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Bitcoin: è guerra tra Democratici e Repubblicani (c’è anche Elon Musk)

Bitcoin tra democratici e repubblicani. La prima criptovaluta al mondo per capitalizzazione non è più questione per pochi appassionati o investitori con un grande gusto per il rischio. Tra ecologia ed ETF ancora in approvazione da SEC, su BTC si sta combattendo una guerra a bassa intensità tra i due partiti USA.

Con il tempo che gioca a favore di Bitcoin – che in tanti altri paesi è ormai quotato presso le principali borse attraverso prodotti strutturati – e con la Casa Bianca che si trova a dover scegliere il male minore: regolamentare Bitcoin e renderlo un asset finanziario a tutti gli effetti, o rimanere indietro nella corsa – che in tanti altri paesi del mondo procede senza soluzione di continuità.

Bitcoin Guerra Dem rep
Bitcoin al centro di una guerra che potrebbero perdere tutti, tranne BTC

I retroscena su Bitcoinfinanza e politica sono diversi e potrebbero anche orientare le nostre decisioni di investimento. Possiamo sfruttare la situazione attuale su Capital.com (qui per un conto virtuale gratuito ed illimitato), piattaforma con 235+ coppie di criptovalute, che propone intelligenza artificiale per l’analisi del portafoglio e la possibilità di utilizzare anche MetaTrader 4 Trading View, ottimi servizi d’analisi avanzata per Bitcoin & Co – in aggiunta al servizio di segnali Trading Central.

Su Bitcoin la guerra fredda tra Democratici e Repubblicani

Una guerra della quale non parla nessuno, sebbene sia sotto gli occhi di tutti e già analizzata da diversi commentatori politici. Partiamo però dall’antefatto.

Ci sono diversi ETF su Bitcoin che sono al vaglio di SEC, l’authority che vigila sui mercati e sui prodotti finanziari negli Stati Uniti. Già più di una volta l’authority ha rimandato la decisione, anche quando a proporre gli ETF sono stati gestori ad altissima capitalizzazione e con AUM complessivo molto elevato. Nomi, per intenderci, che sanno anche come muoversi politicamente.

SEC restia ad introdurre questo tipo di prodotti presso il grande pubblico? Potrebbe essere, anche se c’è un’altra spiegazione. Nonostante sia arrivato a capo della SEC Gensler – che conosce il mondo delle criptovalute bene al punto di aver tenuto dei corsi al MIT sul tema – l’impasse sarebbe di natura politica.

Da un lato i Repubblicani, che storicamente più vicini al mondo della finanza, spingono affinché tali prodotti vengano approvati. Dall’altro i Dem, che pur non essendo ideologicamente contrari, sanno di poter sfruttare questo processo come merce di scambio, per future posizioni più morbide del Partito Repubblicano su eventuali riforme dell’intero sistema finanziario – che pur sarebbero nell’agenda della Casa Bianca.

Impasse che continua, sia perché sembrerebbe difficile trovare un accordo, sia per altre questioni che tengono la SEC impegnata proprio sul fronte criptovalute.

  • La causa con Ripple

Che non sta procedendo esattamente nel modo atteso da SEC e che potrebbe vedere l’authority soccombere. Un processo contro Ripple che potrebbe essere definitorio per le questioni che attraverseranno il mondo delle criptovalute per i prossimi mesi e i prossimi anni.

  • Gli exchange

Diversi exchange sono ormai delle realtà finanziarie ed economiche con le quali fare i conti. Coinbase ha scelto la via più istituzionale, con una quotazione in borsa che aumenta gli obblighi di trasparenza e l’istituzionalizzazione dell’intermediario. Altri invece continuano a vivere nel limbo – pur se con le dovute autorizzazioni. Gensler stesso si è detto pronto a lavorare con il congresso per la regolamentazione degli exchange crypto. Non è chiaro in quali termini: quel che è chiaro per adesso è che Gensler ha accompagnato questa idea alla richiesta di più fondi.

Il motivo della necessità di una regolamentazione? La protezione dei clienti – con framework regolatori che diventerebbero simili a quelli del NYSE e del NASDAQ. Anche questo potrebbe diventare merce di scambio nella lotta aperta (ma sottaciuta) tra Dem e Rep.

Anche Elon Musk parte dello scontro? Qualche nota aggiuntiva sul Council

La nuova presidenza di Joe Biden ha contribuito ad un cambio di paradigma sul tema inquinamento e Bitcoin. Anche in questo caso, a prescindere da come la si possa pensare sul reale impatto di BTC sull’ambiente, è evidente che ci sia un enorme cambio di paradigma.

Da un lato bisogna considerare il fatto che Musk è anche a capo di un’azienda che fa del basso impatto – almeno sulla carta – il suo mantra. Un mantra che è anche fonte di crediti da riscuotere per l’azienda e anche motivo di attrito politico. Perché indirettamente Tesla e quindi Musk hanno necessità di posizionarsi sempre dalla parte della barricata green.

E questo potrebbe essere stato responsabile della recente svolta del Council – che ha già sollevato un vespaio di polemiche – con Musk cavallo di Troia del fronte green, anche e soprattutto per motivi di convenienza personale. Sebbene le grandi aziende che si occupano di mining stessero già muovendosi verso un totale utilizzo di fonti rinnovabili – i nuovi standard per il report costringeranno anche medie attività ad abbracciare questa rivoluzione.

Una lotta dura – ma Bitcoin ne uscirà vincitore

Sarà una lotta durissima e senza esclusione di colpi, anche se entrambi gli schieramenti non sembra stiano tenendo conto dell’ineluttabilità di Bitcoin. Soltanto ieri è iniziata la procedura di approvazione di un nuovo ETF su Bitcoin, sempre presso SEC, targato SkyBridge. E sempre nella giornata di ieri è stata annunciata la nascita di un ETF che andrà ad investire nel trust di Grayscale – per avere Bitcoin in portafoglio in modo completamente legale.

Il rischio, per entrambi gli schieramenti – è che Bitcoin continui nella sua ascesa – anche in termini di diffusione – senza che nessuno dei due possa capitalizzare politicamente l’evento. E per una blockchain e un protocollo che sono nati proprio per mettersi al riparo dalla politica, questo sarebbe un risultato assolutamente incredibile.

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