ESCLUSIVA CRIPTOVALUTA.IT® – Cosa c’è dietro la grande capitalizzazione di Circle? Perché l’ultimo grande titolo a quotarsi a Wall Street ha raggiunto un cap che in alcuni momenti valeva anche 60 volte i suoi profitti annuali? C’è soltanto hype, FOMO perché le stablecoin tirano da morire (Circle emette USDC), oppure ci sono dei solidi fondamentali?
Ne abbiamo parlato, in un’intervista esclusiva, con Matthew Sigel di VanEck, che ci ha parlato dei criteri che i grandi di Wall Street utilizzano anche per prezzare asset nuovi come possono essere le azioni delle società crypto più conosciute. C’è hype? Certamente sì, ma c’è anche un fattore X che non può essere ignorato e che fa davvero la differenza tra un titolo che avrà grosse performance e uno che invece sarà destinato a… scemare.
Una grande corsa di Circle, ma quanto è giustificata?
Siamo sempre stati senza peli sulla lingua e pur essendo alfieri del settore crypto, non potevamo non chiedere a Matthew Sigel di VanEck cosa ne pensasse delle quotazioni, oggettivamente stratosferiche, raggiunte da Circle $CRCL in borsa subito dopo la sua quotazione.
Credo che ci siano entrambi i fattori [hype ma anche attenzione al mercato stablecoin da parte di Wall Street, NDR]. Quello che vedi spesso nei mercati azionari, è che un chiaro leader in un comparto in crescita può comandare un prezzo molto elevato
Identikit che rispecchia alla perfezione quello di Circle: la società in questione emette USDC, che non è la stablecoin più diffusa, ma che negli USA ha certamente una posizione dominante, in particolare dopo l’arrivo delle nuove regolamentazioni.
Il mercato stablecoin è poi in crescita: ha il sostegno non solo della nuova legge negli USA, ma anche del governo degli Stati Uniti, che tramite il Segretario del Tesoro Scott Bessent ha confermato di fare grande affidamento su queste tecnologie per favorire l’adozione del dollaro in campo digitale.
Questa valutazione alta può persistere a lungo: guarda Tesla, guarda Palantir, guarda Figma. Credo che Circle si stia godendo un po’ di questa tendenza. Ovvero di essere un’azione del comparto crypto di livello istituzionale.
Sulla capitalizzazione di mercato eccessiva però Matthew Sigel è d’accordo con noi:
Credo che una valutazione di 40 miliardi di dollari, rispetto a Coinbase a solo 80 miliardi e Coinbase lo sapete, prende una parte importante dei profitti di Circle…
Sono le stesse identiche considerazioni che avevamo fatto anche sul nostro Canale Telegram VIP, di fronte a quotazioni che appaiono, tra le due grandi leader del comparto azionario crypto, leggermente sbilanciate.
- Di cosa state parlando?
Del fatto che Coinbase riceve quasi l’80% dei profitti di Circle, grazie ad un accordo che vede il trasferimento di tali revenue all’exchange per tutti gli USDC emessi per tramite dei suoi servizi. Un accordo che fino ad ora si è rivelato essere molto lucrativo per Coinbase, mentre per Circle ha fatto da veicolo di adozione della propria stablecoin.
Questo è bizzarro. Per me il risk/reward delle azioni Coinbase è molto migliore. Ed è riflesso nell’allocazione che abbiamo nell’ETF Node
ETF Node che è una gestione attiva purtroppo disponibile soltanto per il mercato statunitense. Un prodotto di VanEck che dalla sua nascita ha battuto le performance del grosso del mercato crypto.
- Vincitori e perdenti
La filosofia di VanEck e di Matthew Sigel, a riguardo, è molto semplice: scegliere i vincitori, tagliare fuori i perdenti, tenendo conto di una fase che ricorda un po’ quella delle prime società di Internet. Non tutte hanno offerto poi dei buoni risultati, ed è per questo necessario scegliere la qualità sopra la quantità.
Arriveranno tante nuove quotazioni
Ci saranno, secondo Matthew Sigel, tante altre quotazioni nel corso del 2025 e del 2026. Nell’ordine delle decine, oltre alle già note quotazioni di Kraken, ma anche di Gemini e di Bitgo che i nostri lettori già conoscono.
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