazione emotiva.

Oggi invece è tutto diverso. L’industria crypto ha fatto un grosso passo in avanti ed ha iniziato a reagire meno di istinto, e più sotto una logica concreta. Perchè? Perché sarebbe impossibile ragionare come prima, in un contesto dove ci sono migliaia di stimoli e di attori in più.

Giusto per rendere l’idea, rispetto al 2021 ci sono oltre 19 milioni di monete crypto in circolazione con 300 milioni di detentori in più. Prima si navigava su una decina di chain, oggi invece ne abbiamo a disposizione più di 200 tra quelle più serie.

numero crypto
Numero crypto in circolazioneFonte dati: https://coinmarketcap.com

Cosa si guarda ad oggi un progetto come metro di valutazione?

Con un overload del genere, sia in termini di progetti che di informazioni ed alpha che arrivano alle orecchie degli investitori, è chiaro che non possiamo più guardare al settore crypto come lo facevamo 4 anni fa. Ora si osserva più la sostanza, e non le promesse, a meno che non siano veramente rivoluzionare e con un background solido.

Soprattutto per quanto riguarda le nuove blockchain in circolazione, di cui ovviamente una buona parte finirà per essere abbandonata nel dimenticatoio, ciò che conta ora, detto proprio esplicitamente, sono i soldi. Conta quanta liquidità una rete riesce ad attirare, quante stablecoin sono presenti e quanti volumi di trasferimento vengono processati.

stablecoin chain
Stablecoin dominance per chainFonte dati: https://defillama.com

Tutti ormai sono bravi a creare il nuovo network “Ethereum Killer” ad alto throughput ( che dovrebbe essere decentralizzato ma in realtà spesso è gestito da singole entità), ma in pochi sono in grado di portare liquidità nel sistema

Così il gioco è diventato più spietato e meno inclusivo, perché solo chi arriva già con grossi capitali in tasca può sperare di reggere la competizione. Ecco perché all’inizio dicevamo che non sappiamo se oggi si stia meglio o peggio rispetto a prima.

Un nuovo dato fondamentale per l’analisi dei progetti crypto

Il settore sta maturando a tal punto da iniziare a prendere le sembianze di Wall Street o più in generale dei mercati azionari globali, complice anche una contaminazione dei partecipanti grazie agli ETF crypto. Oggi non basta più raccontare una buona storia: i progetti iniziano a essere giudicati con criteri economico-finanziari, e uno degli indicatori più osservati è la capacità di generare revenue.

Viene analizzata la capacità, sia per quanto riguarda chain che singoli protocolli, di generare profitti tali da giustificare una determinata quotazione sul mercato dell’asset crypto sottostante. Magari avrete sentito nell’ultimo periodo circolare la metrica del P/E ratio, che misura il rapporto tra il prezzo di un token e gli utili generati dal protocollo o dalla chain a cui appartiene.

Da questo dato possiamo farci un’idea se il mercato stia sottovalutando o sovrapprezzando una moneta, e se veramente quel l’innovazione tanto millantata poi produce risultati tangibili. Se ci pensiamo ha anche molto più senso: un progetto funziona se viene utilizzato, e se gli utenti sono disposti a pagare commissioni per usufruire di un servizio capace di offrire valore reale.

Revenue mondo crypto
Revenue progetti cryptoFonte dati: https://defillama.com/revenue

C’è poi un layer aggiuntivo da dover analizzare, ossia come effettivamente quella moneta che fa parte di quel progetto che produce revenue, sia utile ed integrata all’interno dei meccanismi economici del protocollo stesso. Ma comunque, già analizzare solo il discorso degli introiti rappresenta un filtro importante per distinguere ciò che ha fondamenta e potenzialità da ciò che vive solo di false narrative.

Attenzione alle false promesse prive di numeri

Facciamo un esempio di false narrative o di progetti crypto che si propongono come rivoluzioni secolari, ma che poi contano come il 2 di picche quando comanda denari. Come analizzava qualche giorno fa il nostro caporedattore Gianluca Grossi, siamo nella fase della bolla delle blockchain: tutti vogliono lanciare la propria rete, da Stripe, fino a Circle passando per realtà meno conosciute come Dinari.

Il problema è che spesso oltre al nome di lustro, chi lancia una chain poi non genera i risultati sperati (forse con Circle sarà diverso visto che è una rete dedicata alla propria stable). Lo abbiamo visto con il grande trend dei L2 di Ethereum, a cui hanno partecipato anche realtà TradFi come Deutsche Bank, e anche con diversi L1.

Molte di queste reti producono revenue da miseria, che potrebbero essere eguagliate anche da aziende tradizionali di medie dimensioni e con pochi dipendenti. È qui che dobbiamo guardare per capire se siamo di fronte a qualcosa di verosimilmente impattante, che continuerà ad esistere in futuro, o solo alla solita shillata da 4 soldi che fa arricchire i fondatori.

revenue chain
Revenue chain “emergenti”Fonte dati: https://x.com/StarPlatinumSOL/

Giusto per fare un paragone: Pendle, singolo protocollo che dovrebbe tecnicamente “fatturare” meno di una chain, siede su $65.000 di revenue al giorno. Aave stampa quasi mezzo milione di dollari al giorno, mentre reti come Tron o Hyperliquid chiudono facilmente sopra i $2 milioni. Ora sta a voi scegliere su quali cavalli puntare.

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