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Repubblica contro Bitcoin e crypto | Tito Boeri e Roberto Perotti all’attacco

Bitcoin e cripto si meritano una discussione più seria. La Repubblica la pensa diversamente.
1 anno fa
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Ci risiamo. A pochi giorni dall’articolessa del Corriere, l’altro grande giornale, almeno per tiratura, decide di rincarare la dose. Le firme sono prestigiose – Tito Boeri e Roberto Perotti – e anche il palcoscenico è di quelli d’eccezione, dato che parliamo pur sempre di La Repubblica, giornale che contribuisce forse più degli altri a fissare i limiti del discorso pubblico italiano.

Frodi, Furti, Crac improvvisi, questo il titolo che forse ci saremmo aspettati più su un giornale scandalistico. Non bastasse, si rincara poi la dose parlando de Il Grande Bluff delle Criptovalute. Un articolo che abbiamo deciso di analizzare riga per riga, anche perché riteniamo da sempre che Bitcoin e cripto abbiano bisogno di una copertura più equilibrata, e possibilmente lontana da isterismi acchiappaclick.

Con una buona notizia che vi daremo prima di passare al setaccio l’articolo di La Repubblica: Bitcoin e il resto del comparto fortunatamente si disinteressano di quanto si scrive dalle pur prestigiose colonne del giornale fondato da Eugenio Scalfari. Continuano a dimostrare una certa forza e c’è anche qualcuno che ama fare inverse trading su quanto dicono i vecchi soloni dell’economia. Tenendo conto dei rischi coinvolti, sono da scegliersi sempre intermediari affidabili, come ad esempio eTorovai qui per ottenere un conto demo gratuito – intermediario che offre un ambiente sicuro, affidabile e – cosa che piacerà a Boeri e Perotti – anche regolamentato per filo e per segno. Tutto il contrario di quanto troveremo all’interno dell’articolo di La Repubblica.

Su Bitcoin e crypto è ora di dire la verità? Raccogliamo la sfida

L’articolo a firma di Tito Boeri e di Roberto Perotti per La Repubblica apre con un invito perentorio:

È ora di dire la verità.

Sfida accettata. Ed è per questo che abbiamo deciso di analizzare l’ennesimo articolo di dissing sul mondo cripto e Bitcoin che trova ospitalità sulle colonne di un prestigioso italiano.

Le criptovalute sono un imbroglio colossale, una tecnologia senza alcuna funzione sociale positiva, che arricchisce gli operatori a spese di milioni di piccoli risparmiatori ignari di cosa stanno comprando e dei rischi a cui vanno incontro.

Boeri e Perotti partono con il piede sul gas, a tavoletta come si suol dire, come se non si trattasse di un normale acceleratore, ma come se fosse la grancassa in un concerto metal.

Nessuna funziona sociale positiva? Senza scendere negli utilizzi futuribili di queste tecnologie, basta guardarsi intorno per realizzare quanto tali tecnologie hanno già portato a casa. In Ucraina c’è chi si è salvato grazie a Bitcoin e c’è chi ha raccolto milioni di dollari di beneficenza sempre utilizzando queste tecnologie.

Ad altre latitudini c’è chi usa Bitcoin per non pagare oboli indecenti ai money transfer, c’è chi le usa per sfuggire a feroci regimi, con tanto di pacca sulla spalla da parte delle Nazioni Unite.

Comprensibile che in certi ambienti non si capiscano i problemi che Bitcoin può risolvere

Questi sono soltanto alcuni dei casi di utilizzo con valore sociale positivo, ammesso di aver capito cosa intendano Boeri & Co. Potremmo parlarne fino a dopodomani, ma è il caso anche di passare oltre, per vedere cos’altro hanno inserito nel loro articolo di sfida al mondo cripto e Bitcoin.

Qualcosa si sta muovendo. La Cina ha messo fuorilegge l’estrazione e il trading in criptovalute. […] Ma bisogna fare fare molto di più, anche se non è chiaro esattamente cosa. Idealmente bisognerebbe bandire le criptovalute, ma quasi certamente si sposterebbero sottotraccia, dove farebbero ancora più danni.

E qui subito giù la maschera. Volete usare qualcosa per fatti vostri, tra persone che si sono messe d’accordo? Eh no, non avete chiesto il permesso a Tito Boeri, arbiter dei fatti vostri. Ban, tuona il popolare economista prestato un tempo all’INPS.

Hanno chiesto agli amici e…

Non hanno trovato risposte. Nonostante il whitepaper di Bitcoin sia liberamente disponibile per tutti – e accessibile intellettualmente da grandi economisti come Tito Boeri – i due hanno chiesto consiglio ad amici, o meglio a esperti di finanza con stipendi a sei zeri e non avrebbero ricevuto risposta. Si procede dunque a sbugiardare, dicono loro, quattro fandonie frequenti.

  • Bitcoin è una moneta sicura

Sicura è un aggettivo usato dai sostenitori di Bitcoin, in due accezioni distinte […] Primo, un investimento poco volatile nel suo valore. […] La seconda accezione è che le criptovalute non sono soggette a furti, frodi e smarrimenti.

Non è chiaro a chi abbia chiesto Tito Boeri, ma non conosciamo nessun sostenitore di Bitcoin che se la senta di sostenere due posizioni tanto assurde. Tornando al rischio, indicato da Boeri e Perotti del furto, della truffa da parte degli exchange… portate un attimo di pazienza.

Quando ci rapinano al bancomat, quando ci rubano il portafoglio, quando lo perdiamo… diamo forse la colpa all’euro? Neanche il più grande degli imbecilli se la sentirebbe di fare una cosa del genere, almeno in pubblico.

Le criptovalute sono talmente sicure che qualsiasi sito consiglia di tenerle non in un “portafoglio caldo”, cioè per esempio in una App del cellulare collegata a internet, ma in un portafoglio freddo. Quanti di voi hanno questa preoccupazione con i propri conti bancari online?

Chi vive nel primissimo mondo non ha chiaramente di queste preoccupazioni. Non si è visto chiudere il conto in banca o completamente l’accesso al circuito monetario classico perché è scoppiata una guerra, perché protesta contro il governo o perché è un dissidente. Chi lavora per l’INPS in posizioni apicali non corre il rischio di vedersi estromettere dal circuito dei pagamenti da VISA e Mastercard (SONO TUTTE COSE ACCADUTE SUL SERIO). E per questo non ha preoccupazioni sul suo denaro detenuto in banca.

Altri, forse più vicini ai comuni mortali, hanno di queste preoccupazioni. Da qualche tempo devono anche giustificarsi in banca come se fossero i peggiori delinquenti del mondo, e ad altre latitudini vedono in Bitcoin e in altre cripto l’unica speranza di avere una vita economicamente normale. Capiamo benissimo che non siano problemi di Tito Boeri, del grosso dei lettori di La Repubblica e di Roberto Perotti. Ma capita anche che altre fasce della popolazione abbiano problemi diversi.

E sul problema exchange, questo esiste. Così come esiste quello delle banche. Se la nostra banca dovesse fallire, quanto dei nostri fondi sarebbe coperto oltre i 100.000€ per conto e per correntista?

Gli altri attacchi sbilenchi

Ci sono poi nel pezzo altri attacchi sbilenchi, partendo dai costi esorbitanti delle transazioni in Bitcoin (FALSO), dal fatto che a El Salvador avrebbero scoperto che costa molto di più trasferire denaro su Bitcoin che con altri mezzi (FALSO, pensate alle commissioni di Western Union) e tante altre imprecisioni che, data la statura intellettuale di chi le ha riportate, abbiamo fatica a pensare che siano in buona fede.

La fallacia è questa

Gold standard: facciamola finita

Quella del richiamo al gold standard è una questione che ha annoiato anche i più pazienti degli appassionati e degli studiosi. Tirarla in ballo è l’ennesimo straw man di un articolo che in pochi ci saremmo aspettati su una testata così prestigiosa, da parte di due autori ancora più prestigiosi.

Sì, abbiamo bisogno di una discussione più seria

Forse la grande diffusione che ha avuto l’articolo del Corriere della Sera qualche giorno fa ha spinto anche Repubblica ad allinearsi? Chissà. Sta di fatto che ci dovrebbe essere una discussione, almeno a nostro avviso, più misurata e più razionale su Bitcoin e cripto, su quello che possono risolvere e su quali sono i problemi che dovranno superare. E no, non è stata questa l’occasione.

Luca Carabetta ne ha parlato su LinkedIn e lo faranno tanti altri che, anche quando erano in parlamento, hanno affrontato la questione con maggiore razionalità. Noi ne abbiamo parlato nell’ultima puntata del nostro Podcast, cercando un po’ di fare il punto.

Rimane il dispiacere per una discussione pubblica su questi temi che non riesce davvero a spiccare il volo. Colpa, probabilmente, anche nostra.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • La Repubblica dei Pappagalli.

    Come ho già detto altrove nel mio ambiente professionale PAPPAGALLO è un insulto abbastanza importante.

    Lo si dice a una persona che lavora con la testa per aria, senza cognizione di causa, ripete quello che sente dire dai colleghi senza ragionare sul fatto.

    È anche uno su cui non si ripone troppa fiducia e gli si affidano lavori non troppo importanti e impegnativi.

    È uno che fa danni inconsapevolmente, non troppo intelligente, insomma un peso per l'azienda e la squadra.

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    • E va bene, ma quello è Tito Boeri, trattato come Dio sceso tra noi comuni mortali anche quando ordina un tramezzino al bar

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      • Quindi mi stai dicendo che è un Pappagallo molto ben visto?

        Ah ecco perché danno tutti le dimissioni dall' azienda Italia!

        Il problema non è la fuga di cervelli, sono i Pappagalli che rimangono.

        Poi trattato come un Dio da chi?
        Da Altri Pappagalli come lui.

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      • Fiat academia credentials ;) Come le chiama Ammous. Nella massima espressione.
        Don't trust, verify.

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  • Per fortuna l'articolo è paywalled, così non devo perderci tempo ;)

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    • 🤭🤭🤭🤭

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  • detto da uno che era a capo del piu grande schema Ponzi della storia, cioè l'INPS

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  • Lo avevo previsto in un precedente commento, inizierà un martellamento mediatico contro bitcoin e le cripto, queste persone non sanno di cosa parlano ma l'importante è parlar male di tutto ciò che riguarda le criptovalute. Mi fanno ridere quando paragonano bitcoin ad uno schema Ponzi, che pensino invece a come risolvere il sistema pensionistico italiano, quello è un vero schema Ponzi. Giornalisti venduti ai poteri forti e al sistema lobbystico delle banche mondiali, ci stanno raccontando solo menzogne su tutto perchè fino ad ora non è cambiato nulla e non intendono cambiare nulla per loro noi siamo e dovremmo restare dei consumatori ignoranti e se stupidi ancora meglio. Buona giornata

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  • chi sono gli azionisti di maggioranza di repubblica, il corriere e la stampa? e che rapporti hanno con i gruppi finanziari internazionali proprietari delle banche centrali, con il WEF e con il potere politico?

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