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Mining Bitcoin: può essere green! | La stampa USA si SVEGLIA…

Negli USA qualcosa si muove. Si inizia a parlare di mining Bitcoin e impatto sull'ambiente in modo più intelligente rispetto a quanto si fa, purtroppo, in Italia.
1 anno fa
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Il discorso pubblico, piaccia o meno, è definito anche dai giornali. Questa volta però non parliamo dell’ennesimo articolo di Tito Boeri su Repubblica contro Bitcoin, ma di un’introduzione sul mining Bitcoin green finita addirittura su Politico, testata di una certa rilevanza per l’opinione pubblica americana. E per quanto non sia un articolo di lodi sperticate a quanto i miner stanno facendo per l’energia pulita, è comunque un buon punto di partenza per una discussione più intelligente sul tema.

E al contrario purtroppo di quanto avviene in Italia, si lascia anche spazio a quanto sta avvenendo di buono nel settore – e alla spinta green inevitabile anche per evitare certi attacchi da stampa e politica. Un breve articolo che potrebbe fare scuola, almeno ad avviso di chi vi scrive, per la stampa nostrana.

E sono tutti ottimi segnali, in particolare per Bitcoin, sul quale possiamo operare anche con Capital.comqui trovi un conto di test gratuito – da un broker che propone un ambiente di investimento web ma ricco di funzionalità. Sempre al suo interno il CopyTrader ci permette di investire copiando tutti i più bravi. Trading automatico di qualità, accompagnato anche ad altri servizi.

Bitcoin mining: può essere green? Finalmente se ne parla anche su giornali… mainstream

Politico è una pubblicazione molto seguita negli Stati Uniti e che ha un suo posto di rilievo all’interno del processo che indirizza l’opinione pubblica statunitense. E finalmente anche a quelli che potremo definire come i piani alti della stampa internazionale si affronta il tema di Bitcoin e del mining con un po’ di serietà in più. Non che ci volesse granché per superare quanto abbiamo visto scrivere da tanti giornali anche italiani, ma accontentiamoci comunque degli ottimi passi in avanti fatti.

Ma l’utilizzo sfrenato di energia dell’industria potrebbe avvicinarsi alla fine. Consci del fatto che alcuni stati [USA, NDR] stanno valutando limitazioni, le aziende stanno cercando di ripulire la loro immagine.

Questa l’introduzione in breve di un’intervista a John Olsen della Blockchain Association, al quale viene lasciato ampio spazio per confermare quanto di buono si sta facendo nel settore, in particolare in termini di spinta per quanto riguarda la produzione di energia green, andando ad aumentarne ad esempio la domanda laddove sarebbe troppo bassa per giustificare la messa in opera di certi tipi di impianti. Cosa che ha lasciato anche a Politico spazio per qualche spunto di riflessione.

Anche se i miner crypto hanno bisogno di grandi quantitativi di energia, non ne hann bisogno in modo continuativo. Il che li rende dei clienti ideali per l’energia intermittente di solare e eolico. Questo, almeno in teoria, potrebbe portare a emissioni più basse per la rete elettrica.

Sì, è una buona notizia

Passi nel verso giusto

Non si deve essere necessariamente favorevoli al mining e neanche credere obbligatoriamente alle mosse che sta facendo per diventare più sostenibile. Quel che conta, almeno ad avviso di chi vi sta scrivendo, è che la discussione anche in termini di opinione pubblica sia più civile, misurata e che si basi soprattutto sui fatti.

Senza nascondersi dietro una maschera, qui si ritiene che gli effetti del mining sulla rete elettrica e sulla qualità dell’energia che potremo utilizzare sarà positiva. E comunque preferiremmo oppositori che controbattono basandosi sulla realtà e non sul solleticare istinti il più possibile bassi di chi legge le loro sparate.

L’articolo di Politicoche potete leggere qui in inglese – sarà sicuramente poca cosa e conterrà anche delle inesattezze. Ma è sicuramente un passo in avanti importante per una discussione più misurata e intelligente su un tema che teniamo tutti a cuore, almeno nella redazione di Criptovaluta.it e tra il suo pubblico di appassionati.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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