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Crollo Crypto - governo USA attacca

Bitcoin e Crypto crollano | È colpa del governo USA! Ecco il perchè…

Crollo delle crypto. SEC, IRS e dipartimento finanziario di New York coordinano un attacco a tanti big. Kraken paga 30 milioni.

Attacco al mondo crypto. Anche i meno complottisti tra i nostri lettori finiranno per unire i puntini di una serata da incubo vissuta ieri dalle parti di Washington. Incubo, si intende, per noi appassionati di criptovalute. Di giubilo per chi vede in questo mondo qualcosa da reprimere nel più breve tempo possibile.

Un attacco congiunto da parte di SEC, IRS (che è l’agenzia che si occupa di questioni fiscali negli USA) e anche da parte del Dipartimento delle Finanze dello Stato di New York. Un attacco che per ora ha colpito solo Kraken e Paxos, ma che potrebbe estendersi anche da altri intermediari e operatori.

La buona notizia è che i cali del mondo cripto in seguito a queste notizie sono stati comunque relativamente contenuti. Segno di una certa maturità per il settore e del fatto che questo mondo è qui, perdonateci la ripetizione, per restare. Possiamo investirci con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito PER TESTARE TUTTO – intermediario che ci permette di investire su 78+ crypto asset in abbinamento a migliaia di titoli del mondo finanziario classico.

Attacco congiunto al mondo crypto: gli USA fanno sul serio

Quanto avvenuto ieri sera dovrà far riflettere, per tutta una serie di motivi. In assenza di regole chiare, è SEC a prendere in mano la situazione e in un delirio di onnipotenza annulla di fatto la possibilità di fare staking tramite intermediari negli USA. Ma procediamo con ordine.

SEC no limits
SEC libera di fare quel che vuole

Dopo rumors che si stavano rincorrendo ormai da qualche giorno, è arrivato l’annuncio di un accordo tra Kraken e SEC, l’agenzia che negli USA si occupa di vigilanza dei mercati finanziari. L’exchange interromperà ogni tipo di attività di staking negli USA e pagherà 30 milioni di dollari di multa. Una mossa della quale si parlava da tempo ma che forse in pochi si sarebbero aspettati in questi termini.

  • Prima conseguenza: IRS vuole documenti sugli utenti Kraken

Documenti per far pagare tasse aggiuntive, dato che lo staking ora si configurerebbe come attività di investimento su securities. Non è chiaro come andrà a finire, per ora Kraken si è opposta e la cosa finirà con ogni probabilità in tribunale.

  • Seconda conseguenza: incertezza per gli altri intermediari

Ovvero per tutti quelli che offrono prodotti simili negli USA. Il che vuol dire praticamente tutti gli exchange che offrono servizi negli Stati Uniti d’America. Staremo a vedere se la cosa colpirà presto anche Coinbase, Binance e Crypto.com.

  • Terza conseguenza: il genio è fuori dalla lampada

E dovrebbe toccare a chi ha tifato l’intervento di SEC contro gli shitcoin rimettercelo. Non lo faranno, le conseguenze sono potenzialmente pesanti. Bitcoin è nato per resistere a questo tipo di attacchi – e questo è sicuramente vero. Che sia ideale un mondo dove un’agency si sveglia e fa grossomodo quello che preferisce non lo auguriamo però a nessuno.

Abbiamo coperto in diretta le decisioni di SEC, primi in Italia e nel mondo

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NYDFS indaga su Paxos

Ciliegina sulla torta di una serata da incubo è l’indagine di NYDFS, il dipartimento dello Stato di New York che si occupa di questioni finanziarie su Paxos, società che emette stablecoin. È la stessa società, tra le altre cose, che gestisce Binance USD o BUSD, lo stablecoin di Binance.

Non è chiara la motivazione delle indagini e non è chiaro che tipo di conseguenze ci siano in ballo. Vero è però che tanto basta per agitare ulteriormente i mercati, che già dalla serata di ieri hanno risposto con un’ondata di vendite molto importante.

Come cambia lo scenario?

Staremo a vedere. Il gruppo di leggi che sono in via di approvazione negli USA dovrebbe aiutare a delimitare i poteri di SEC e anche a definire diversi aspetti che governano il settore.

Fino ad allora però si dovrà fare i conti con una SEC che ha fatto della regulation by enforcement la sua cifra distintiva. Ci saranno polemiche a non finire, qualche parere difforme (ce n’è stato anche ieri uno da SEC), qualche intervento politico ma per il resto si rimarrà nel limbo, almeno negli USA.

Coinbase nel frattempo ha annunciato che non bloccherà i propri servizi di staking, dichiarando la loro differenza quelli offerti da Kraken. Basterà per tenere SEC a bada? Probabilmente no – e quello che sembrerebbe ovvio a questo punto è che in realtà Coinbase si stia preparando ad una lunga e costosa battaglia legale.

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francesco
francesco
1 anno fa

ho appena mandato un e-mail “poco amichevole” a quegli schifosi della SEC……

Luigi Pesci
Luigi Pesci
1 anno fa
Reply to  francesco

Penso tu abbia fatto , senza moralismi di sorta, cosa buona e giusta.

Andrea
Andrea
1 anno fa

La Sec ha fatto quello che deve fare: cioè controllare i mercati finanziari. Ci vuole una bella fantasia a dire che detenere cripto in staking su un intermediario (quindi non in prima persona su un nodo) non sia in effetti un investimento finanziario. Si tengono bloccati (quindi si prestano) dei soldi su un intermediario ricevendo degli interessi… cos’è questo se non un investimento?

Filippo
Filippo
1 anno fa
Reply to  Andrea

esatto non c’è spiegazione migliore..!!! 👍

massimo
massimo
1 anno fa

al sistema fa comodo mantenere le cripto non regolamentate e, di tanto in tanto, assestare qualche multa a casaccio. non riconoscendo il settore si tiene aperta la possibilita’ di un ban definitivo. se invece venisse regolamentato applicando una fiscalita’ al pari di ogni altro investimento, cosa tutto sommato condivisibile, lo stato dovrebbe implicitamente riconoscere tutto l’ecosistema, e decadrebbe il rischio che aleggia nell’aria di metterlo fuorilegge. dal punto di vista legale, per uno stato e’ problematico incassare tasse su un asset e da un giorno all’altro impedirne la negoziazione o la conversione in valuta corrente. è come avviene per la prostituzione, se la tassi implicitamente la riconosci come attività lecita.