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Bitcoin contro Cardano ed Ethereum | Lotta intestina nel mondo crypto

Sì, la lotta tra Bitcoin ed Ethereum non si svolge soltanto su Twitter e sugli altri principali social network. Anche ai piani alti della politica, ai piani alti delle agenzie governative e a Washington i gruppi sono ormai consolidati, con qualcuno dello schieramento che fa capo a $BTC che sta spingendo, questo è chiaro, per una presa di posizione dura da parte delle autorità nei confronti di Ethereum.

Una questione complessa da comprendere per chi non ha idea di che tipo di guerra si stia consumando negli Stati Uniti, una guerra intestina che riguarda principalmente SEC e che qualcuno, a nostro avviso sbagliando, vorrebbe cavalcare.

Questione sulla quale è intervenuto recentemente anche Charles Hoskinson di Cardano, rendendo il quadro ancora più complesso. Una vivacità che comunque farà bene, almeno a nostro avviso, ai mercati. E potremo investirci anche con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli STRUMENTI per investire – intermediario che ha già inserito a listino tutti i più importanti, con 75+ cripto asset tra i quali scegliere.

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Ethereum è un titolo finanziario? I perché di una lotta arrivata ai piani alti

Per riuscire a comprendere il motivo di tanta acredine tra Michael Saylor, i principali sostenitori di Ethereum e da qualche tempo anche Charles Hoskinson di Cardano è necessario fare qualche passo indietro.

Bisogna partire dalla particolare configurazione delle authority che vigilano sui mercati USA. Da un lato abbiamo SEC che può occuparsi soltanto dei mercati strettamente finanziari e dunque di quei mercati dove si trattano le securities, ovvero i titoli finanziari (come si fa a stabilire cosa sia e cosa non lo sia lo vedremo più avanti). Dall’altro lato abbiamo CFTC, legata al Dipartimento dell’Agricoltura, che invece si occupa di tutto quanto si considera materia prima o commodity.

Pare chiaro, anche a Gary Gensler il governatore di SEC, che Bitcoin appartenga a questo secondo gruppo, e quindi sia al di fuori del reach dell’agenzia suddetta. Ed è una buona cosa per Bitcoin, dato che SEC storicamente ha maggiori poteri e opera in senso decisamente più restrittivo.

La questione riguarda principalmente tutto il mondo degli altcoin, con il più importante di questi che è ovviamente Ethereum. $ETH ha ovviamente tutto l’interesse a non passare per security o titolo finanziario proprio per i motivi suddetti.

Agenzie USA - lotta
C’è anche una lotta importante tra agenzie USA

Nel caso di Ethereum i dubbi sono però maggiori. Dalla presenza di una ICO alla presenza di una fondazione, passando per il fatto che, almeno secondo alcuni, era legittima l’aspettativa di ritorni di tipo finanziario per chi aveva investito allora. Opinione che, come vedremo, in passato era condivisa anche da Gary Gensler stesso prima di diventare capo di SEC. Sul tema inoltre ci sarebbero pressioni, secondo molti indebite, da parte di personaggi influenti anche a Washington. Su tutti Michael Saylor, che in molti dei nostri lettori conosceranno come leader di MicroStrategy, la società al mondo che detiene il più ampio portafoglio proprio in Bitcoin.

Una situazione complessa, che invitiamo però tutti a studiare a fondo anche per capire come potrebbe muoversi il legislatore e dunque il mercato.

Michael Saylor ritiene che Ethereum sia una security

Ne avevamo già parlato la scorsa settimana, in merito all’ennesimo intervento di Michael Saylor in questo senso. Secondo il magnate che guida MicroStrategy con Ethereum abbiamo senza ombra di dubbio una security, e dunque un titolo finanziario in piena regola.

Cosa che da un lato riporterebbe $ETH sotto lo stretto controllo di SEC con tutto quello che questo comporta. Al tempo stesso però vengono avanzate due critiche, a nostro avviso fondate, sull’opinione di Saylor a riguardo.

  • Conflitto di interessi

È ovviamente enorme, dato che MicroStrategy ha circa 130.000 Bitcoin in cassa. E quindi ha tutto l’interesse a favorire anche a livello legislativo Bitcoin rispetto a tutta la concorrenza, vera o presunta.

Saylor - conflitto di interessi con Bitcoin ed Ethereum
Sì, c’è da considerare anche il conflitto di interessi di Saylor
  • Michael Saylor non è un semplice opinionista

Da figura di spicco di una delle principali società USA, ha ovviamente più voce in capitolo di chi vi scrive o di chi commenta la vicenda su Twitter. I legami con Cynthia Lummis che ha redatto la legge USA sulle cripto ci sono, e Charles Hoskinson di Cardano ha sottolineato come ci sia un gruppo di lobbisti a Washington che prova ad attaccare Ethereum – e anche Cardano – su questo aspetto. Gruppo di lobbisti che sarebbe almeno in parte collegato proprio a Saylor.

La curiosa posizione di SEC

Un ulteriore livello di complicazione arriva da SEC, perché anche in questo caso sono diversi gli strati che finiscono per sovrapporsi. Partiamo dal principio: quando alla guida di SEC c’era William Hinman, ad Ethereum fu accordato una sorta di privilegio. Ci furono dichiarazioni aperte di supporto, nel senso che fu esclusa categoricamente dall’agenzia la possibilità che Ethereum venisse considerato come una security.

Altro problema: la posizione di Hinman è centrale nel processo Ripple, con Ripple Labs che contesta un aperto conflitto di interessi dello stesso con Ethereum. E se non bastasse, c’è anche un vecchio video di Gensler, mentre faceva lezione al MIT, dove dichiarava apertamente di ritenere Ethereum, almeno nel 2014, come una security a tutti gli effetti.

Di cosa si parla nel video? Semplice: dell’applicazione dell”Howey Test, un test utilizzato in ossequio alla legge sui titoli finanziari del 1933 e che si basa su 4 principi: un investimento di denaro, in un’impresa collettiva, con l’aspettativa di profitti, che arrivino dagli sforzi di altri.

E dato che Gensler non tiene più lezioni al MIT, ma è a capo di SEC, la questione si complica ulteriormente, con o senza l’opera di lobby dei bitcoiner legati al mondo delle grandi imprese.

Anche Charles Hoskinson a gamba tesa sulla questione

Sulla questione è piombato recentemente anche Charles Hoskinson di Cardano, che ha apertamente accusato Michael Saylor di avere troppi interessi legati a Bitcoin per avere la libertà di dichiarare tutto il resto una security.

Anche il parere di Charles Hoskinson è condizionato dal suo legame con Cardano e da quanto questo network avrebbe da perdere nel caso in cui $ADA fosse dichiarata una security. Con una frecciatina, se così vogliamo chiamarla, anche ai massimalisti Bitcoin.

Sono le persone persone più difficili, più tossiche e più inutili con le quali avere a che fare.

Rinsaldando così una polemica che è tornata a i massimi storici con la defezione, se così vogliamo chiamarla, di Nic Carter, anche lui in rotta completa, assoluta e totale con il mondo di Bitcoin più legato al massimalismo. E riferendosi a Cardano ha aggiunto:

Nessuno lo controlla, è completamente decentralizzato, più di Bitcoin e ha più casi d’uso. Le persone comprano il token non per speculare, cosa che invece è tutto ciò che si può fare con Bitcoin.

Volano i proverbiali stracci, e non per i motivi tribali che animano le comunità al livello più basso. In ballo infatti c’è, per molti token, la possibilità di sopravvivere.

La nostra opinione: pessimo invocare SEC, che comunque verrà fatta fuori

Sebbene la lotta anche a Washington sia senza esclusione di colpi, riteniamo che SEC non riuscirà a spuntarla. Il draft che circola negli USA ha già di fatto assegnato il controllo totale o quasi del settore a CFTC e con ogni probabilità così verrà approvato.

Con buona pace di SEC e del suo direttore Gary Gensler, che dovrà forse preoccuparsi di come stiano andando le cose nel processo definitorio contro Ripple. Processo all’interno del quale SEC non sta facendo poi una bella figura.

Per aggiungere anche la nostra di opinione, riteniamo che SEC non dovrebbe occuparsi di nulla, né di Bitcoin, né di Ethereum e neanche di Cardano. Chi ha scelto il mondo cripto ed è appassionato di ciò che può offrire, in particolare se appassionato di Bitcoin, dovrebbe forse evitare di sperare nel ricorso delle autorità centralizzate e centraliste per vincere la propria battaglia.

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Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Personalmente rimango molto dubbioso su questo argomento, ho provato a metterci la testa per comprendere dove sbaglio sull’argomento commodity security e mi sono rimasti dei dubbi.
Premesso che se dovessimo votare, voterei per il bene di tutte le cripto e basta, ma concettualmente delle differenze ci sono.
Bitcoin è una riserva di valore, il suo scopo è quello.
Eth è un ” supporto ” su cui puoi costruire un’infinità di cose, tra cui contratti, altre coin o token e via discorrendo, la struttura eth ti da la sua rete, la sua sicurezza, la sua decentralizzazione e in cambio chiede che gli vengano pagate delle commissioni in eth stesso.
Non so mi sbaglio di sicuro, voi ne sapete più di me, ma mi sembra che siano due mondi differenti.

Klaus Marvin
Klaus Marvin
1 anno fa

Buongiorno a tutto il gruppo. Ha ragione Giorgio bisogna trovare un punto d’incontro per il bene di tutte le cripto soprattutto in periodi di crisi epocale come questa. Certamente ci sono delle differenze fra Bitcoin ed Ethereum e probabilmente due mondi differenti ma questa situazione ha veramente del paradossale, in un momento storico unico in cui Ethereum potrebbe trainare Bitcoin e tutto il comparto, Saylor diventa il detrattore principale anzichè cercare collaborazione e soprattutto occuparsi della sua azienda, non curante delle possibili ripercussioni negative che potrebbero interessare chi investe o ha investito anche nei sottostanti. Penso che Bitcoin abbia una sua intelligenza e che sia certamente migliore di quella di Saylor che sicuramente si muove in un certo modo per questioni di interessi che noi non conosciamo. Comunque vada anche in questi periodi poco chiari è tempo di investire. MEMENTO AUDERE SEMPER. Buona giornata e un saluto al mitico Gianluca

Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Ciao Klaus, in realtà non lo so se ho ragione, io la vedo un po come Saylor e ti spiego il mio perché.
Perché è come se un’azienda mettesse su blockchain tutti i carrelli di tutti i centri commerciali del mondo e mi desse un token per sbloccarli tutti con il mio wallet, in sostanza questa azienda mi sta offrendo un servizio, anche se, forse te lo ricordi, quando eravamo bambini si potevano usare i gettoni telefonici per comprare le caramelle, mi sembra volessero 200 lire, comunque, sono d’accordo sul fatto che alcune cripto possano essere usate come mezzo di pagamento, ma non è per quello che nascono a differenza di bitcoin.
Di sicuro mi sbaglio, perché se tutti dite che non è così quello che sbaglia sono io, solo non capisco il perché.
Forse sono in quei momenti di studio in cui studi un concetto e non ti entra in testa, poi chiudi libro e dopo qualche giorno ti arriva l’illuminazione e dici cazzarola ho capito…….🤷‍♂️

Klaus Marvin
Klaus Marvin
1 anno fa

Buongiorno a tutto il gruppo. Ciao Giorgio hai fatto un esempio perfetto. Bisogna tener conto però che esistono altri token oltre a Bitcoin e probabilmente qualche centro commerciale si riserverà la volontà di scegliere con quale token sbloccare i propri carrelli oppure dare la possibilità a tutti i tipi di token, della serie “basta che paghino” Secondo me la differenza sta nel fatto che Bitcoin non è controllabile dal sistema bancario e dai governi gli altri fra cui Ethereum potrebbero essere controllati e potrebbero diventare dei sistemi finanziari a tutti gli effetti e quindi sottoposti a diversa tassazione rispetto a Bitcoin che è solo un mezzo di pagamento ma non è detto che in questo caso Bitcoin debba avere il monopolio in tutti i settori. Questo è un mio modesto parere probabilmente neanche io ho ragione comunque quando ci sarà la selezione e rimarranno solo alcune criptovalute sul mercato “probabilmente quelle con la miglior tecnologia” allora li si potranno avere le idee più chiare. Un saluto a tutti e naturalmente al mitico Gianluca Grossi.