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Tesla, Bitcoin e clickbait cripto | La non-notizia fa il giro del web

Notizie che non lo erano, alla disperata ricerca di click, dato che Bitcoin e Tesla sono sicuramente in cima agli interessi di investitori e appassionati di criptovalute.

Il gruppo di Elon Musk – che ha soltanto ieri superato la quotazione di mercato di 1.000 miliardi – soglia storica per il gruppo, potrebbe tornare ad accettare $BTC per i pagamenti. Ma è appunto una non notizia, nata da un enorme fraintendimento del documento dei dati trimestrali trasmesso dalla società a SEC.

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Il mercato si è infatti mosso pochissimo – interpretandola proprio come una non notizia e lasciando Bitcoin muoversi lateralmente come fa da inizio settimana. Un cattivo segno? Niente affatto, ma cerchiamo di andare a fondo della notizia, analizzando in modo autentico la fonte principale.

Cosa è successo? Una pessima scuola di giornalismo su Bitcoin e sulle criptovalute

Quello che è successo è quanto purtroppo si propone sul mercato delle notizie a tema Bitcoin con una certa frequenza. Una nota testata dedicata a questo mondo ha lanciato una news di quelle che potrebbero effettivamente scuotere i mercati. Tesla sarebbe pronta a breve ad accettare Bitcoin di nuovo come metodo di pagamento per le sue autovetture e servizi. Ma andiamo con ordine, perché la fonte è il report trimestrale verso SEC che tutte le società quotate devono inoltrare. Senza che questo diventi un documento programmatico.

  • Premessa: Elon Musk si era già detto pronto ad accettare di nuovo Bitcoin

La storia, tra i nostri lettori, dovrebbero conoscerla un po’ tutti. Elon Musk ha fatto dietrofront ormai qualche mese fa sull’accettazione di Bitcoin come metodo di pagamento, adducendo motivazioni di carattere ambientale. L’impatto ambientale del mining Bitcoin, ebbe a dire Elon Musk, è troppo alto.

Una posizione comprensibile da parte di un’azienda che vive in buona parte di crediti ESG – e che dunque deve prestare un’attenzione particolare a questi temi. Contestualmente Elon Musk si era detto aperto a Bitcoin nel caso in cui fossero diminuite le emissioni dovute sempre al mining. Nero su bianco su Criptovaluta.it, già lo scorso 13 giugno, senza che nessuno possa dire di non sapere.

Cos’è successo effettivamente ieri?

Tesla è una società quotata al NASDAQ e in virtù del suo status ha l’obbligo di inviare un report con i dati finanziari trimestrali a SEC, l’authority che in America vigila sui mercati e che in molti ricorderanno come legata ad una causa senza quartiere contro Ripple. Ebbene, in questo documento, che possiamo leggere qui, Tesla si è occupata anche di Bitcoin, dato che ne detiene una somma molto importante. Per facilitare i nostri lettori, tradurremo tutta la parte rilevante.

Durante i nove mesi che sono terminati il 30 settembre 2013, abbiamo acquistato un aggregato di 1,5 milioni di dollari in Bitcoin. Nel trimestre che è terminato il 31 marzo 2021 abbiamo anche iniziato ad accettare Bitcoin come mezzo di pagamento per la vendita di alcuni nostri prodotti in aree geografiche limitate. Abbiamo sospeso questa pratica il 21 maggio 2021. POTREMMO in futuro riavviare la pratica delle transazioni in criptovalute per i nostri prodotti e servizi.

Niente di nuovo rispetto a quanto sapevamo già il 13 giugno – e in particolare nulla sul fatto che la cosa possa avvenire a stretto giro di posta, come riportato invece dall’importante testata prima e a seguire da tutti i copycat di notizie che prendono spunto qui e lì non solo senza citare, ma senza neanche verificare la sussistenza della notizia stessa.

Un’altra pessima avventura per il giornalismo crypto, che rinforza però il nostro proposito di andare sempre a fondo della fonte e della notizia, per offrire informazioni certe, affidabili e sulle quali in molti possono basare le loro decisioni. La ricetta esclusiva di Criptovaluta.it.

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