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Crypto e Bitcoin truffe suicide! | La Senatrice Warren rincara la dose

In una settimana di attacchi frontali, ripetuti (e ripetivi) del vecchio establishment a Bitcoin e cripto non poteva che mancare la star indiscussa del fronte anti-cripto e BTC. Sì, parliamo proprio di lei, la Senatrice Elizabeth Warren, che durante un evento dell’American Economic Liberties Project and Americans for Financial Freedom, non ha perso occasione per tornare alla carica.

Curioso quantomeno il contesto, dato che come vedremo più avanti tale think tank nasce per combattere monopoli e per favorire l’inclusione finanziaria. Temi in realtà assai cari al mondo Bitcoin. Bitcoin che non potrà però assolvervi per tutta una serie di orribili mancanze puntualmente elencate dalla senatrice.

Cosa che non sembrerebbe però aver preoccupato più di tanto $BTC, che continua ad essere scambiato intorno a quota 23.000$ – e che possiamo trovare in compagnia di altri asset del settore anche su eToroqui puoi testare il conto demo sempre gratis, con tutte le funzionalità già attive – intermediario che al contrario di quanto sembrerebbe almeno a sentire la senatrice Warren, non truffa nessuno e offre servizi regolati e trasparenti.

La Senatrice Elizabeth Warren ancora contro Bitcoin e cripto

Il palco è quello di un think tank, quelle particolari associazioni di promozione politica che stanno prendendo piede anche da noi, che è dedicato all’inclusione finanziaria, ai mercati aperti a tutti e al miglioramento generale di questi aspetti per la popolazione, soprattutto quella che da banche e monopoli e maggiormente colpita.

La voce solista è invece quella di Elizabeth Warren, senatrice anti-Bitcoin e cripto della quale abbiamo già parlato qui, ma anche qui e poi qui. Una senatrice che deve almeno parte della sua popolarità nel Vecchio Continente ad attacchi frontali verso il mondo che qui su Criptovaluta.it seguiamo tutti i giorni.

La musica è però sempre la stessa:

Le crypto stanno collassando sotto il peso delle stesse truffe che rappresentano.

E quindi la platea interessata all’inclusione finanziaria non guardi, neanche per sbaglio, a Bitcoin e cripto per la soluzione di questioni annose e pressanti. Che però dovranno essere risolte secondo i diktat dell’Onorevole Warren.

Le mining farm delle cripto stanno inquinando le comunità, stanno stressando le reti elettriche e stanno facendo aumentare i costi per le comunità dal Texas a New York. Sia il Dipartimento dell’Energia, sia l’Agenzia per la protezione dell’Ambiente hanno l’autorità per richiedere ai miner cripto di rivelare il loro utilizzo di energia e il loro impatto sull’ambiente.

Tutto molto suggestivo, se non fosse che esistono da tempo questi dati, diffusi da chi partecipa all’industria e se non fosse che Bitcoin, con il suo mining, sta in realtà facendo l’opposto. Ovvero rendendo percorribili certi metodi di produzione energetica che altrimenti sul mercato, e in particolare per piccole comunità, non avrebbero ragion d’essere.

Attacco frontale crypto
La dottrina Warren

Chi risolverà tutta queste serie di problemi? Chiaro: le agenzie che hanno già gestito con un savoir faire e maestria le questioni, pur esistenti, in questo spazio. E cioè SEC, che avrebbe svolto sempre secondo la Senatrice un buon lavoro. Di quale buon lavoro si parla? Dell’attacco a influencer come Kim Kardashian mentre FTX faceva sparire miliardi di dollari sotto i loro occhi. O forse della causa a Ripple oppure ancora dell’intervento rigorosamente postumo su Gemini e Genesis, intervento quest’ultimo che ha tutelato così bene gli investitori che 340.000 di loro si vedranno mettere a rischio ogni possibilità di recuperare il proprio capitale proprio per questo intervento.

E per quanto riguarda i niet sulla quotazione di ETF Bitcoin Spot, vedremo come andrà a finire, perché dal prossimo 7 marzo ci sarà una causa tra SEC e Grayscale, dato che a quanto parrebbe esiste comunque un sistema giudiziario negli USA che non si fa dettare ritmi e scelte da Elizabeth Warren.

Banche Centrali, politici e banche classiche: che paura di Bitcoin!

Ne abbiamo parlato ieri nella terza puntata del nostro Podcast, che potete ascoltare anche da questa pagina:

La convergenza di banche centrali, politici e banche classiche verso l’attacco frontale a Bitcoin e cripto è storia vecchia, ripetuta e diventata ormai quasi noiosa. E non è che possiamo aspettarci granché dal corto circuito tra lobbisti e politica.

Sta di fatto che questo sarà uno dei terreni di battaglia per i prossimi giorni, i prossimi mesi e i prossimi anni per tutti gli appassionati, per quanto Elizabeth Warren ricordi un po’ quel Colonnello Kurtz che fu protagonista, tra le altre cose, di Apocalypse Now.

Sì, qualcuno se la fila, ma non sono molti. E la frattura con i vecchi tovarisch, quelli della politica che conta, sembrerebbe essere insanabile. La Senatrice è ormai quasi sola al Senato USA in questa battaglia, almeno quando condotta in questi termini. E per gli altri che continuano, tante volte basta guardare tra i finanziatori delle campagne. Negli USA sono pubblici. E tra qualche sodale di Elizabeth Warren, almeno ideologico, il follow the money vale più di mille posizioni e parole.

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Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Comunque ragazzi ho capito tutto sul perché i politici di mezzo mondo sparano stronzate su bitcoin, ora vi spiego.

Allora dovete sapere che tutti i grandi politici, finanzieri, lobbisti, banchieri del mondo, una volta all’anno si trovano in una non ben nota località.

A far che vi starete chiedendo.

Beh a consumare LSD, acido lisergico, estratto dal germe della segale cornuta, dal un fungo parassita di questo cereale insomma.

Ste teste di c….zzo sono andate tutte in bed loop, hanno cominciato a vedere grossi Bitcoin assatanati che gli correvano dietro con in mano grosse catene con attaccati dei blocchi.

Ora, tranquilli, il viaggio finirà, dobbiamo solo aspettare che finisca l’effetto dell’acido e poi staremo più tranquilli.

Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Bad loop….va beh…..avevate capito